tag:blogger.com,1999:blog-62647178115455966782024-03-05T05:25:49.166+01:00Il BorghesinoUnknownnoreply@blogger.comBlogger1006125tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-67427842147203959622018-07-19T15:20:00.002+02:002018-07-23T00:10:54.302+02:00La Costituzione dello Stato di Israele<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQVhtTl-ajUxAjT97orFmUqb1gdcYc4B62X1ys3nlfJr3AepR4KIY5S0sqMl1PkQUerUVfY_lQpjRq6AGnVzZblTozcA362MAje0UBf3sYFnYSTvgVzahNnHyjAszlszmCZXBBCf-HnQU/s1600/StateSymbol.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="742" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQVhtTl-ajUxAjT97orFmUqb1gdcYc4B62X1ys3nlfJr3AepR4KIY5S0sqMl1PkQUerUVfY_lQpjRq6AGnVzZblTozcA362MAje0UBf3sYFnYSTvgVzahNnHyjAszlszmCZXBBCf-HnQU/s320/StateSymbol.png" width="258" /></a></div>
<b>Legge Fondamentale: Israele, Stato Nazione del Popolo Ebraico</b><br />
<br />
<u>1) Principi fondamentali</u><br />
<br />
A. La Terra di Israele è la patria storica del popolo ebraico, in cui lo Stato di Israele si è insediato.<br />
B. Lo Stato di Israele è la patria nazionale del popolo ebraico, in cui esercita il suo naturale, culturale, religioso e storico diritto all'autodeterminazione.<br />
C. Il diritto di esercitare l'autodeterminazione nazionale nello Stato di Israele è unico per il popolo ebraico.<br />
<br />
<u>2) Simboli dello Stato</u><br />
<br />
A. Il nome dello Stato è "Israele.<br />
B. La bandiera dello Stato è bianca con due strisce azzurre verso le estremità e una stella blu di David al centro.<br />
C. Il simbolo dello Stato è una menorah a sette bracci con foglie d'ulivo ad entrambi i lati e la scritta "Israele" sotto esso.<br />
D. L'inno nazionale è l'"Hatikvah".<br />
E. Ulteriori dettagli sui simboli di stati saranno determinati da legge ordinaria.<br />
<br />
<u>3) La capitale dello Stato</u><br />
<br />
Gerusalemme, integra e unita, è la capitale di Israele.<br />
<br />
<u>4) Lingua</u><br />
<br />
A. La lingua ufficiale è l'ebraico.<br />
B. La lingua araba gode di riconoscimento speciale nello stato. La legge regolamenterà l'impiego dell'arabo nelle istituzioni di stato.<br />
C. Questa previsione non pregiudica lo status riconosciuto alla lingua araba dalle normative preesistenti.<br />
<br />
<u>5) Ritorno degli esuli</u><br />
<br />
Lo Stato è aperto all'immigrazione ebraica e al ritorno degli esuli<br />
<br />
<u>6) Collegamento con il popolo ebraico</u><br />
<br />
A. Lo Stato si impegnerà affinché sia garantita la sicurezza dei membri del popolo ebraico in pericolo o in cattività a causa della loro ebraicità o cittadinanza.<br />
B. Lo Stato agirà nell'ambito della Diaspora per rafforzare l'affinità fra esso e i membri del popolo ebraico.<br />
C. Lo Stato agirà per preservare il patrimonio culturale, storico e religioso del popolo ebraico fra gli ebrei della Diaspora.<br />
<br />
<u>7) Insediamenti ebraici</u><br />
<br />
A. Lo Stato considera lo sviluppo di insediamenti ebraici come valore nazionale e agirà per incoraggiare e promuoverne l'insediamento e il consolidamento<br />
<br />
<u>8) Calendario ufficiale</u><br />
<br />
Il calendario ebraico è il calendario ufficiale dello Stato, e sarà affiancato dal calendario gregoriano come calendario ufficiale. L'utilizzo del calendario ebraico e di quello gregoriano sarà disciplinato dalla legge.<br />
<br />
<u>9) Giornata dell'Indipendenza e commemorazioni</u><br />
<br />
A. La Giornata dell'Indipendenza è la festività nazionale ufficiale dello Stato.<br />
B. La Giornata della Memoria per i Caduti in tutte le Guerre di Israele, per le vittime dell'Olocausto, nonché la Giornata del Ricordo dell'Eroismo, sono giorni di commemorazione dello Stato.<br />
<br />
<u>10) Giorni del riposo e Sabbath</u><br />
<br />
Lo Sabbath e le festività di Israele sono i giorni di riposo fissati per lo Stato. I non ebrei hanno diritto a rispettare i loro giorni di riposo e le loro festività. I dettagli di questo tema saranno fissati dalla legge.<br />
<br />
<u>11) Immutabilità</u><br />
<br />
Questa legge fondamentale non può essere emendata che da un'altra legge fondamentale, approvata dalla maggioranza dei membri della Knesset.<br />
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-89700869939366986922018-05-17T14:01:00.002+02:002018-05-17T14:02:08.929+02:00Il dramma di Gaza è responsabilità dei palestinesi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0BJiCJo6DLLzGJ2stAUJJ9uE1z3s74-bwa1ROocD9ldRECgTT68zehSoIqHojdRNkIkTU9n9K1OUojkr52LdTfnytqDl1dGYnLFEZn1MZ6qLJ9kJ7dvBlGZPr3SXC9w-Sceh422TGoUk/s1600/17stephensWeb-superJumbo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="984" data-original-width="1600" height="337" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0BJiCJo6DLLzGJ2stAUJJ9uE1z3s74-bwa1ROocD9ldRECgTT68zehSoIqHojdRNkIkTU9n9K1OUojkr52LdTfnytqDl1dGYnLFEZn1MZ6qLJ9kJ7dvBlGZPr3SXC9w-Sceh422TGoUk/s640/17stephensWeb-superJumbo.jpg" width="550" /></a></div>
<br />
di Bret Stephens*<br />
<br />
Per la terza volta in due settimane, i palestinesi di Gaza hanno dato fuoco al <a href="https://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-5261028,00.html" target="_blank">valico di Kerem Shalom</a>, attraverso il quale giungono da Israele medicine, combustibili e altri aiuti umanitari essenziali. Presto leggeremo diffusamente del dramma di Gaza. Ma dovremmo compiere lo sforzo di non dimenticare che gli autori di questa tragedia sono al contempo le presunte vittime.<br />
C’è un schema - fatti del male, e incolpa l’avversario – che necessita di denuncia nell’oceano di cecità morale e critica storica senza fondamento, a cui Israele è sistematicamente sottoposto ogni volta che si difende dai violenti assalti palestinesi.<br />
Nel 1970, Israele istituì una zona industriale lungo il confine con la Striscia di Gaza (<i>all’epoca, lo stato ebraico entrò in possesso della Striscia, in conseguenza della Guerra dei Sei Giorni che deflagrò all’indomani dell’aggressione dell’Egitto di Nasser, che fino al 1967 quel territorio possedeva, NdT</i>), allo scopo di promuovere la cooperazione con la Striscia, creando posti di lavoro a favore dei palestinesi. È stata smantellata nel 2004 dopo innumerevoli attacchi terroristici, che hanno provocato <a href="http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A26259-2004Jun8.html" target="_blank">11 vittime fra gli israeliani</a>.<br />
Nel 2005 donatori ebrei americani hanno sborsato oltre 14 milioni di dollari, a favore dei proprietari delle serre che coloravano la Striscia, fino allo sgombero unilaterale disposto da Sharon. I palestinesi hanno devastato <a href="http://www.nbcnews.com/id/9331863/ns/world_news-mideast_n_africa/t/looters-strip-gaza-greenhouses/#.WvsJddVua8V" target="_blank">decine di queste serre</a> il giorno successivo all’abbandono dei coloni israeliani.<br />
<a name='more'></a><br />
Nel 2007 Hamas ha assunto il controllo di Gaza al termine di un sanguinoso colpo di stato ai danni della fazione rivale del Fatah. Da allora, Hamas, Jihad Islamica e altri gruppi terroristici che infestano la Striscia di Gaza, hanno sparato quasi 10.000 razzi e colpi di mortaio all’indirizzo di Israele: tutto mentre allo stesso tempo denunciavano il «blocco economico» consiste nel rifiuto dello stato ebraico di alimentare le fauci che intendevano azzannarlo (anche l’Egitto e la stessa Autorità Palestinese praticano una più intensa forma di blocco economico, senza subire alcuna censura internazionale).<br />
Nel 2014 Israele ha scoperto che Hamas ha costruito 32 tunnel sotto il confine di Gaza, allo scopo di sequestrare e uccidere quanti più israeliani possibile: «la costruzione di un tunnel richiede materiale da costruzione per cui necessitano non meno di 350 camion: abbastanza per costruire 86 case, sette moschee, sei scuole o 19 cliniche», <a href="https://www.wsj.com/articles/gaza-tunnel-network-fuels-recriminations-in-israel-1407714903" target="_blank">fu la denuncia dell’epoca</a> del <i>Wall Street Journal</i>. Costo stimato: 90 milioni di dollari. Questo spiega appieno la miseria imperante a Gaza.<br />
Questo ci conduce al grottesco spettacolo a cui si assiste lungo il confine di Gaza da alcune settimane a questa parte: in cui migliaia di palestinesi cercano di forzare il confine e di penetrare in Israele. Quale sarebbe lo scopo della ventilata “grande marcia del ritorno”?<br />
Non è un mistero per nessuno. Questa settimana, il <i>Times</i> ha pubblicato <a href="https://www.nytimes.com/2018/05/14/opinion/gaza-protests-organizer-great-return-march.html?rref=collection%2Fsectioncollection%2Fopinion-contributors&action=click&contentCollection=contributors&region=stream&module=stream_unit&version=latest&contentPlacement=14&pgtype=sectionfront" target="_blank">un editoriale</a> a cura di Ahmed Abu Artema, uno degli organizzatori della marcia, che così si è espresso: «siamo determinati a proseguire con queste iniziative, fino a quando Israele riconoscerà la nostra rivendicazione di tornare alle nostre case, tornando sulle terre da cui siamo stati espulsi». Le sue rivendicazioni non si esauriscono ai territori contesi secondo l’orientamento occidentale, vale a dire quelli conseguiti da Gerusalemme all’indomani della Guerra dei Sei Giorni. No, questo signore mette in discussione la stessa esistenza di Israele, nella sua interezza. Si può vagamente condividere questa linea di pensiero, a condizione di accettare che ciò implichi la cancellazione dello Stato ebraico.<br />
Si noti il persistere dello schema già proposto: si invoca la distruzione di Israele, salvo implorare pietà e aiuto qualora il piano non dovesse funzionare.<br />
<br />
Il mondo chiede ora a Gerusalemme di rendere conto di ogni proiettile sparato nei confronti dei facinorosi, senza offrire alcuna soluzione praticabile alla crisi. Ma dov’era l’indignazione quando Hamas <a href="https://uk.reuters.com/article/uk-israel-palestinians-protests/israel-drops-leaflets-warning-gazans-not-to-approach-border-idUKKBN1HR0RS?feedType=RSS&feedName=worldNews&rpc=69" target="_blank">costringeva i palestinesi</a> a muovere verso la recinzione, malgrado le ripetute esortazioni di Israele a desistere da questo piano? Nessuno si scandalizza nell’apprendere che gli organizzatori hanno letteralmente spinto le donne in cima ai disordini perché, <a href="https://www.nytimes.com/2018/05/14/world/middleeast/gaza-israel-deadly-protest-scene.html" target="_blank">come riportato</a>, «i soldati israeliani non sparano a donne e bambini»? che gli organizzatori hanno dotati di tenaglie e tronchesi <a href="https://www.timesofisrael.com/idf-hamas-cynically-sent-7-year-old-girl-to-breach-gaza-border/" target="_blank">bambini di appena 7 anni</a>? O che i disordini sono cessati quando Israele ha avvisato i leader di Hamas, che <a href="https://www.haaretz.com/1.5061646" target="_blank">preferiscono nascondersi</a> negli ospedali di Gaza, che <a href="https://www.timesofisrael.com/israel-threatens-to-kill-hamas-leaders-if-riots-continue-report/" target="_blank">la loro vita era minacciata</a>?<br />
Ovunque nel mondo, questo comportamento sarebbe stato stigmatizzato e condannato come autolesionista, vile e cinico. Il mistero del Medio Oriente è rappresentato dall’esenzione per troppo tempo concessa ai palestinesi, da un ordinario giudizio morale. Come è possibile che schiere di sedicenti progressisti stringano amicizie con gli <a href="https://www.theguardian.com/world/2017/jul/19/anger-mistrust-gaza-hamas-hunts-israel-collaborators" target="_blank">assassini</a>, <a href="https://www.nytimes.com/2016/02/23/world/middleeast/gaza-women-on-bikes-face-a-long-road-to-acceptance.html" target="_blank">misogini</a> e <a href="http://www.newsweek.com/prominent-hamas-commander-was-executed-after-accusations-gay-sex-432343" target="_blank">omofobi</a> di Hamas? Perché non vedono che, <a href="https://www.timesofisrael.com/liveblog_entry/hamas-leader-says-50-gazans-killed-were-members-of-group/" target="_blank">per stessa ammissione</a> dell’organizzazione terroristica, 50 dei 62 manifestanti che lunedì hanno perso la vita, erano <i>membri</i> della stessa Hamas? Perché negano ad Israele il diritto a difendersi all’interno dei confini che essi stessi hanno indicato a Gerusalemme?<br />
Perché nulla è richiesto ai palestinesi, tutto è loro perdonato, mentre tutto è imposto agli israeliani, e nulla è loro condonato?<br />
<br />
È una domanda a cui si ottiene facile risposta. Nel frattempo, vale la pena di considerare il danno che l’indulgenza occidentale ha prodotto per le aspirazioni palestinesi. Nessuna società decente potrà mai emergere dalla cultura del vittimismo, della violenza e del fatalismo, simboleggiata da queste manifestazioni. Nessun governo palestinese potrà mai emergere se la comunità internazionale continua a mostrarsi indulgente nei confronti del regime autocratico, corrotto e <a href="https://www.nytimes.com/2018/05/02/world/middleeast/palestinians-abbas-israel-jews.html" target="_blank">antisemita</a> dell’Autorità palestinese, mancando di condannare con convinzione i criminali despoti di Hamas. E nessuna economia palestinese fiorirà, a fronte di questi atti di autolesionismo e provocazione distruttrice.<br />
Se i palestinesi vogliono davvero costruire una nazione, ricca e prosperosa, farebbero bene a prendere esempio dai loro vicini di casa. Iniziando ad accantonare il proposito di eliminarli.<br />
<br />
* Titolo originale: <i>Gaza’s Miseries Have Palestinian Authors</i><br />
su <a href="https://www.nytimes.com/2018/05/16/opinion/gaza-palestinians-protests.html" target="_blank">The New York Times</a>.
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-69690264384438647212018-05-08T19:36:00.004+02:002018-05-08T19:51:10.241+02:00La solita bufala (o scrofa?) palestinese<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSeqeICuL5e9JzcooOOhJ9LOSx2OOUSjJAhw_Ro_CDXsDAZrwRjS-3zK1-LNeMWGdIPPJXGtdaenQYv6b9qOgbmYXVmRfg4jc1gjjVkMWdQT2Bx8YsP5M8Vvcy0_GAwueo-GpLb6A3iP8/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="465" data-original-width="631" height="404" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSeqeICuL5e9JzcooOOhJ9LOSx2OOUSjJAhw_Ro_CDXsDAZrwRjS-3zK1-LNeMWGdIPPJXGtdaenQYv6b9qOgbmYXVmRfg4jc1gjjVkMWdQT2Bx8YsP5M8Vvcy0_GAwueo-GpLb6A3iP8/s640/01.jpg" width="550" /></a></div>
<br />
A beneficio di chi eventualmente fosse rimasto impressionato dalle immagini che in questi giorni hanno circolato sui social.<br />
Hamas - sì, proprio l'organizzazione terroristica che governa Gaza, e quotidianamente minaccia la placida esistenza delle famiglie che abitano nell'Israele meridionale - ha reinoltrato la denuncia proveniente da una sedicente "organizzazione per i diritti umani"; tale «Medecins du Monde», ospitata nella circostanza da un sito di cui è riportata un'immagine agghiacciante: un bambino con la gamba maciullata.<br />
Perentoria e inappellabile la denuncia: tratterebbesi della conseguenza del deprecabile impiego, da parte dell'esercito israeliano, di proiettili i quali, una volta penetrati nel corpo, si aprirebbero a raggiera in modo da amplificare l'offesa. Una violenza gratuita, perpetrata oltretutto ai danni di un infante. Chi non prova un moto di ribrezzo davanti all'impiego di una simile spregevolezza?<br />
Osservando la foto, qualche dubbio affiora: per la serenità del volto del fanciullo, per l'integrità dell'arto inferiore, malgrado la copiosità di luquido dal colore rossastro, per la puntuale presenza di un fotoreporter - si sa che i "cecchini israeliani" non colpiscono se non in presenza di testimonianze avverse - e per l'encomiabile coraggio dei convenuti, sprezzanti del pericolo ancora incombente.<br />
L'immagine nel riquadro non lascia spazio a dubbi: si tratta davvero di un «uso della forza contro i civili di Gaza». Niente aggettivi: quelli li aggiungerà nei commenti l'ingenuo malcapitato che si troverà sul proprio social preferito questa immagini raccapricciante. Hamas sarà quel che sarà; ma accoppiare bambini e cinismo provoca immediate reazioni emotive.<br />
<br />
<a name='more'></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT_SWaOT1bL9Uxzeg71X_HrSJRG6S2WJ56q98uCrr1yKuR0UEJaU7yIxM_IS0mVDxqj-uck2XvbtQukzwouQpqDFbqsedIzjNyQbImGW29vwAHK3pzXSwAFFBkHUmzOivZlW1pNgrAkVg/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="638" data-original-width="1199" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT_SWaOT1bL9Uxzeg71X_HrSJRG6S2WJ56q98uCrr1yKuR0UEJaU7yIxM_IS0mVDxqj-uck2XvbtQukzwouQpqDFbqsedIzjNyQbImGW29vwAHK3pzXSwAFFBkHUmzOivZlW1pNgrAkVg/s400/02.jpg" width="400" /></a></div>
Peccato, per questi buontemponi, che sia tutto finto.<br />
I proiettili in questione sono usati tipicamente dai cacciatori di cinghiali e maiali di dimensioni ragguardevoli.<br />
Se ne trovano in commercio di diversi tipi, a seconda della taglia dell'animale da cacciare. Hamas - o chi per essi - ha scelto l'immagine proposta dall'e-commerce della Black Butterfly: un affare, a quel prezzo. Neanche la briga di modificare l'immagine, per ingannare la ricerca mediante motori.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgadIqID8a_2yQKs2_ymLyLWueuSPUTf4wwxu9LqjiD-2AuoOBBOBWATC5Nu4RPLCE_4J5lw6M4dsldUvh01Cfb4oM0VttlVPcehMIuZkWMLdCVFqgHPC5KP6zy7SamKIT60Q7V2LILuTk/s1600/03.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="511" data-original-width="800" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgadIqID8a_2yQKs2_ymLyLWueuSPUTf4wwxu9LqjiD-2AuoOBBOBWATC5Nu4RPLCE_4J5lw6M4dsldUvh01Cfb4oM0VttlVPcehMIuZkWMLdCVFqgHPC5KP6zy7SamKIT60Q7V2LILuTk/s400/03.png" width="400" /></a></div>
<br />
A noi, però, dicono che, per la caccia ai cinghiali, l'ideale sono i <a href="https://www.remington.com/ammunition/centerfire-rifle/hog-hammer" target="_blank">proiettili della Remington</a>. Stesse modalità di funzionamento, stesso profilo, stessa dinamica. I palestinesi devono avere dei propri figli una elevata stima... <br />
Sistemati i cinghiali, adesso ai polli ci ci pensera?<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT7fKmoOqf7VmBNNzSMGO6EU1WGIzgCFy2JOaX-7Vd7FAOcEdLMop1tUt7X0HfhHGi4LXgbokvaHDxCqs9loRrjt2UOeCtCV9olbHzeBtYRbDy7X78iDWli4FRhAMLBo-v_RWF18uh85A/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1020" data-original-width="643" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT7fKmoOqf7VmBNNzSMGO6EU1WGIzgCFy2JOaX-7Vd7FAOcEdLMop1tUt7X0HfhHGi4LXgbokvaHDxCqs9loRrjt2UOeCtCV9olbHzeBtYRbDy7X78iDWli4FRhAMLBo-v_RWF18uh85A/s320/04.jpg" width="201" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-36085763752283573602018-04-27T17:04:00.001+02:002018-04-27T17:56:12.636+02:00La pace fra arabi e israeliani si avvicina<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgbuGfbnwYsX0tG7c8ACMhQ4d4FN2TcbMqfKsQg6bYnbOS0Bk8ibwQFIm243gtYC9F2blsjfU2zuUeAcffbGJ7mIs36GHUDJNb2x66OwrV0UrwSx5aBhlvEwyRfiPyHX-ZgNV8Dsmzno0/s1600/Clipboard01.gif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1147" data-original-width="1221" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgbuGfbnwYsX0tG7c8ACMhQ4d4FN2TcbMqfKsQg6bYnbOS0Bk8ibwQFIm243gtYC9F2blsjfU2zuUeAcffbGJ7mIs36GHUDJNb2x66OwrV0UrwSx5aBhlvEwyRfiPyHX-ZgNV8Dsmzno0/s320/Clipboard01.gif" width="320" /></a></div>
di: Daniel Krygier*<br />
<br />
Per la prima volta dal 1979, un documento ufficiale del Dipartimento di Stato USA ha rimosso la dicitura "occupati" con riferimento a Giudea e Samaria. Preso a sé, questo dato può apparire irrilevante. In realtà, è il riflesso di una nuova politica per il Medio Oriente, che agevolerà il conseguimento di una pace fra arabi e israeliani.<br />
Sin da quando gli stati arabi fallirono l'impresa di distruggere Israele nell'ambito della Guerra dei Sei Giorni nel 1967, la comunità internazionale ha inquadrato il conflitto in termini di «Occupazione israeliana della Palestina». Tuttavia, l'espressione «Territori palestinesi occupati» è di natura esclusivamente politica e non legale o storica. «Palestina» è il termine assegnato dai romani alla Giudea occupata, e mai alcuno "stato di Palestina" è esistito in Terra di Israele.<br />
Nel suo monumentale lavoro "I presupposti giuridici e i confini di Israele nell'ambito del diritto internazionale", Howard Grief ha argomentato che il titolo legale che assegna la Terra di Israele al popolo ebraico, è previsto dalle dichiarazioni della comunità internazionale in seno alla Conferenza di Sanremo del 1920.<br />
<br />
<a name='more'></a>Le implicazioni di questo riconoscimento sono che le comunità ebraiche in Giudea e Samaria sono legittime dal punto di vista del diritto internazionale, anche se respinte regolarmente da un Palazzo di Vetro parziale e politicizzato e dall'Unione Europea in quanto tale. A differenza della ex Algeria occupata dai francesi, Giudea e Samaria costituiscono le radici ancestrali di Israele. Israele ha ottenuto questi territori in seguito ad una guerra difensiva, dopo essere stato attaccato dagli stati arabi confinanti. Dal momento che la "Palestina" non esiste, Giudea e Samaria dovrebbero essere definiti tutt'al più territori "contesi", e non occupati. Ciò implica che Israele ha pieni diritti in Giudea e Samaria.<br />
Ciò non implica che Israele si arroghi il diritto di annettere gli interi territori in discussione. Non è neanche nell'interesse dello stato ebraico, aggiungere 2 milioni di arabi alla sua popolazione. Tuttavia, un futuro accordo definitivo di pace fra arabi e israeliani potrebbe prevedere l'annessione delle aree a maggioranza ebraica più popolate di Giudea e Samaria. Dopotutto, ciò rispetta lo spirito e la lettera della Risoluzione ONU 242, che contempla la possibilità che Gerusalemme trattenga parte dei territori contesi.<br />
<br />
E questo ci riporta alla voluta omissione del termine "occupati" da parte di una recente nota della Diplomazia USA, con riferimento a Giudea e Samaria. È un dato politicamente rilevante, perché il fulcro del conflitto non è mai stata la presunta occupazione, quanto l'opposizione della comunità araba e musulmana alla rinascita dello Stato di Israele, a prescindere dai confini e dalla capitale. Sono stati gli arabi, e non certo gli ebrei, a respingere sistematicamente ogni accordi di pace che contemplasse due stati distinti, a partire dalle raccomandazioni britanniche elaborate nel 1937 dalla Commissione Peel.<br />
Israele non occupa alcunché. Né è stato rifondato per offrire un rifugio alle genti scampate all'Olocausto, come recentemente affermato dalla star di Hollywood Natalie Portman. I confini definitivi di Israele devono essere ancora definiti. Tuttavia, ciò che appare indiscutibile è che l'Israele moderno è la realizzazione storica e legale del diritto del popolo ebraico a vivere nella propria Terra. Il percorso verso una pace duratura ed effettiva non può prescindere da questa realtà inoppugnabile.<br />
<br />
<a href="https://worldisraelnews.com/analysis-state-depts-rejection-of-term-occupied-territories-could-bring-peace-closer" target="_blank">World Israel News</a>.<br />
Titolo originale: <i>US Rejection of Term ‘Occupied Territories’ Brings Peace Closer</i><br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-82992958751208593252018-04-07T15:49:00.000+02:002018-04-07T15:49:02.194+02:00La fabbrica palestinese delle "chiavi del ritorno"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSwYPcRYybPSiOVoOxhE8qcwOIHM7NCMrNV_pIi4miGzPEpQommIZ5nUCvytD7tPaBxv-Q04wi57xNfwAZRx7mQJiaqu7WK8ieoPXvMMX5p2tYc264u6UMWRry1jPAjal0SAZoAOX3ra8/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="509" data-original-width="725" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSwYPcRYybPSiOVoOxhE8qcwOIHM7NCMrNV_pIi4miGzPEpQommIZ5nUCvytD7tPaBxv-Q04wi57xNfwAZRx7mQJiaqu7WK8ieoPXvMMX5p2tYc264u6UMWRry1jPAjal0SAZoAOX3ra8/s400/01.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Avete presenti quelle arcaiche che ostentano i vecchi palestinesi? ma sì, quei chiavoni in ferro battuto, tutte uguali, persino stilizzate nell'architettura urbana di alcune centri del West Bank?<br />
Nella visione romantica propagandata dai loro possessori, sarebbero le chiavi di accesso alle abitazioni da cui gli arabi sarebbero fuggiti nel 1948, pressati in ciò dalle nazioni arabe confinanti il rinato stato di Israele, a cui dichiararono guerra un istante dopo la proclamazione del nuovo stato. Per loro sfortuna, non è andata come sperato: ancora piegati dalla fame e da lunghi e avventurosi viaggi, gli israeliani avrebbero difeso la loro terra dagli attacchi concentrici di questi nuovi nemici, vincendo la guerra (ma non la pace. Questo però è un altro discorso).<br />
Così ai palestinesi è rimasta la soddisfazione di ostentare le loro antiche chiavi, a beneficio della visione di noi, inguaribili romanticoni d'Occidente:<br />
<a name='more'></a><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkkKYqmOWaGSB6yY2PKDISp3MpPg47Ope1qQMcgpyxO2LPUAkQq5H8wkbudDw1I-8v1jHKHI5fMuqSLo3CYzg00KPuBBbKM3yxNFqtQS0iVutOGbM3M6IqAZqcYB0MHbGxgfPXE2QMv4Y/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="510" data-original-width="760" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkkKYqmOWaGSB6yY2PKDISp3MpPg47Ope1qQMcgpyxO2LPUAkQq5H8wkbudDw1I-8v1jHKHI5fMuqSLo3CYzg00KPuBBbKM3yxNFqtQS0iVutOGbM3M6IqAZqcYB0MHbGxgfPXE2QMv4Y/s400/02.jpg" width="400" /></a></div>
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Roba che, se fossero davvero chiavi in grado di aprire una porta, di quella abitazione dovrebbero essere immediatamente spossessati, per manifesta incapacità di difendere adeguatamente una proprietà; tanto sono improbabili quelle chiavi.<br />
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<br />
Pallywood apre le porte del suo ramo manifatturiero. Questa in basso è la fabbrica dove sono prodotte le famose chiavi che simboleggiano il "diritto al ritorno" degli arabi. Non più di 30.000, secondo stime attendibili; diversi milioni, secondo le stime dell'UNRWA, che sulla questione basa la sua intera e costosa esistenza; nonché sui fabbri palestinesi che alacremente, tutti i giorni costruiscono "chiavi del ritorno".<br />
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<br />
Perché nel magico mondo palestinese non ha alcuna importanza che sia vero. L'importante è che sia verosimile, agli occhi di un occidentale abituato a non porre mai domande scomode.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbfNFts0XkRIkStpTCoHfwHe9hBdmn6CRLrTkZWg_ioPC4rUNuB1n8yALVYbG-11yGl15KmGPfLQf9B_7g7iEdf2uLFO3tkrHP2rMFEk_CNfUzalxrMj2-kcU7hssKKbQAbRG9S57mmkg/s1600/07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="703" data-original-width="1024" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbfNFts0XkRIkStpTCoHfwHe9hBdmn6CRLrTkZWg_ioPC4rUNuB1n8yALVYbG-11yGl15KmGPfLQf9B_7g7iEdf2uLFO3tkrHP2rMFEk_CNfUzalxrMj2-kcU7hssKKbQAbRG9S57mmkg/s400/07.jpg" width="400" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-79058263649338587342018-02-27T11:58:00.000+01:002018-02-27T11:58:24.224+01:00Palestinesi torturati? non fanno notizia, se...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXjdFjCN1xyTWRx0iwzygXzwP-wLHzxAKf8zuZbMS8a5CTDm2pZ4CBcaqA1Pf75Vi9A3D4Tzf47Vy1CaQRfY6Hs2_2Bct4dRf-uT6S4k25SSmpRLJxD5gdNYHRuWTbZkXuZjqskrbPsTs/s1600/Torture-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXjdFjCN1xyTWRx0iwzygXzwP-wLHzxAKf8zuZbMS8a5CTDm2pZ4CBcaqA1Pf75Vi9A3D4Tzf47Vy1CaQRfY6Hs2_2Bct4dRf-uT6S4k25SSmpRLJxD5gdNYHRuWTbZkXuZjqskrbPsTs/s320/Torture-1.jpg" width="320" /></a></div>
Che nell'Autorità Palestinese si pratichi la tortura, non fa notizia. Duole riconoscerlo, ma le grandi organizzazioni non governative dai budget milionari e i giornaloni internazionali, si volgono sistematicamente dall'altro lato, quando si tratta di denunciare la corruzione dilagante, l'inefficienza disarmante e le pratiche ripugnanti del regime di Abu Mazen. Ma quando al danno si aggiunge la beffa, qualcuno dovrà pur denunciare.<br /><i>Israel Hayom</i>, nell'edizione di venerdì, ha reso noto il triste destino occorso a 52 palestinesi residenti in varie località dell'ANP. Dopo aver subito arresti e detenzioni illegali, culminate in atroci torture, costoro si sono rivolti ad una quindicina di ONG, chiedendo loro un accurato esame medico e la certificazione dei danni fisici e psichici subiti per mano degli sgherri di Abu Mazen. Un passaggio obbligato, per ottenere l'equo indennizzo previsto dalla legge. Ottenendo, in quasi tutti i casi, un fermo rifiuto.<br />
<a name='more'></a>Delle 15 ONG interpellate, soltanto due si sono prestate. Il resto ha ignorato le esortazioni. Yesh Din, pur esprimendo un «sentimento di rabbia e dolore», ha manifestato la propria impotenza, poiché abilitata a occuparsi esclusivamente delle «violazioni perpetrate da Israele». Un'altra ONG, Adalah, ha dichiarato più esplicitamente che sostiene «soltanto i palestinesi che citano in giudizio lo Stato di Israele». L'ammiraglia Amnesty International, ipocritamente afferma che l'organizzazione «non dispone degli strumenti adeguati per risolvere le istanze di questi rifugiati». New Israel Fund e B’Tselem si sono rifiutati di fornire alcuna replica.<br />Le torture subite dai palestinesi per mano del regime di Abu Mazen includono l'elettroshock, la castrazione, l'appendere i detenuti a testa in giù, l'applicazione di pezzi di plastica rovente sui corpi dei detenuti, la privazione del sonno o del cibo, e lo stupro di familiari. Lo scorso anno un tribunale di Gerusalemme, a cui i malcapitati si sono rivolti, ha riconosciuto la fondatezza delle istanze, prescrivendo la presentazione di una perizia come condizione necessaria per l'ottenimento degli indennizzi, e suggerendo la consultazione delle ONG internazionali per accelerare la pratica; che altrimenti si sarebbe arenata, se espletata presso medici di Ramallah.<br />Il cinismo e l'ipocrisia delle ONG che quotidianamente attaccano Israele, si rivelano in tutta la loro brutalità: se non si può stigmatizzare in alcun modo Israele, che i palestinesi si fottano. Letteralmente.<br /><br /><a href="http://www.jewishpress.com/news/eye-on-palestine/palestinian-authority/human-rights-groups-refused-to-help-52-arab-victims-of-palestinian-authority-torture/2018/02/23/" target="_blank">Fonte</a>.<br /><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-45234629560012824332018-02-20T17:40:00.000+01:002018-02-20T17:40:02.711+01:00Danny Danon all'ONU ridimensiona Abu Mazen<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9rQ_gkgorBohfFgKs9wR25_WBPFI6JRUFI1EDlIyPManEgxdstOgk-VzbC-IZHzXi1Ro8BCC0SLB1w-7LbzX6RZrgvEycUX9lyDZ1q6fc5cIrdYLJrFhZyhp5MEjjgTqrbrYiU9IOMac/s1600/DWfM7HZX4AYynHd.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="900" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9rQ_gkgorBohfFgKs9wR25_WBPFI6JRUFI1EDlIyPManEgxdstOgk-VzbC-IZHzXi1Ro8BCC0SLB1w-7LbzX6RZrgvEycUX9lyDZ1q6fc5cIrdYLJrFhZyhp5MEjjgTqrbrYiU9IOMac/s400/DWfM7HZX4AYynHd.jpg" width="300" /></a></div>
Abu Mazen ha appena sciorinato il suo repertorio al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Inutile riportarlo: il solito campionario di falsità a cui ormai non credono più nemmeno i palestinesi; per non parlare di buona parte del mondo arabo.<br />Leggiamo invece la risposta di Danny Danon, ambasciatore alle Nazioni Unite, per il tramite del suo profilo Twitter:<br />
<blockquote class="tr_bq">
Signor Abbas: lo ha reso ancora una volta evidente, con le Sue parole e il Suo atteggiamento: Lei non è più parte della soluzione. Lei è il problema.<br />I palestinesi hanno bisogno di una guida che investa in istruzione, non nell'esaltazione della violenza. Hanno bisogno di una leadership che costruisca ospedali, e non che paghi i salari ai terroristi. Hanno bisogno di governanti disposti a negoziare con Israele, e che non rifuggano dal dialogo.<br />Il Suo incoraggiamento del terrorismo non si esaurisce nella mera retorica. Ha formalizzato il sostegno palestinese al terrorismo: lo scorso anno, avete speso 345 milioni di dollari in salari e stipendi ai terrortisti. È denaro che poteva essere impiegato, per esempio, nella costruzione di ben 40 ospedali. O 172 scuole, faccia Lei.<a name='more'></a>Nel momento in cui siamo qui riuniti, l'amministrazione americana sta lavorando ancora febbrilmente ad un piano che ci condurrà finalmente alla pace. Ma Lei, signor Abbas, cerca ancora una volta un pretesto per evitarla. Dopo tutti questi anni di recalcitranza, una cosa è certa: quando allunghiamo la mano in segno di pace, Lei mostra il dito medio. Solo quando i terroristi di Hamas espongono la loro mano, Abbas li appoggia a braccia aperte e incondizionatamente.<br />Tre volte al giorno gli ebrei di Israele e di tutto il mondo, si rivolgono verso Gerusalemme e pregano per la pace: «Signore, concedi a tutti la pace e la benedizione, amorevole gentilezza e misericordia a noi, a tutto Israele e a tutto il mondo».<br />Siamo convinti che arriverà il giorno in cui i palestinesi potranno contare su una leadership che condividerà questi nobili ideali. Israele non vede l'ora che quel giorno sopraggiunga, e spera in un avvenire migliore per i palestinesi e per tutto il Medio Oriente.</blockquote>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-41250958399936704902018-01-25T16:06:00.001+01:002018-01-25T16:12:17.673+01:00Voltiamo pagina: basta parlare di "soluzione dei due stati"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiBKzILyGHD5rnVmL5Fgx4O7AFzEcjx28Ib3-HkxPn8LUVkzmau3H97QG_R-V4tvDyZeZ0mlvKTLCnh8u6BHDOTThWHdSFIIu2HlDmf7Pk78zaWwIAz-XPNRqq7j5C0f1y6kq5sKVXup0/s1600/Clipboard01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="945" data-original-width="1021" height="509" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiBKzILyGHD5rnVmL5Fgx4O7AFzEcjx28Ib3-HkxPn8LUVkzmau3H97QG_R-V4tvDyZeZ0mlvKTLCnh8u6BHDOTThWHdSFIIu2HlDmf7Pk78zaWwIAz-XPNRqq7j5C0f1y6kq5sKVXup0/s640/Clipboard01.jpg" width="550" /></a></div>
<br />
Abu Mazen ha ragione: è tempo di cestinare gli Accordi di Oslo del 1993, che per la prima volta nella storia hanno generato un embrione di stato palestinese, oltre ad un vistoso solco nelle casse statali delle democrazie mondiali: febbrilmente impegnate a foraggiare copiosamente un nuovo stato, mai nato, in buona parte per la cinica riluttanza del ceto dirigenziale palestinese.<br />
Quegli Accordi, che contemplavano alfine la creazione di uno stato palestinese, come punto di arrivo di negoziati bilaterali; hanno generato aspettative malriposte da ambo le parti, frustrazione, lutti, arricchimenti dei clan legati prima ad Arafat, poi ad Abu Mazen; copiosi investimenti in sicurezza da parte di Gerusalemme, e fiumi e fiumi di stantia retorica nel resto del mondo.<br />
<br />
La diplomazia deve realizzare il mutamento avvenuto sul campo. Isolato e privo di argomenti, Abu Mazen è sempre più determinato ad avventurarsi lungo il sentiero integralista di Hamas, rivendicando tutto Israele, partendo dalla negazione dei legami fra la sua capitale e la storia trimillenaria degli ebrei, e arrivando ad inventare di sana pianta una "storia del popolo palestinese", ignorando l'assenza di qualsivoglia testimonianza vagamente storicizzata che risalga a prima del 1967.<br />
Si potrà dubitare della buona fede della dirigenza israeliana, qualsiasi colore politico si sia avvicendato alla guida dello stato ebraico; ma è innegabile che tutte le offerte provenute da Gerusalemme - incluse quelle generosissime, imperdibili del 2000-2001 e del 2007-2008 - sono state fermamente rimandate al mittente. Paradossalmente, siamo giunti alla conclusione che gli israeliani potrebbero consegnare ai palestinesi le chiavi di tutte le rispettive case, ottenendone uno sgarbato diniego, derivante dalla consapevolezza che il giorno successivo per la corrotta burogerontocrazia palestinese non ci sarà più alcuna offensiva da scatenare.<br />
<a name='more'></a><br />
Un sondaggio conferma una realtà che manderebbe in fibrillazione le organizzazioni sovranazionali che motivano budget miliardari proprio con il presunto sostegno loro offerto alla cosiddetta "causa palestinese". Un'inchiesta condotta congiuntamente dal Tami Steinmetz Center for Peace Research della Tel Aviv University e dal Palestinian Center for Policy and Research di Ramallah, denuncia il nuovo minimo nel livello di fiducia circa la "soluzione dei due stati" proposta come un disco rotto dalla diplomazia internazionale, incapace di produrre sforzi effettivi e risolutivi.<br />
Il sondaggio parte da un ipotetico piano, che contemplasse la nuova separazione di Gerusalemme - divisa durante l'occupazione giordanta del 1949-67 - con la zona orientale destinata a capitale della "Palestina", il ritiro di Israele ai confini provvisori del 1949, l'ingresso nello stato ebraico di 100.000 palestinesi sedicenti discendenti di coloro che lasciarono lo stato dopo la guerra dichiarata dalle potenze arabe nel 1948 e scambi territoriali fra i due stati. La risposta è stata agghiacciante: bocciata, dal 54% degli israeliani, e dal 57% dei palestinesi. Sotto questa prospettiva, l'iniziativa dell'amministrazione Trump, che ha riconosciuto Gerusalemme quale capitale di Israele, e il chiacchierato piano di pace che beneficerebbe dell'approvazione delle potenze arabe sunnite, ridimensiona le improbabili ambizioni palestinesi, e coglie una realtà da diversi lustri evidente a tutti; tranne a chi si fa accecare dall'ideologia.<br />
<br />
In questo contesto, in rapida evoluzione, l'Europa ha scelto di combattere una battaglia di retroguardia; puramente ideologica, appunto. Il viaggio di Abu Mazen a Bruxelles appare il mesto canto del cigno di un burocrate lanciato alla guida dell'OLP senza minimamente avere la stoffa dello statista. Non che il suo predecessore l'abbia mai avuta. Ma, a questo punto, l'Occidente deve trovare la lucidità di voltare pagina, e congegnare per i palestinesi - se proprio è necessario - una soluzione creativa che tenga conto della realtà sul campo. Non ha senso impiegare decine di milioni di denaro pubblico, al solo scopo di compiere uno sgarbo a chi ha dimostrato visione più lucida.
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-44274716548481348212018-01-25T06:24:00.000+01:002018-01-25T06:24:27.797+01:00Abu Mazen si compra l'aereo privato e ringrazia l'Europa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb_lUL0kNwUn-0i5uL5MK7SAqp_DOFxO5Xys_UdmsWMt2R2a-f0hh0W1o2tuKpbjEaUE4IYZuijsmfs63_DXNhil9F7E0x0VnNoqVlvoQ_exRytTjcvx8-_wC5BVjzso9e5EFGZQL1p0I/s1600/2010-07-08_BD700_Tyrolean_OE-IGS_EDDF_03-e1516821485625-640x400.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="640" height="344" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb_lUL0kNwUn-0i5uL5MK7SAqp_DOFxO5Xys_UdmsWMt2R2a-f0hh0W1o2tuKpbjEaUE4IYZuijsmfs63_DXNhil9F7E0x0VnNoqVlvoQ_exRytTjcvx8-_wC5BVjzso9e5EFGZQL1p0I/s640/2010-07-08_BD700_Tyrolean_OE-IGS_EDDF_03-e1516821485625-640x400.jpg" width="550" /></a></div>
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Le suppliche di Abu Mazen hanno sortito gli effetti sperati. Dopo il clamoroso gesto degli Stati Uniti, che hanno dimezzato gli stanziamenti annuali al bilancio dell'UNRWA, l'agenzia ONU appositamente creata dall'ONU per perpetuare la questione dei profughi palestinesi; Svezia, Olanda e Belgio hanno generosamente messo mano al portafoglio, coprendo il disavanzo venutosi a creare in un ente fondamentale per il benessere dei palestinesi.<br />
Be', per l'esattezza del capo dei palestinesi: Abu Mazen. È notizia di ieri che il corteggiatore seriale della signora Mogherini, a suo agio nelle stanze di Bruxelles come nella repressione dell'opposizione palestinese, ha ordinato uno sfavillante jet privato del valore di 50 milioni di dollari. Il velivolo non è stato ancora consegnato, ma è questione di settimane. L'anziano leader dell'OLP sarà però costretto a recarsi ad Amman, in Giordania, per mettere a tacere le malelingue che lo accusano di corruzione e di sfruttamento delle sofferenze dei palestinesi per il proprio tornaconto personale.<br />
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<a name='more'></a>Secondo gli oppositori, la famiglia Abu Mazen è titolare proprio nella capitale giordana di svariati conti correnti cifrati, del valore di diversi diecine di milioni di dollari; ma appare certo come i fondi faticosamente accumulati in diversi anni di mungitura dei facoltosi finanziatori occidentali, non siano stati impiegati per l'acquisto del lussuoso sfizio volante. Secondo fonti di stampa, l'Abu Mazen One sarà spesato in parte (20 milioni) con fondi dell'Autorità Palestinese, in parte (30 milioni) con disponibilità del Fondo Nazionale Palestinese. Appresa la notizia, i palestinesi più indigenti hanno tirato un sospiro di sollievo: una volta dotato di tutti i lussi, e preparato per gli innumerevoli voli a cui è destinato l'aereo, residueranno fondi per l'acquisto di minime razioni alimentari. Forse.<br />
Dopo essere stato curato in un ospedale israeliano, Saeb Erekat ha accusato Trump di provocare la fame dei bambini palestinesi ospiti dei campi profughi (palestinesi. Che poi non si capisce perché siano segregati lì, potendo essere liberi di circolare nel resto dei territori palestinesi...). Abu Mazen, prima di firmare l'ordine per l'acquisto del costoso giocattolo volante, ha annuito. Pensando forse al fatto che nemmeno Netanyahu, che guida una nazione in pieno boom economico, e un'economia ora dalle dimensioni di quella di Hong Kong, può contare su un aereo personale. D'altro canto, il privilegio palestinese consiste nel poter esercitare liberamente la corruzione, contando sulla tacita benevolenza della stampa; libera casomai di poter accusare il rivale israeliano di pari nefandezze.
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-43653195269918006512017-12-11T18:13:00.000+01:002017-12-12T09:12:12.897+01:00Gerusalemme è ebraica da sempre (sai che notizia...)Circola in questi giorni una statistica rilasciata nel Dopoguerra da una delle tante agenzie ONU (che eclissa nel confronto sulla prolificità la mamma degli stupidi), secondo cui nel 1946 la popolazione di Gerusalemme era equamente divisa fra ebrei (100 mila abitanti) e una combinazione di cristiani, musulmani e altre minoranze (105 mila). Ora, prescindendo dal fatto che la popolazione ebraica costituiva all'epoca maggioranza quantomeno relativa, se non assoluta; occorre riflettere sulla circostanza determinante per cui diverse migliaia di giovani ebrei combatterono in Europa e altrove il nazifascismo sotto le bandiere della Brigata Ebraica e di altre formazioni militari: ciò sacrificava in modo decisivo le statistiche ufficiali.<br />
Al di là di quel preciso momento, rimane un dato storico inoppugnabile: la popolazione ebraica a Gerusalemme è sempre stata maggioranza: relativa, quando non assoluta. Di sicuro lo è stata in tutto il secolo che precedette la guerra che cinque stati arabi scatenarono contro il neonato moderno Stato di Israele, letteralmente poche ore dopo la sua proclamazione solenne.<br />
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Prima di metà Ottocento, le rilevazioni demografiche si fanno più frammentarie e approssimative. Non potremmo certo biasimare la distratta occupazione ottomana per questo: notoriamente, nel corso dei secoli i musulmani non hanno mai tenuto in grande considerazione la capitale israeliana.<br />
Wikipedia cita diversi documenti storici a supporto di una verità incontrovertibile, per quanto scomoda: Gerusalemme è stata da sempre città ebraica. Non mancano le fonti storiche a supporto, per chi le volesse consultare. Legittimo a questo punto dubitare delle fonti ONU: quel consesso che se un giorno dichiarasse che la Terra è piatta e la colpa è di Israele, godrebbe dell'approvazione della stragrande maggioranza dei membri.<br />
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Certo, prima dell'immediato Dopoguerra risulta difficile disporre di statistiche affidabili, per come le intendiamo oggi. Bisogna rifarsi a testimonianze e dati raccolti sul territorio. Ma un secolo fa, in occasione dell'ingresso nella città del generale Allenby, di cui proprio in queste ore si celebra il centenario, un quotidiano dell'epoca riportava: «Gerusalemme ha una popolazione di circa 70.000 persone, di cui i due terzi sono ebrei; il resto della popolazione è composta da cristiani e musulmani, in ragione approssimativamente di due ad uno».<br />
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Nel 1880 gli ebrei rappresentavano il 52% di Gerusalemme Est, e nel 1914 erano ancora il 42% della Città Vecchia. Nel 1948 vivevano 100.000 ebrei a Gerusalemme, contro 65.000 arabi. Un censimento condotto congiuntamente da Israele e Giordania rivelava nel 1961 che il 67.7% della popolazione della città era ebraica. Una foto scattata dall'alto nel 1967 confermava la natura della cosiddetta "Gerusalemme Est": una affollata città murata, punteggiata da quartieri contornati da villaggi.<br />
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<b>Poscritto</b>: oggi, 12 dicembre, Fiamma Nirenstein pubblica su <i>Il Giornale</i> <a href="http://www.fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=3&Id=4151" target="_blank">un articolo</a> che aggiunge ulteriori e preziosi riferimenti storici.<br />
Fra i quali cito: «La conquista araba nel 638 ha dato una sua impronta a quella che era stata per un millennio la capitale ebraica, poi conquistata dai romani nel ‘70 dopo Cristo, poi gestita dai Bizantini. Ma la città nonostante la costruzione 60 anni dopo moschea di Omar, non è mai stata una città curata, glorificata. Né gli ottomani, né i giordani ne hanno fatto una capitale; al contrario anche sotto l'Impero ottomano che inizia nel 1517 per passare la mano agli Inglesi solo nel 1917 è stata una città povera, periferica, negletta, nonostante le bellissime moschee. La città che al tempo del Secondo Tempio aveva 200mila abitanti, quando arrivarono i turchi era arrivata a 10mila abitanti».<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-54185958371529871282017-11-23T12:33:00.000+01:002017-11-23T12:36:59.761+01:00Trump: ai palestinesi non basta concedere il 99%<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfP-aQzTt0b6VuhE1fZmLy4s2z4yyZa2ruL4su_oNKOVpBtaWSYiaqdS4ARDFN0X9vr_8A6StkQqC5oBnclph-IUUCyjARZwEqoE7y6Omp3lxcFXHAbYwDthiMzP97-vY0qlalB27NsIM/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="1024" height="366" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfP-aQzTt0b6VuhE1fZmLy4s2z4yyZa2ruL4su_oNKOVpBtaWSYiaqdS4ARDFN0X9vr_8A6StkQqC5oBnclph-IUUCyjARZwEqoE7y6Omp3lxcFXHAbYwDthiMzP97-vY0qlalB27NsIM/s640/01.jpg" width="550" /></a></div>
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I palestinesi se la sono menata di nuovo. Stavolta, perché pare che l'amministrazione Trump non ha sposato la loro tesi a proposito del conflitto arabo-israeliano. Sono adirati perché sospettano che l'amministrazione Trump non intenda costringere Israele ad accettare tutte le loro richieste.<br />
La faccenda è postas in questi termini: «se non sei con noi, sei contro di noi. Se non accetti integralmente le nostre rivendicazioni, se un nostro nemico; pertanto, di te non ci possiamo fidare, e non ti riconosciamo come arbitro imparziale nella controversia».<br />
La settimana scorsa sono trapelate voci secondo cui il presidente Trump sta lavorando ad un piano di pace organico in Medio Oriente. Ignoti sono al momento i dettagli del piano. Tuttavia, è certo che il progetto non accoglie tutte le richieste palestinese. D'altro canto, nessun piano di pace lo potrebbe.<br />
Le richieste palestinesi sono quanto mai irrealistiche: includendo, tra l'altro, la richiesta che milioni di "rifugiati" palestinesi (in realtà i superstiti fra coloro che lasciarono Israele nel 1948 sono oggi circa 30 mila, NdT) siano accolti in Israele, e che lo stato ebraico rinunci a territori a favore di un futuro stato palestinese, arroccandosi all'interno di confini indifendibili, che collocherebbero Tel Aviv nel mirino di Hamas.<br />
L'autorità palestinese e il suo leader, l'82enne Mahmoud Abbas, ora giunto al dodicesimo anno di presidenza del suo mandato quadriennale; continua ad insistere che non accetteranno nulla che non contempli uno stato palestinese, sovrano ed indipendente, con i quartieri orientali di Gerusalemme adibiti a capitale, e con i territori strappati da Israele alla Giordania dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, che rientrino nella giurisdizione palestinese. Anche nell'improbabile ipotesi che Abbas firmi un qualche accordo, sussiste la concreta possibilità che un domani non troppo lontano un altro capo gli subentri, stracciando l'accordo e dichiarandone la nullità; poiché sottoscritto da un presidente irregolare.<br />
<a name='more'></a>Hamas, il movimento terroristico palestinese che controlla la Striscia di Gaza, rincara la dose: giurando che mai accetterà l'esistenza stessa di Israele su quello che viene rivendicato come un territorio di proprietà musulmana. Hamas vorrebbe papparsi l'interezza dello stato ebraico sorto nel 1948, verosimilmente per fondare un califfato islamico ove ai non musulmani sarebbe riconosciuta la condizione di dhimmi.<br />
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A differenza dell'AP, ad Hamas va riconosciuto il merito della trasparenza circe le reali ambizioni. Da quando è stata fondata, trent'anni fa - e malgrado le illusioni nutrite da alcuni occidentali - Hamas non ha mai modificato il suo obiettivo o il tono dei suoi proclami. L'AP invece sguazza nella sua ambiguità, inviando messaggi contrastanti al suo popolo e alla comunità internazionale. Nessuno davvero sa quale sia la strategia di Abbas nelle relazioni con Israele. Ma il vecchio leader dell'OLP sa come apparire diplomatico: lo fa quando si incontra con i politici occidentali. Ma quando si rivolge in arabo alla sua gente, diventa difficile distinguerne la retorica da quello di Ismail Haniyeh; leader di Hamas. Alcuni gerarchi di Abbas appaiono anche più estremisti di Hamas; tranne, quando parlano in inglese ai diplomatici occidentali: a quel punto, il miele scorre a fiumi. Non di rado l'Occidente è indotto a formarsi un'opinione, che risulta fuori luogo rispetto alle reali intenzioni dei palestinesi. I cui messaggi contraddittori ingenerano l'impressione che possano essere al contempo un partner per la pace e un nemico.<br />
Una cosa è certa: dal punto di vista palestinese, non c'é possibilità di intesa. Dalla loro prospettiva, gli Stati Uniti non possono giocare un ruolo imparziale, in virtù dell'alleanza strategica fra USA e stato ebraico. I palestinesi hanno accusato tutte le amministrazione americane che si sono succedute negli ultimi quattro o cinque decenni, di essere dalla parte di Gerusalemme; salvo intascare in silenzio le centinaia di milioni di dollari di sovvenzioni americane. Ma qualunque cosa farà l'America, essi denunceranno sempre un presunto favore per Israele.<br />
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L'amministrazione Trump sta per imparare una dura lezione: se e quando questo piano di pace vedrà la luce, i palestinesi saranno i primi a rigettarlo, perché non incontra le loro richieste. Abbas sa bene che non può accettare nulla che non contempli il 100% delle promesse formulate.<br />
Gli ultimi giorni ci hanno già fornito alcuni indizi. Ecco come si è espresso Nabil Abu Rudaineh, portavoce di Abbas: «gli americani hanno perso la loro capacità di agire da mediatore nella regione. Gli USA non possono più essere considerati uno sponsor per il processo di pace». E si tratta di un commento moderato, rispetto a quanto pronunciato da altri esponente dell'AP: Saab Erekat ha apertamente minacciato di cessare ogni collaborazione con Washington.<br />
Naturalmente, nessuno prende sul serio queste minacce: tagliare i ponti con gli Stati Uniti sarebbe suicida per i palestinesi. Senza il supporto finanziario degli USA, l'autorità palestinese e lo stesso Erekat sarebbero finiti. Non si capisce se le parole di fuoco di Erekat contemplino anche la rinuncia al denaro dei contribuenti americani...<br />
Queste dichiarazioni casomai vanno viste nel contesto della crescente animosità palestinese, che coincide con l'ostilità nei confronti dell'amministrazione Trump. Questo disappunto è tradotto in retorica di fuoco: i palestinesi ora accusano l'attuale amministrazione USA di cospirare nei loro confronti, con l'aiuto di alcuni stati arabi, che includono Egitto e Arabia Saudita.<br />
I palestinesi hanno concluso che il piano di pace di Trump è da rigettare. Non è accoglibile perché non costringe Israele a concedere tutto ciò che i palestinesi desiderano. Trump così vivrà la stessa esperienza che Bill Clinton ha provato sulla sua pelle a Camp David 17 anni fa: all'epoca, con grande sconcerto dell'allora presidente USA, Yasser Arafat respinse un piano di piace straordinariamente conveniente, offerto dall'allora Primo Ministro Ehud Barak. Trump presto apprenderà che non basta concedere ai palestinesi il 99% delle loro richieste.<br />
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Fonte: <i>Palestinians: If You Do Not Give Us Everything, We Cannot Trust You</i>.<br />
Su <a href="https://www.gatestoneinstitute.org/11402/palestinians-trump-peace-plan" target="_blank">Gatestone Institute</a>.
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-31248661551018335092017-11-21T09:19:00.001+01:002017-11-21T09:19:05.321+01:00Che fine ha fatto la legge italiana "anti BDS"?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl9uA77_CsX4-hkqS-NW3OMxzw1uaXimqFjqdwQn3i4d5NuUb3WydEmCKUCXTu8jZ2x5QJX-MYBepJ-OZcjERS79KAZ8aTDcQp_F42nvAOVIBnL9d0Zdb1g8im0AJZdD03irFhcpX91lw/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="387" data-original-width="619" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl9uA77_CsX4-hkqS-NW3OMxzw1uaXimqFjqdwQn3i4d5NuUb3WydEmCKUCXTu8jZ2x5QJX-MYBepJ-OZcjERS79KAZ8aTDcQp_F42nvAOVIBnL9d0Zdb1g8im0AJZdD03irFhcpX91lw/s320/01.jpg" width="320" /></a></div>
Giace in Commissione Giustizia del Senato un disegno di legge, originariamente depositato ad agosto 2015, che porrebbe l'Italia all'avanguardia e in prima linea nella lotta al moderno antisemitismo: quello goffamente mascherato da «innocuo e pacifico» antisionismo. Il DDL, dal titolo "Norme contro le discriminazioni" - primo firmatario Luigi Compagna - si compone di tre articoli, e vede fra i promotori autorevoli legislatori del calibro di Emma Fattorini, senatrice PD, membro della Commissione per la protezione e promozione dei diritti umani; nonché Paolo Corsini, già relatore della legge di ratifica dell'Accordo tra Italia e Israele in materia di pubblica sicurezza.<br />
Il DDL punta il dito contro il movimento definito «Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni» (BDS); che, accantonando il proposito di supportare e incoraggiare il cammino del popolo palestinese verso la democrazia, bersaglia direttamente lo stato ebraico: nelle sue istituzioni scientifiche, accademiche, commerciali ed istituzionali. <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUqVkNs21B0N2cwhci8Dy9JQs70AokJnwkMt0u5KFu9wzDx0ugZ9x34JaQROHK67IXnQ-qbllxRVmScfhCqVZCMOpPPo4Z477CaI3znAEgYRlgjy5fEQfdJvd5DU7PfdqlL5BV8jw1CDk/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="375" data-original-width="550" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUqVkNs21B0N2cwhci8Dy9JQs70AokJnwkMt0u5KFu9wzDx0ugZ9x34JaQROHK67IXnQ-qbllxRVmScfhCqVZCMOpPPo4Z477CaI3znAEgYRlgjy5fEQfdJvd5DU7PfdqlL5BV8jw1CDk/s320/02.jpg" width="320" /></a></div>
La relazione di accompagnamento ci ricorda che «il moderno assalto ideologico a Israele e il cosiddetto movimento BDS nascono nel 2001 alla Conferenza delle Nazioni Unite a Durban, dove forze anti-israeliane hanno trasformato un evento, originariamente nato per affrontare la lotta globale contro il razzismo, in un inedito festival dell'odio contro lo Stato ebraico». I proponenti della legge rilevano come la normativa vigente non risulti pienamente efficace a contrastare queste condotte di demonizzazione dello stato ebraico; e, partendo dall'esperienza transalpina, elaborano in soli tre articoli un'architettura che rende penalmente rilevanti le azioni di incitamento ed incoraggiamento alla discriminazione razziale, etnica, nazionale o religiosa: che si sostanzi anche solo nell'intralcio ad attività economica, motivato dalle suddette finalità. Come ha ricordato <a href="http://www.linformale.eu/dureghello-anche-italia-si-doti-di-legge-anti-bds-e-ue-deve-capire-ruolo-di-israele/" target="_blank">lo scorso anno</a> il presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, è importante che l'Italia si doti di una normativa che renda illegali le attività di boicottaggio dello stato ebraico, al pari di quanto fatto efficacemente dalla Gran Bretagna.<br />
Le infrazioni della "legge anti-BDS" sono punite con la reclusione fino a dieci anni. L'auspicio è che prima della conclusione di questa legislatura si trovi il modo, se non di approvare; quantomeno di far compiere significativi passi in avanti ad una normativa che allineerebbe l'Italia alle nazioni più civili sul fronte della lotta al moderno antisemitismo; e che permetterebbe di dimenticare alcuni maldestri passi falsi della nostra diplomazia in seno ai consessi sovranazionali.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYtNUB7IXSc4yZwfE_wTySJvtyHTOns9nqvZHQ14U5HAr4rWxU6Y4HYC9ZokXytHyGJYDttBNpd_hLEgtAmxZfR6P7aoUmQ8B26dVnVcpyBatC6bSaAl5V4KiVX0tVfRFDpx2VrBuSpA4/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="436" data-original-width="600" height="401" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYtNUB7IXSc4yZwfE_wTySJvtyHTOns9nqvZHQ14U5HAr4rWxU6Y4HYC9ZokXytHyGJYDttBNpd_hLEgtAmxZfR6P7aoUmQ8B26dVnVcpyBatC6bSaAl5V4KiVX0tVfRFDpx2VrBuSpA4/s640/03.jpg" width="550" /></a></div>
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<a href="http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLPRES/939906/index.html" target="_blank">Link al Disegno di legge 2043</a><br />
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-4422498769387573782017-11-20T10:03:00.002+01:002017-11-20T10:17:43.286+01:00P come Palestina?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZkSjl3q0E18XOreiYdk6GnG-JBtbBPDF5DCZLMRGCEmuNamveI3zeaudPUx62pqYvDngVrPCsVo8EAxgH5KlAnogm61qPBn0_wYBECqX0f6jEj3cFoMOUn3keoHS9oft04j0Qwz1Fl-w/s1600/01.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="539" data-original-width="1074" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZkSjl3q0E18XOreiYdk6GnG-JBtbBPDF5DCZLMRGCEmuNamveI3zeaudPUx62pqYvDngVrPCsVo8EAxgH5KlAnogm61qPBn0_wYBECqX0f6jEj3cFoMOUn3keoHS9oft04j0Qwz1Fl-w/s640/01.gif" width="550" /></a></div>
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Nell'ansia spasmodica di produrre una narrativa - oggi si suole parlare di "storytelling" - che ingeneri nella distratta opinione pubblica la sensazione che uno stato arabo chiamato "Palestina" sia sempre esistito; i filopalestinesi indulgono in iniziative che sfociano nel grottesco.<br />
È il caso di un abecedario che ha fatto la sua comparsa in alcune librerie di New York. Eloquente il titolo: "P come Palestina"; non tanto per il proposito citato, quanto per un grossolano errore di partenza: la lettera "P" nell'alfabeto arabo non esiste; come d'altro canto l'equivalente della nostra lettera "G".<br />
Le mamme che hanno avuto la sventura di imbattersi in questo atto di propaganda hanno espresso tutto il loro disappunto alla stampa locale: lo stato di Israele non è riconosciuto; in compenso, la lettera "I" celebra l'intifada, che ha seminato orrore nella società israeliana nella prima metà dello scorso decennio.<br />
<a name='more'></a>L'autrice del "libro", tale Golbarg Bashi, di origine iraniana, è cresciuta in Svezia prima di stabilirsi negli Stati Uniti, dove si è occupata di cultura persiana, prima di dedicarsi a questa opera, grazie ad una raccolta pubblica di fondi che le ha consentito di disporre di un gruzzolo di 15 mila dollari. Insegna storia alla Pace University.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbXorlevZzloXXC7eCo3x4q4gjAkOd-3p1DCquW5tkff6q_uZa9W7bfg3MTOrc-SrNide7NldvLW4mCFmMl1ogBRfp6l1qOh2uWmRJLxVvE-yvjZzAHNvDiOJIMfWmGW5NKbFJArp8FPM/s1600/02.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="620" data-original-width="920" height="372" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbXorlevZzloXXC7eCo3x4q4gjAkOd-3p1DCquW5tkff6q_uZa9W7bfg3MTOrc-SrNide7NldvLW4mCFmMl1ogBRfp6l1qOh2uWmRJLxVvE-yvjZzAHNvDiOJIMfWmGW5NKbFJArp8FPM/s640/02.gif" width="550" /></a></div>
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Sul suo blog abbondano post antisemiti: «Israele è uno stato religioso e razziale, basato sull'apartheid». Forse anche per questo l'abecedario gode del sostegno di Rashid Khalidi («Questo libro fornisce un'introduzione alla cultura palestinese che sarà apprezzata dai bambini»), di Rula Jebreal («il libro è una imbarcazione che ci collega alla nostra patria») e, dulcis in fundo, da Linda Sarsour. Anche per questo, è facile pronosticarne il flop.
<br /><br />Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-10940590001177470532017-11-19T18:50:00.001+01:002017-11-19T18:50:26.275+01:00I palestinesi non l'hanno presa bene, e ora minacciano gli USA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU1LNyr5mmm_Wmf6Ut5qu1GyVH1pjsgDpLHYccp2_Lr75fVYU48c6Vi_nMgo0YqVa-quwnjD63XyuVMY8rB6e7l_96P862kjoDMAQpWI0ZDom6lNNBgMMCuQRknFwAOsJV9OKSLNzd2Ks/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="293" data-original-width="560" height="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU1LNyr5mmm_Wmf6Ut5qu1GyVH1pjsgDpLHYccp2_Lr75fVYU48c6Vi_nMgo0YqVa-quwnjD63XyuVMY8rB6e7l_96P862kjoDMAQpWI0ZDom6lNNBgMMCuQRknFwAOsJV9OKSLNzd2Ks/s640/01.jpg" width="550" /></a></div>
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Non l'hanno presa granché bene.<br />
Come è noto, ieri l'amministrazione Trump ha annunciato il mancato rinnovo della licenza che consente all'OLP di mantenere negli Stati Uniti un ufficio di rappresentanza. Un modo diplomatico per prendere le distanze da un'organizzazione responsabile del rifiuto di tutte le proposte di pace pervenute da Gerusalemme negli ultimi decenni.<br />
In un video pubblicato su Twitter Saab Erekat, capo negoziatore e segretario generale dell'OLP ha adottato toni fermi ma minacciosi, dichiarando «inaccettabile» la decisione americana, e aggiungendo: «se chiuderanno ufficialmente la nostre sede di Washington DC, cesseremo tutti nostri contatti diplomatici con l'amministrazione americana».<br />
Pochi giorni prima, il Congresso USA <a href="http://ilborghesino.blogspot.it/2017/11/gli-americani-negano-i-fondi-ai.html" target="_blank">aveva approvato una legge</a> che vincola le sovvenzioni americane all'eliminazione di ogni forma di supporto a favore delle famiglie dei terroristi palestinesi. Ancora oggi, difatti, malgrado le rassicurazioni di facciata, una larga fetta dei contributi internazionali è impiegata per sussidiare i palestinesi - e relative famiglie - che compiano atti di terrorismo ai danni dei civili israeliani.<br />
<a name='more'></a>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieeyKkHQk2r6QtWN6RHN8TQ4jdDrWJHPQgIBtTzAPM-jv3o22bjbOUBpul4PDxo3Ios6ie2KJz3rgKKoaNvddUshx6ICa91VOFBZCY55ayGVcyTIy8DD_hhagGKT-aGk74fSVNE-DgtJQ/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="759" data-original-width="749" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieeyKkHQk2r6QtWN6RHN8TQ4jdDrWJHPQgIBtTzAPM-jv3o22bjbOUBpul4PDxo3Ios6ie2KJz3rgKKoaNvddUshx6ICa91VOFBZCY55ayGVcyTIy8DD_hhagGKT-aGk74fSVNE-DgtJQ/s320/02.jpg" width="316" /></a></div>
La sede di Washington dell'OLP è stata aperta nel 1994, subito dopo l'approvazione del Trattato di Oslo. Una cornice normativa solennemente sottoscritta dalla stessa OLP e da Israele, con la benedizione di Stati Uniti e Unione Europea che, nelle intenzioni, avrebbe condotto ad un negoziato di pace bilaterale e dunque ad un accordo definitivo fra i contendenti. La licenza concessa ai palestinesi sul suolo americano era stata finora rinnovata di sei mesi in sei mesi. Esponenti dell'amministrazione americana hanno evidenziato come recenti dichiarazioni palestinesi - come la minaccia di intraprendere iniziate unilaterali, non previste dagli Accordi del 1993 - hanno esasperato gli Stati Uniti, inducendo la negazione del rinnovo virtualmente tacito, con conseguente addebito di gravi responsabilità per il deragliamento dei negoziati di pace in capo ai palestinesi. Venerdì l'amministrazione USA aveva stigmatizzato il rifiuto palestinese di condurre negoziati di pace sostanziali e diretti con Israele.<br />
L'Organizzazione per la Liberazione della palestina è stata fondata nel 1964. Tre anni prima dell'occupazione israeliana dei territori storicamente noti come Giudea e Samaria, avvenuta all'indomani della Guerra dei Sei Giorni del 1967.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-45899318647922559672017-11-16T11:21:00.004+01:002017-11-16T11:21:53.854+01:00Gli americani negano i fondi ai terroristi palestinesi? nessun problema: ci penseranno gli europei...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguJRpFyLI9wvQPQlXa-Vu_ELFP921K5KVC7Zp55BYwPT_S55-ocNePnRUs1K04bg7KgDMuBATlARvwZuXw9k_3G8qix9t88r9BaREQw8UjnSHLtPdCumE81gNHHNrld35EZ09J6q-u5yo/s1600/DOsI20qXcAAjXUr.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="817" data-original-width="634" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguJRpFyLI9wvQPQlXa-Vu_ELFP921K5KVC7Zp55BYwPT_S55-ocNePnRUs1K04bg7KgDMuBATlARvwZuXw9k_3G8qix9t88r9BaREQw8UjnSHLtPdCumE81gNHHNrld35EZ09J6q-u5yo/s320/DOsI20qXcAAjXUr.jpg" width="248" /></a></div>
Kristine Luken era una cittadina americana residente nel Regno Unito. Nel 2010 si trovava in Israele, con una sua amica: con cui si stava arrampicando sulle colline alla periferia di Gerusalemme, quando fu avvicinata da due palestinesi, che le chiesero in ebraico dell'acqua. Il sesto senso indusse la sua amica ad esortarla di tornare indietro. Troppo tardi: mentre ripiegavano verso il villaggio di Mata, ad ovest della capitale israeliana, i due palestinesi avvicinarono la coppia, colpendola ripetutamente con dei coltelli. L'amica riuscì a scappare, Kristine Luken perse la vita. I palestinesi in seguito ammisero l'omicidio della donna, profondamente legata allo stato ebraico.<br />
Il sacrificio di Kristine Luken non è stato vano. Il Congresso americano ieri ha approvato in via definitiva il <i>Taylor Force Act</i>, una normativa bipartizan che dispone il congelamento delle sovvenzioni americane all'Autorità Palestinese, fin quando l'AP si impegnerà ad abrogare il sistema di sussidi e premi in denaro a favore dei terroristi palestinesi e delle loro famiglie. Il provvedimento è stato approvato grazie anche all'appoggio della minoranza democratica, inizialmente persuasa da Abu Mazen che ciò avrebbe danneggiato i palestinesi più indigenti. Nulla di più falso, evidentemente.<br />
<a name='more'></a><br />
Mentre gli Stati Uniti compiono un significativo passo in avanti nell'inchiodare l'AP alle sue gravi responsabilità, a Bruxelles si esprime compiacimento per l'intesa formalmente raggiunta fra Al Fatah e Hamas che, nelle intenzioni annunciate, dovrebbe dotare la Striscia di Gaza e il West Bank di un governo unitario. Ieri l'Unione Europea <a href="https://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/238137" target="_blank">ha emesso un comunicato</a> con cui si impegna a fornire qualunque supporto a favore di un'integrazione fra le due fazioni, il cui pieno realizzo sarà celebrato dalla riapertura della rappresentanza diplomatica comunitaria (EU Border Assistance Mission) a Gaza.<br />
Il che comporta la prospettiva di nuove generose e incondizionate sovvenzioni finanziarie. Privato del supporto economico americano, il terrorismo palestinese potrà contare sulla generosità degli amici europei.<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-1420389437172904872017-10-28T16:19:00.003+02:002017-10-28T16:24:38.304+02:00Fedez e J Ax inventano l'Intifada romantica<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioUMV4-rJ9qE3IPHdvwzGsi5_yGB17C8naLXzME3tl5aJwmrYs7kWmHjvDHHMxvQIHg02MfS5Ao0mV2QaqJkBcO8votD5UvTwzzKJx6Eqi8tmdQe8rNaFczXFZ5ywwaO-rIfOQ5GPKf3Q/s1600/Clipboard01.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="557" data-original-width="941" height="325" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioUMV4-rJ9qE3IPHdvwzGsi5_yGB17C8naLXzME3tl5aJwmrYs7kWmHjvDHHMxvQIHg02MfS5Ao0mV2QaqJkBcO8votD5UvTwzzKJx6Eqi8tmdQe8rNaFczXFZ5ywwaO-rIfOQ5GPKf3Q/s640/Clipboard01.gif" width="550" /></a></div>
<br />
Gli spettatori di <i>X Factor</i> l'altra sera hanno trasalito. Due rapper sono saliti sul palco e hanno intonato (meglio: stonato) i versi di una canzone che sta per essere spietatamente propagata da media e radio commerciali. Sarebbe un'opera dedicata alla fidanzata di uno dei due, la nota fashon blogger Chiara Ferragni.<br />Non sapremmo giudicare a fondo né se l'impegno sarà ricambiato, e la coppia convolerà a giuste nozze; né se il disco andrà incontro a travolgente successo. Speriamo di no - non ce ne vogliano i dirigenti di SKY - perché il brano contiene una dedica che suona dolorosamente beffarda per migliaia di famiglie che hanno perso i propri cari per mano del terrorismo palestinese.<br />
<a name='more'></a>Ad un certo punto tocca proprio sentire<br />
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<i>Sono poco docile </i><br />
<i>Non ho il sangue nobile </i><br />
<i>So che qui chi ti disprezza compra i followers </i><br />
<i>Comunque vada cara tu sei la mia Intifada </i><br />
<i>Comunista con il Rolex di rifondazione Prada </i><br />
<br />
Forse le intenzioni di chi ha scritto questa sublime lirica erano nobili. Forse il cantante intendeva manifestare tutto il suo affetto per la bella.<br />Ad ogni modo, se si sa che "Prada" e "Rolex" è roba per persone danarose (magari tamarre; ma questo non conta); bisognerebbe altresì sapere che l'intifada è stata un'ondata di terrorismo che ha colpito la gente di Israele fra il 1987 e il 1983, e nella prima metà dello scorso decennio. Nel complesso, 160 israeliani sono stati uccisi nel primo periodo, e più di mille persone, nel secondo: mentre andavano a scuola, mentre viaggiavano sui mezzi pubblici, mentre sorseggiavano un caffé o degustavano una pizza. Colpiti da terroristi senza scupoli. In luoghi pubblici ed affollati, senza distinzioni di età.<br />
È a causa dell'intifada che il governo di Gerusalemme ha dovuto disporre la creazione di una barriera difensiva al confine fra Israele e i territori palestinesi; peraltro con notevole successo in termini di vite salvate dalla barbarie palestinese.<br />E un innamorato vorrebbe persuadere la sua donna circa i propri sentimenti, definendola una "intifada"? Fedez, sei proprio sicuro che associando la sua immagine a sangue e lutti, la tua cara finalmente capitolerà?<br />
<br /><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-21178430484425879822017-10-06T14:34:00.001+02:002017-10-06T14:35:39.378+02:00Belli, i tempi dell'occupazione israeliana<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZFnn4F8kp1FT_ig0VfZqt5927ZbiCr6vJgDmONfMJlUUOHUHdx_D8wUwYmpZddGLZXzKeWlJAwSNCOQdIMc-FG27WdbOvvK-trVPD-LAA_ym0kl3BCD7FuilY70gHKiM6wFaSn1HKNrg/s1600/mines-FEb-1-16-TND.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="797" data-original-width="1200" height="365" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZFnn4F8kp1FT_ig0VfZqt5927ZbiCr6vJgDmONfMJlUUOHUHdx_D8wUwYmpZddGLZXzKeWlJAwSNCOQdIMc-FG27WdbOvvK-trVPD-LAA_ym0kl3BCD7FuilY70gHKiM6wFaSn1HKNrg/s640/mines-FEb-1-16-TND.jpg" width="550" /></a></div>
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L'UNCTAD (<i>la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo, NdR</i>) ha rilasciato il mese scorso un rapporto, intitolato "Assistenza al popolo palestinese: lo sviluppo economico nei territori palestinesi occupati", con cui si tenta febbrilmente di distorcere le statistiche in modo da far ricadere sugli israeliani i mali dell'economia palestinese. A ben vedere, però, i dati mostrano una realtà diversa.<br />
Quando West Bank e Gaza erano sotto il pieno controllo israeliano, la disoccupazione fra i palestinesi era virtualmente inesistente: il 2.8% della forza lavoro (<i>NdR: a titolo di riferimento, il tasso di disoccupazione è oggi del 3.0% in Svizzera, del 3.6% in Germania, del 4.1% in Israele e del 4.4% negli Stati Uniti. Paesi senza dubbio in boom economico, o comunque dal ciclo economico solidissimo</i>). Ma dopo l'approvazione degli Accordi di Oslo del 1993 la disoccupazione nei territori palestinesi montò, in concomitanza con la decisione dell'OLP di dichiarare guerra ad Israele.<br />
<a name='more'></a><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHlc1tF3IvhB7ZDHjDmLQGyNN9bbKTt4JipdoyYmMnbApQvwKQiEKLT46wFKh2UJZyLwy_6msLvTQa4kv23H0z1eRJBp9fxPFcIJY63_L3gyY3xJkDwVCLby2IOn4TSaqd6GR4miO72ws/s1600/unctad1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="228" data-original-width="555" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHlc1tF3IvhB7ZDHjDmLQGyNN9bbKTt4JipdoyYmMnbApQvwKQiEKLT46wFKh2UJZyLwy_6msLvTQa4kv23H0z1eRJBp9fxPFcIJY63_L3gyY3xJkDwVCLby2IOn4TSaqd6GR4miO72ws/s640/unctad1.png" width="550" /></a></div>
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L'UNCTAD biasima lo stato ebraico per le lunghe attese a cui si sottoporrebbero i palestinesi per ottenere un impiego. Ma trascura che, dal 1994 i palestinesi hanno avuto ben 23 anni per costruire un'economia: senza riuscirvi.<br />
Un altro dato rilevante, è citato nello stesso rapporto: «l'economia palestinese è cresciuta del 7.4% fra il 1969 e il 1992, e del 4.4% fra il 1994 e il 2016». Un tasso di crescita annuale del 7.4% è unico al mondo! gli stati moderni ammazzerebbero, per conseguire un'espansione del genere (<i>la Cina, a detta di tutto l'economia più dinamica del pianeta, cresce oggi del 6.9%, NdR</i>). E tutto questo, grazie alla "occupazione" israeliana.<br />
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L'UNCTAD cerca in ogni modo di ricondurre i malessere della moderna economia palestinese alla presunta occupazione israeliana. Ma non è questo che ha spinto l'economia palestinese nel cesso: è la decisione della leadership palestinese di generare un sistema basato sulla corruzione, sulla burocrazia e sul malaffare, mentre con l'altra mano foraggia gli attentati terroristici ai danni dei civili israeliani; mentre si prepara alla prossima guerra ai danni di Gerusalemme.<br />
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(H/t: <a href="http://elderofziyon.blogspot.com/2017/10/the-best-years-in-palestinian-history.html" target="_blank">Elder of Ziyon</a>).
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-37726572998854475552017-09-28T09:32:00.002+02:002017-09-28T09:32:56.219+02:00Un palestinese denuncia all'ONU la corruzione del regime di Abu Mazen<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi1DbD67n89UKEWeYFRPL_CSdoU84YEJEOiq_Zsbc0wrUb1qAZdpgMwG4I6xO2uQWn4D2jfNwP8l_gFX3chHYa3hfCCtB5rbwSHfgFr5o1oAJZXQu68RwAE5PpeoeiL7DNYUmd2NN04TA/s1600/Clip1.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="498" data-original-width="1082" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi1DbD67n89UKEWeYFRPL_CSdoU84YEJEOiq_Zsbc0wrUb1qAZdpgMwG4I6xO2uQWn4D2jfNwP8l_gFX3chHYa3hfCCtB5rbwSHfgFr5o1oAJZXQu68RwAE5PpeoeiL7DNYUmd2NN04TA/s640/Clip1.gif" width="550" /></a></div>
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È stata una giornata memorabile, quella di lunedì a Ginevra. Dove si è tenuta la 36esima sessione del Consiglio ONU per i Diritti Umani (OHCHR), un organismo composto da 47 nazioni, che con i diritti umani sovente non hanno alcuna confidenza: Qatar, Venezuela, Cina, Cuba, Egitto, Iraq, Arabia Saudita vi dicono qualcosa?<br />
Un organismo autoreferenziale, corrotto e degno di fare la stessa fine della omologa Commissione ONU per i Diritti Umani, cancellata nel 2006 per manifesta incapacità di perseguire l'obiettivo originario della «promozione ed incoraggiamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali». Di fatto, questo costosi carrozzoni servono per fornire a stati canaglieschi una ribalta mediante la quale scagliarsi contro l'unico stato che in Medio Oriente garantisce da sempre democrazia, tutela delle minoranze, pluralità e libertà di pensiero, di culto e di espressione.<br />
Anche questa sessione dell'OHCHR ha seguito il copione abituale: il tema all'ordine del giorno, manco a dirlo, era la situazione dei diritti umani in "Palestina". Erano iscritti a parlare il delegato dell'OLP: «Israele continua la sua politica coloniale e le sue violazioni»; quello siriano: «Israele persegue la giudeizzazione di Gerusalemme; il Qatar: «le violazioni razziste perpetuate da Israele...»; la Nord Corea: «Israele continua a commettere violazioni dei diritti umani in palestina». Di analogo tenore i deliri profferiti dai delegati di Pakistan, Venezuela e Iran: solita solfa, che ormai annoia anche chi odia a morte lo stato ebraico. Non se ne può più.<br />
Ma quando il presidente dell'assemblea concede la parola al palestinese Mosab Hassan Yousef, il palazzo trema.<br />
<a name='more'></a><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/c2NaiX-hvVQ" width="560"></iframe>
</center>
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Siamo davvero orgogliosi di riportare la testimonianza di questo coraggioso relatore. Integralmente:<br />
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<blockquote class="tr_bq">
Grazie, signor presidente. Prendo la parola a nome dell'UN Watch. Mi chiamo Mosab Hassan Yousef. Sono cresciuto a Ramallah, e sono stato un membro di Hamas. Mi rivolgo all'Autorità palestinese, che sostiene di essere l'unica legittimata a rappresentare il popolo palestinese; e chiedo: da dove proviene la vostra legittimazione?<br />
Il popolo palestinese non vi ha eletti, e non vi ha conferito alcuna rappresentanza. Vi siete autonominati! Non rendete conto al vosto popolo, e vi macchiate di totale violazione dei diritti umani dei palestinesi. A dirla tutta, i palestinesi e il loro sviluppo umano è l'ultimo dei vostri pensieri.<br />
Sequestrati gli studenti dalle scuole per torturarli e condurli nelle vostre prigioni. Torturate gli oppositori politici. La sofferenza del popolo palestinese è il risultato della vostra autoreferenzialità. Siete voi, il maggior nemico del popolo palestinese!<br />
Se Israele non esistesse, non avreste nessuno da biasimare. Assumetevi la responsabilità del vostro operato: alimentate il conflitto per perpetuare il vostro potere abusivo.<br />
E usate questa platea per ingannare l'opinione pubblica internazionale, per confondere la società palestinese, inducendo a credere che sia Israele il responsabile dei problemi che voi stessi generate.<br />
Grazie.</blockquote>
<br />
Sconcerto del pubblico, smarrimento dei delegati, sgomento dei delegati palestinesi. Temiamo per la vita di questo coraggioso palestinese, che ha denunciato la corruzione del regime che opprime e sopprime il popolo palestinese. Una testimonianza scioccante, ma non per questo sorprendente, per chi conosce la realtà del conflitto israelo-palestinese.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5Pmpo2ymJGpHD1VM57vAsUd8V1JCe2s6To-3liiI5pEqzQLJOD3HKCRakSughym5hj5YLamQ4-f2SJMacIG6MpatQDg66UFwCIza9IHE8yoMy-OxjMUonmVpSH-iVpAgq3V60Vch6AoI/s1600/Clip2.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="1083" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5Pmpo2ymJGpHD1VM57vAsUd8V1JCe2s6To-3liiI5pEqzQLJOD3HKCRakSughym5hj5YLamQ4-f2SJMacIG6MpatQDg66UFwCIza9IHE8yoMy-OxjMUonmVpSH-iVpAgq3V60Vch6AoI/s640/Clip2.gif" width="550" /></a></div>
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-24491051349926464332017-09-17T07:26:00.001+02:002017-09-17T07:26:22.361+02:00L'inferno delle carceri palestinesi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1jnXlgJQVzAN6RFw__JolC9bZ5FpAvuEhcG8wbBPETAuHsJKX6KubCqEfNIcaW1UtcbdH5LGCDFPvZGyAdmCLI4_diluiP3UfugOr12UHAw9ftjYr1nZ-DXgCWwcccPJubxQbyKjZw2o/s1600/392225.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="628" data-original-width="898" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1jnXlgJQVzAN6RFw__JolC9bZ5FpAvuEhcG8wbBPETAuHsJKX6KubCqEfNIcaW1UtcbdH5LGCDFPvZGyAdmCLI4_diluiP3UfugOr12UHAw9ftjYr1nZ-DXgCWwcccPJubxQbyKjZw2o/s640/392225.jpg" width="550" /></a></div>
<br />
Era come in un film dell'orrore. Legato al soffitto. Il suo inquisitore, palestinese, lo percuoteva sulle gambe. Gli hanno negato il cibo per un lungo arco di tempo, e quando gliel'hanno concesso, era a mala pena mangiabile.<br />
Quando Sami, un palestinese di Nablus (nome e origine sono di fantasia per motivi di sicurezza) si addormentava o impiegava più di un minuto in bagno, i carcerieri gli gettavano acqua in faccia. Ed era acqua "buona".<br />
Quando volevano fare sul serio, gli gettavano acqua bollente sul petto.<br />
I segni sul corpo degli interrogatori subiti sono ora meno evidenti rispetto a quindici anni fa. Ma molte cicatrici sono ancora visibili.<br />
Prossimo ai 40 anni, Sami di recente ha rivelato la sua storia al Jerusalem Post. Oscilla fra la depressione e un inquietante distacco del corpo dagli eventi: residui evidenti di sopravvivenza ad un trauma estremo.<br />
Quando cinque agenti dei servizi segreti palestinesi lo prelevarono a forza dalla sua abitazione, in un pomeriggio ai tempi della seconda intifada, circa quindici anni fa, Sami era un giovane. Fu l'ultimo dei suoi giorni normali.<br />
<a name='more'></a>«Si sono presi tutta la mia vita. Non mi sono più sposato. Non posso sottoscrivere contratti di lavoro, che non siano lavoretti di poco conto. Faccio fatica a parlare e precipito spesso nella depressione». Sami è uno dei 51 palestinesi arrestati dall'Autorità Palestinese su sospetto di collaborazione con Israele; a cui la Corte distrettuale di Gerusalemme, <a href="http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Israeli-courts-to-let-Palestinians-sue-PA-for-torture-500160" target="_blank">in una sentenza dello scorso 19 luglio</a>, ha confermato la legittimità di trascinare l'ANP in una causa in Israele. La decisione giunge dopo aver raccolto per anni diverse testimonianze da parte di cittadini palestinesi. <br />
Secondo la giustizia israeliana, se si tratta di sventare attacchi terroristici ai danni degli israeliani, l'ANP è obbligata dagli Accordi di Oslo a collaborare in tal senso, e non può trattare i suoi cittadini come criminali; tantomeno torturarli.<br />
La maggioranza delle vittime sarà chiamata a testimoniare davanti alla corte, affinché questa possa calcolare l'ammontare degli indennizzi dovuti, sebbene sia facile prevedere che l'ANP si opporrà, negando gli addebiti mossigli.<br />
Una delle vittime delle torture ha avanzato richieste di risarcimento per 74 milioni di shekel (<i>pari a quasi 18 milioni di euro, NdT</i>), e il totale dei risarcimenti è stimato fra i 500 e i 700 milioni di NIS (<i>al cambio attuale, fra 120 e 165 milioni di euro, NdT</i>), con l'entità dell'indennizzo che varia a seconda della brutalità e persistenza della tortura inferta.<br />
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Ma i casi come quello di Sami hanno anche risvolti personali.<br />
C'è l'episodio della sua visita ad un "dentista", per curare il suo mal di denti. Parla Sami: «avevo mal di denti. Mi condussero da un dottore, il quale si informò sul mio conto, e gli rivelarono che avrei collaborato con Israele. Sicché il dentista mi estrasse altri denti, tranne quello che mi duoleva. E questo, mi disse, perché avevo aiutato Israele.<br />
Dopo quell'episodio tentai il suicidio. Era tutto contro di me. Tentai di dissanguarmi con delle pietre».<br />
Poi c'è la storia di "Dani", un uomo un po' più anziano di Sami. Dani fu prelevato dalle guardie dell'ANP mentre andava a lavorare in Israele: anche in questo caso all'inizio della seconda ondata di attacchi palestinesi ai danni delle persone israeliane.<br />
A differenza della rassegnata passività di Sami, Dani tenta di reagire, di non lasciarsi andare. Afferma di ignorare il luogo della sua prima detenzione, poiché fu bendato e coperto in volto da un panno inzuppato di orina. Non ha visto la luce del sole per sei giorni, non sapeva se fosse il giorno o la notte, rimase digiuno per diverso tempo e quando aveva del cibo, era immangiabile. Dormiva per terra nella sua cella e lì era costretto ad esplatere i suoi bisogni fisiologici. Lo costringevano a subire enormi sbalzi termici, fino a quando ad un certo punto perse conoscenza.<br />
I suoi carcerieri gli hanno provocato delle ustioni permanenti sul braccio sinistro. Gli chiedono come si sia procurato quelle bruciature: «come potrei sapere se mi hanno ustionato con una forchetta o un coltello rovente? era incappucciato e non avevo idea di cosa mi circondasse!»<br />
Ad un certo punto Dani reagì, e rivolgendosi ai suoi aguzzini esclamò: «cosa volete da me? volete che firmi una dichiarazione in cui ammetta di aver collaborato con lo Shin Bet (<i>il servizio di sicurezza interna israeliano, NdT</i>). Va bene, lo farò. Sottoscriverò anche che avrò venduto il Monte del Tempio, e che ho collaborato con Israele, se è questo che volete». Lo colpirono ripetutamente sui denti e sui testicoli. Adesso Dani ha problemi di minzione. <br />
Attualmente vive in una località nel nord di Israele. Alcune vittime delle torture palestinesi, come Dani, hanno ottenuto un impiego dopo un periodo di riabilitazione. Altri, come Sami, sono ormai inabili al lavoro.<br />
Arduo accertare se queste vittime alla fine abbiano davvero collaborato con lo Shin Bet, e se le dichiarazioni rese ai carcerieri palestinesi siano autentiche. Dani lo ha fatto, e quando gli è stato rinfacciato il tradimento del suo popolo, ha risposto: «sono un essere umano. Non sopporto lo spargimento di sangue. Se qualcuno fa del male, io reagisco: voglio soltanto salvare vite. Non siete dio che può decidere di punire la gente».<br />
Afferma di amare Israele, perché meritevole di fiducia e riconoscente nei confronti di chi ne apprezza la collaborazione. Dani ora collabora con lo Shin Bet in seguito all'ostilità subita ad opera di altri palestinesi. Ora ha un lavoro, si guadagna da vivere e può mantenere la sua famiglia perché «quando fai una buona azione, dio ti viene in soccorso».
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Fonte:<br />
<i>Palestinians reveal PA torture to JPost, seek justice in Israeli courts</i><br />
su <a href="http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Palestinians-tell-Post-about-PA-torture-seek-justice-in-Israeli-courts-504957" target="_blank">Jerusalem Post</a> del 13 settembre 2017.
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-26446971061185718262017-09-10T10:31:00.000+02:002017-09-10T10:33:46.683+02:00Da quale pulpito scese la predica...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikuDBsNJenLKRkya_dqtUbtavDSnMr8xr0tUHYVAepXwpD_fsN3rmETH-d1Y0QwnrXuwBfD5bk2dlZ25reSt-4A7sbnh1s-ZgYA8Hp7NNlJwu4BpYHuCmljaQnrPgFpW7BPTGzchE7-Bs/s1600/money-630x390.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="630" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikuDBsNJenLKRkya_dqtUbtavDSnMr8xr0tUHYVAepXwpD_fsN3rmETH-d1Y0QwnrXuwBfD5bk2dlZ25reSt-4A7sbnh1s-ZgYA8Hp7NNlJwu4BpYHuCmljaQnrPgFpW7BPTGzchE7-Bs/s320/money-630x390.jpg" width="320" /></a></div>
Danske Bank è il più grande istituto di credito di Danimarca. Nel 2014 la banca danese assecondò le istigazioni del movimento internazionale di boicottaggio di Israele, inserendo Bank Hapoalim nell'elenco di compagnie con cui non avrebbe più avuto relazioni di ogni sorta. La decisione, fu reso noto tre anni fa, era dettata dall'attività di finanziamento degli insediamenti ebraici in West Bank da parte della banca israeliana. Coerentemente, in precedenza Danske Bank aveva troncato ogni rapporto con Elbit Systems e Danya Cebus: rinomate aziende dello stato ebraico.<br />
Quale nobiltà d'animo! quale profonda adesione ai genuini principi del politicamente corretto. Un campione di moralità, esemplare per il resto del mondo...<br />
<a name='more'></a>L'anno scorso, a sorpresa, Danske Bank revocò il boicottaggio della nota banca israeliana. Una mossa che scosse i fanatici del BDS e che non beneficio di analoga eco sui media internazionali. Eppure Bank Hapoalim continuava regolare la sua attività di intermediazione bancaria e creditizia a fare di famiglie e imprese residenti ad est della Green Line. Quale senso di colpa motivò la decisione?<br />
Lo apprendiamo oggi: <a href="https://www.theguardian.com/world/2017/sep/04/uk-at-centre-of-secret-3bn-azerbaijani-money-laundering-and-lobbying-scheme" target="_blank">secondo il Guardian</a>, i vertici politici dell'Azerbaijan hanno utilizzato la banca danese come veicolo per la generazione di fondi neri con cui erano pagate mazzette a favore di politici e funzionari europei, per il tramite di aziende britanniche. Lo schema messo in piedi aveva raccolto tre miliardi di dollari e aveva beneficiato esponenti di prominenti organizzazioni per i diritti umani, parlamentari europei e dirigenti della BERS. L'accusa non ha chiarito se i beneficiari dell'attività di lobbying fossero a conoscenza della fonte primaria del denaro intascato.<br />
La banca danese ha ammesso i rilievi mossi, che hanno bersagliato la filiale estone, accusata di lavaggio di denaro sporco, e ha ammesso di aver scoperto già nel 2014 - mentre al contempo partiva il boicottaggio ai danni di Israele - le pratiche illegali delle sue consociate estere. Ciò non le sta risparmiando pesanti critiche da parte della stampa locale, che oggi accusa Danske di cinismo ed ipocrisia.<br />
Si vede che i campioni dei diritti umani dell'Azerbaijan, un stato reso ricco dagli enormi giacimenti di gas naturale, e dove impera corruzione dilagante, manipolazione delle urne, abusi ai danni delle minoranze; non turbavano i placidi sonni dei campioni della moralità di Danimarca. Già protagonisti nel 2002 di un episodio eclatante, che vide un sindacato locale invocare il boicottaggio delle aziende israeliane, in piena Seconda Intifada. Quando i moralizzatori sono moralmente corrotti...Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-87878998783847934242017-09-09T16:08:00.007+02:002017-09-09T16:08:46.226+02:00La bufala dei cristiani minacciati in Israele<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpSnn4dbxj8HsxaMD0FpOdVezp_8FFF8kCdyPQT5j4HNr7Ma8NwZu5G-uLzpRih2jrI40zkzgPKio_6qqSY1x1POLBUK-M5urI5hqI_2axDUwHVKFuztk5wQBxH6UKxK1ii3yaU4mpqLE/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="300" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpSnn4dbxj8HsxaMD0FpOdVezp_8FFF8kCdyPQT5j4HNr7Ma8NwZu5G-uLzpRih2jrI40zkzgPKio_6qqSY1x1POLBUK-M5urI5hqI_2axDUwHVKFuztk5wQBxH6UKxK1ii3yaU4mpqLE/s320/01.jpg" width="320" /></a></div>
Un articolo fuorviante su <i>Newsweek</i> <a href="http://www.newsweek.com/israel-condemned-threatening-future-christianity-holy-land-660041" target="_blank">afferma</a>: «Israele condannata per la minaccia apportata al futuro della cristianità in Terra Santa». E aggiunge: «il leader della Chiesa (<i>cattolica, NdT</i>) a Gerusalemme accusano Israele di minare la cristianità in Terra Santa, indebolendo la fede sullo sfondo di vistose tensioni in Medio Oriente».<br />
Di sicuro l'accusa <a href="https://www.lpj.org/heads-of-churches-in-jerusalem-express-concern-regarding-breaches-of-the-status-quo-in-the-jaffa-gate-case/" target="_blank">fa effetto</a>, ma in Israele è pacifico per tutti che l'affermazione è relativa ad una specifica obiezione ad una complessa operazione immobiliare. Tuttavia, astraendo dal contesto, un lettore della versione internazionale di Newsweek può essere indotto a pensare che Israele magari massacri i cristiani, distruggendo la storia della cristianità come d'altro canto accade <a href="https://www.nytimes.com/2015/07/26/magazine/is-this-the-end-of-christianity-in-the-middle-east.html" target="_blank">in tutto il Medio Oriente</a>, per mani dello Stato Islamico o di altri.<br />
Al contrario del titolo sensazionalistico di Newsweek, invece, Israele è di fatto l'unico stato in Medio Oriente ove la <a href="https://www.unwatch.org/nazareth-priest-tells-u-n-in-arabic-israel-is-only-country-in-mideast-where-christians-live-in-safety/" target="_blank">popolazione cristiana</a> è non solo sicur, ma anche fiorente e <a href="http://www.cbs.gov.il/statistical/populationeng.htm" target="_blank">in crescita</a>. <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwcE2k57iPUoGICwzLbiMaGB9K9q8tkTLGdOsUo85AQJ7PG-FTdY5mF-l-ulZPsGoFIMId0eOiF_Vx4kjW_691ezx1Dj5fSXT7WUXsP4pFSKioiHoD73SlWKHELDClLYePTGJZUO-8bZA/s1600/02.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="634" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwcE2k57iPUoGICwzLbiMaGB9K9q8tkTLGdOsUo85AQJ7PG-FTdY5mF-l-ulZPsGoFIMId0eOiF_Vx4kjW_691ezx1Dj5fSXT7WUXsP4pFSKioiHoD73SlWKHELDClLYePTGJZUO-8bZA/s320/02.gif" width="303" /></a></div>
Padre Gabriele Naddaf di Nazareth (<i>che da un paio di mesi ha chiuso la sua pagina di denuncia su Facebook, per le gravi minacce subite, NdR</i>) lo ha ben spiegato alle Nazioni Unite: «Lo sapete che negli ultimi anni oltre 100.000 cristiani sono stati uccisi, in media, ogni anno? Se rivolgiamo il nostro sguardo al Medio Oriente, signor presidente, realizziamo che c'è un solo stato ove i cristiani non sono vittime di persecuzioni. Uno solo luogo ove solo protetti, dove godono di piena libertà di culto e di pensiero, dove vivono in pace. È Israele, la nazione in cui vivo. Lo stato ebraico è l'unico luogo in Medio Oriente dove i cristiani di Terra Santa vivono in sicurezza».<br />
Nulla di tutto ciò traspare dall'articolo di Newsweek. Il periodico si sofferma in modo maldestro su una vicenda di <a href="https://www.timesofisrael.com/palestinians-sue-greek-orthodox-church-over-land-sales-to-israelis/" target="_blank">compravendita di un terreno</a> che vede coinvolti alcune chiese e gruppi ad esso collegati. Un gruppo di palestinesi che vive in un condominio situato su queste terre ha citato in giudizio il Patriarcato greco ortodosso, accusato di aver venduto l'immobilizzazione a degli israeliani; o, come si esprime il loro legale «al nemico» (nel diritto palestinese, la vendita di proprietà a cittadini israeliani è punibile con <a href="https://www.timesofisrael.com/abbas-toughens-law-against-palestinians-selling-land-to-jews/" target="_blank">i lavori forzati</a> o con una «<a href="http://www.haaretz.com/israel-news/pa-court-sale-of-palestinian-land-to-israelis-is-punishable-by-death-1.314735" target="_blank">esecuzione umiliante</a>»). Nel frattempo, alcuni gruppi cristiani si sono opposti alla vendita, argomentando che ci possa essere di mezzo la corruzione.<br />
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Man mano che si entra nei dettagli la faccenda si ingarbuglia ulteriormente, ma il punto saliente è che la disputa non riguarda in alcun modo la distruzione di chiese o l'espropriazione forzata di alcunché. Nessun cristiano è stato danneggiato, ferito, ucciso o minacciato in alcun modo. E Israele resta l'unico posto in Medio Oriente ove i cristiani vivono in assoluta serenità e sicurezza.<br />
Nel mondo delle notizie in tempo reale è comprensibile che giornalisti e addetti alla titolazione cerchino le tinte forti per attirare l'attenzione dei potenziali lettori. Ma questo non deve arrivare a inventare di sana pianta un assalto ad una comunità che vive nell'unica nazione dell'area per essi sicura e accogliente.<br />
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H/t: <a href="http://honestreporting.com/christianity-in-israel-is-under-threat-or-is-it/" target="_blank">Honest Reporting</a>.<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-57045935303160984102017-09-08T10:53:00.001+02:002017-09-08T10:53:21.774+02:00Quando ONG e media si voltano dall'altra parte...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkYgk7YuDLUcR5s2JPOfnLc6J-y0ASkVyUn54q-PNGiDoFblgdz5HR-f0U3v9by-Oe-0hoYhxPNAEoIJkHi514nUw2sh65kX9DK41iQHNkgwdtSlUO8i87ss0uAeKeuL-UpwX6Q11ztD8/s1600/Issa+Amro+Courtesy.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="407" data-original-width="620" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkYgk7YuDLUcR5s2JPOfnLc6J-y0ASkVyUn54q-PNGiDoFblgdz5HR-f0U3v9by-Oe-0hoYhxPNAEoIJkHi514nUw2sh65kX9DK41iQHNkgwdtSlUO8i87ss0uAeKeuL-UpwX6Q11ztD8/s320/Issa+Amro+Courtesy.jpeg" width="320" /></a></div>
Issa Amro è un giovane palestinese. Un attivista per i diritti umani, che si batte contro gli "insediamenti" ebraici nel West Bank. Residente ad Hebron, è più volta balzato agli onori della cronaca, grazie alla totale e tempestiva disponibilità dei media internazionali; sempre pronti a glissare sullo spirito tollerante e democratico di Israele, e viceversa a fornire microfono e taccuino a chi abbia qualcosa da recriminare nei confronti dello stato ebraico. Fosse l'accusa fondata o anche solo vagamente credibile (dopotutto, viviamo nell'epoca della post-verità, no?). Insomma, in poche parole Issa Amro da Hebron è per Gerusalemme un autentico rompicoglioni, oltre che un personaggio tutt'altro che non violento, come ama definirsi.
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È per questo motivo che non si comprende come mai, nelle ultime ore, proprio non riesca a fare notizia l'arresto di Amro, pur denunciato da Amnesty International (mai tenera con Israele, per usare un eufemismo). I media arabi che hanno riportato la circostanza, tendono ad ingentilire l'accaduto, tentando grottescamente di rovesciarne le responsabilità - al solito - su Gerusalemme.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx4NZLcV9OMjMbtvsrEN87ZjG_D7rUDi89jvAH4mShJMP-_9_sQlWqBcKh2hdVbZoajVQju78jK5IDQ-acco_7BYUdG6H60RhXXmj8mYFPkpndN2gyy8Dqqfv8BH3XpsquCp-VNU6uozQ/s1600/Richard+Gere+2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="255" data-original-width="340" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx4NZLcV9OMjMbtvsrEN87ZjG_D7rUDi89jvAH4mShJMP-_9_sQlWqBcKh2hdVbZoajVQju78jK5IDQ-acco_7BYUdG6H60RhXXmj8mYFPkpndN2gyy8Dqqfv8BH3XpsquCp-VNU6uozQ/s320/Richard+Gere+2.jpg" width="320" /></a></div>
Issa Amro aveva denunciato, dal suo account Facebook, l'arresto di uno speaker radiofonico palestinese, ferocemente critico nei confronti del regime di Abu Mazen (ne abbiamo dato notizia a nostra volta <a href="https://www.facebook.com/318574261584315/photos/a.571090549666017.1073741825.318574261584315/1299383003503431/?type=3&theater" target="_blank">su Facebook</a>). Ieri, intorno a mezzogiorno, le stesse forze di polizia dell'ANP lo hanno tratto in arresto per le opinioni espresse: un comportamento agghiacciante, stigmatizzato - non abbastanza, a quanto pare - dalla responsabile per il Medio Oriente della nota ONG internazionale. Che denuncia l'escalation di intimidazioni, repressioni, arresti e detenzioni arbitraria da parte della polizia di Ramallah, decisa come non mai a stroncare con tutti i mezzi la libertà di manifestazione del pensiero e delle opinioni; che sia professato da giornalisti, blogger o semplici cittadini.<br />
Nel frattempo Ayman Qawasmeh, lo speaker radiofonico palestinese che ha denunciato la corruzione e le altre sozzerie di Abu Mazen, è stato rilasciato dalle galere dell'ANP. Perdonato. Perché? state a sentire: «Mi hanno chiesto i motivi per aver postato quel video. Ho risposto loro che è stato pubblicato in un momento di rabbia, dopo che la strumentazione della radio era stata sequestrata dalle "forze di occupazione" israeliane. Hanno compreso le mie ragioni e mi hanno rilasciato». Come sono belli e bravi e buoni...</div>
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-1096961546736434102017-09-06T09:14:00.002+02:002017-09-06T09:14:55.948+02:00L'occupazione illegale di Gerusalemme EstSentenza storica - è il caso di dire - quella pronunciata ieri da un tribunale israeliano. Dopo una lunghissima battaglia legale, gli eredi di una famiglia vissuta in una abitazione di Sheikh Jarrah, sobborgo a nord-est di Gerusalemme, hanno ottenuto lo sfratto nei confronti della famiglia Shamasneh, che quella casa ha occupato dal 1964.<br />
I quartieri orientali di Gerusalemme furono occupati all'indomani della guerra scatenata nel 1948 dagli stati arabi nei confronti del neonato stato ebraico. Il conflitto si concluse nel giro di pochi mesi; ma la Giordania occupò illegalmente "Gerusalemme Est" per 19 lunghi anni, disponendo la distruzione di sinagoghe e luoghi di culto, e praticando una dolorosa pulizia etnica nei confronti della popolazione ivi residente da secoli. L'abitazione in questione, di proprietà di una famiglia ebrea fino al 1948, fu assegnata dalla potenza occupante ad una famiglia araba, che vi si insediò senza alcun titolo legale.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnAAGLtbT9efcUwVH_TfMGwDMIVzzKT9Lv2YpTK8tuHY7HqnapXJWMkuadYvHhe65W8CohlZOfQIYzSkKWtIwciItEmtxt5X7iUC4nZUYBv_AlDtIbAct5YzyLtnT_X-qG2rsUy0q7Eag/s1600/Jerusalem_vista.gif" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="833" data-original-width="1111" height="413" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnAAGLtbT9efcUwVH_TfMGwDMIVzzKT9Lv2YpTK8tuHY7HqnapXJWMkuadYvHhe65W8CohlZOfQIYzSkKWtIwciItEmtxt5X7iUC4nZUYBv_AlDtIbAct5YzyLtnT_X-qG2rsUy0q7Eag/s640/Jerusalem_vista.gif" width="550" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sheikh Jarrah. Sullo sfondo, il centro della capitale israeliana.</td></tr>
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Oggi, dopo più di cinquant'anni, giustizia è stata fatta: con l'ausilio di una organizzazione non governativa, la Israel Land Fund, i ricorrenti hanno ottenuto da una corte un titolo esecutivo che ha consentito alla polizia di disporre lo sgombero degli occupanti, previa notifica, consegnando l'abitazione ai legittimi proprietari. Un appello alla Corte Suprema da parte degli Shamasneh, nel 2013, è stato rigettato, al termine di una battaglia legale condotto negli anni da diverse organizzazioni antiisraeliane, fra cui una nota supportata dall'ex presidente americano Jimmy Carter.<br />
Lo sgombero è avvenuto pacificamente, senza scontri fra la polizia, i residenti e gli attivisti accorsi per dar loro manforte. Per il diritto, i soggetti in possesso di un titolo che attesti e certifichi la proprietà, possono appellarsi affinché venga loro riconosciuta la legittimità a rientare in possesso delle abitazioni di cui siano stati privati.
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-54274952460192323972017-09-05T15:19:00.002+02:002017-09-05T15:19:53.468+02:00I Carabinieri hanno addestrato i filonazisti palestinesi?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoomjQoNeHCzYKhQqSCwfsZRDe-HDfUqBNOW5BWPLPq49nGh0tfkxMDuxWUgjG1mW9MS3PcYODl2sRkyFwCVcYJhBxZI3vrugyHEwnoXNZBVaLqbhfXLWJfoegmUycVxQdILFV0WZf4FQ/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1147" data-original-width="1068" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoomjQoNeHCzYKhQqSCwfsZRDe-HDfUqBNOW5BWPLPq49nGh0tfkxMDuxWUgjG1mW9MS3PcYODl2sRkyFwCVcYJhBxZI3vrugyHEwnoXNZBVaLqbhfXLWJfoegmUycVxQdILFV0WZf4FQ/s320/01.jpg" width="298" /></a></div>
Al termine di un'operazione coordinata fra Shin Bet, i servizi segreti israeliani, e l'IDF; è stato tratto in arresto e in seguito giuicato dal tribunale militare di Giudea Muhammad Al-Sawiti. L'agente, palestinese, membro dei servizi di sicurezza dell'ANP (quelli addestrati negli anni passati dalle <a href="http://www.difesa.it/SMD_/Comunicati/Pagine/MIADIT3_Palestina.aspx" target="_blank">missioni dei Carabinieri italiani</a> nel West Bank), è stato accusato di apologia del nazismo e incitamento alla violenza nei confronti degli ebrei.<br />
In effetti la pagina Facebook di chi è stato addestrato per garantire sicurezza e ordine pubblico, pullula di immagini raffiguranti Adolf Hitler e Adolf Eichmann, corredate da attestazioni di stima della guardia palestinese. L'esaltazione del nazismo era finalizzata ad incoraggiare atti di terrorismo nei confronti degli israeliani e delle comunità ebraiche residenti in Giudea e Samaria.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHhIAn74kncFXIfadFwjON38sBqRKPSDOnRGWZJwUQyd0FeNPhha9dQCJGFswu7IV6WS26rAy_-FHf3LCIU533UYZegsf2ubdVySW8vMYo8R2sxQUCIazDUaywfiIGfv_OnfUfVDd023w/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1412" data-original-width="1600" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHhIAn74kncFXIfadFwjON38sBqRKPSDOnRGWZJwUQyd0FeNPhha9dQCJGFswu7IV6WS26rAy_-FHf3LCIU533UYZegsf2ubdVySW8vMYo8R2sxQUCIazDUaywfiIGfv_OnfUfVDd023w/s320/02.jpg" width="320" /></a></div>
L'individuazione dell'apologeta del nazismo è avvenuta grazie all'impiego di un raffinato software, in grado di scandagliare i social network alla ricerca di post dal contenuto estremamente violento e minaccioso. Nella rete stavolta è finito questo agente dell'Autorità Palestinese, residente a Beit Awwa, ufficiale in servizio presso l'ufficio del comando dei servizi di sicurezza dell'ANP a Jenin.<br />
Proviamo tristezza, al pensiero che risorse italiane sono state impiegate per addestrare canaglie come questa; il cui compito, peraltro, era proprio quello di scongiurare attacchi e atti violenti nei confronti degli israeliani.
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6264717811545596678.post-75516372903706267222017-09-04T16:23:00.001+02:002017-09-04T16:23:30.327+02:00Premiata ditta antisemita Tamimi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSBghh5N2tiTyMgyV3gYljcl4gCc55qhcV0334UGf_ibGCXJ1F1Ub-birZmIZc0oTo5uvljbaIN-Ife3KbTqlU68ia0T7ySe7aWNd61RJASbDuEqzHSZp5acXI1XEihJZOCnaZUyq3QPU/s1600/Manal-Tamimi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="362" data-original-width="640" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSBghh5N2tiTyMgyV3gYljcl4gCc55qhcV0334UGf_ibGCXJ1F1Ub-birZmIZc0oTo5uvljbaIN-Ife3KbTqlU68ia0T7ySe7aWNd61RJASbDuEqzHSZp5acXI1XEihJZOCnaZUyq3QPU/s400/Manal-Tamimi.jpg" width="400" /></a></div>
Che cosa induce Al Jazeera <a href="http://www.aljazeera.com/indepth/features/2017/08/palestinian-supermom-170815125403131.html" target="_blank">a definire</a> questa donna una "supermamma", e adirittura le Nazioni Unite ad incoronarla come "difensore dei diritti umani"?<br />A quanto pare la signora, residente a Nabi Saleh (non lontana da Ramallah) e madre di quattro figli, è assurta agli onori della cronaca per aver giurato che gli ebrei «bevano il sangue dei palestinesi».<br />Da più di sette anni, ogni venerdì, la supermamma palestinese si dirige verso il vicino villaggio ebraico di Halamish, per invocarne la distruzione. È il villaggio tristemente noto per aver fatto da cornice alla barbara uccisione, lo scorso luglio, di tre membri della famiglia Salomon, mentre questa era riunita per celebrare la cena dello Shabbat. Un villaggio teatro di scontri ogni settimana fra i membri di questo clan, sempre ben attenti ad essere a favore di telecamera, e le forze di sicurezza che prontamente intervengono per proteggere i residenti.<br />
<a name='more'></a>La signora in questione si chiama Manal Tamimi e, come il nome suggerisce appartiene alla famiglia tribù dei Tamimi, messasi in evidenza negli anni passati per le rappresentazioni ad uso e beneficio dei media occidentali, in seguito rientrate nel mondo sceneggiato di Pallywood. La coccarda di strenua "difensora dei diritti umani" le è stata assegnata non da Abu Mazen ne' tantomeno da un altro terrorista. È merito di Michael Lynk, relatore alle Nazioni Unite, se un simile merito sia stato conferito a chi ha avuto modo di dichiarare: «i vampiri sionisti celebrano le loro festività bevendo sangue palestinese; ma il nostro sangue è puro e alla fine li ucciderà».<br />Oppure: «Io non odio gli ebrei; ho persino degli amici fra essi. Ma odio il sionismo e non ne faccio mistero. Per me il sionismo, il Ku Klux Klan e l'ISIS sono sempre la stessa cosa». E ancora: «Odio Israele, odio il sionismo, e auguro che presto venga una terza intifada che faccia sollevare il popolo e uccida i coloni sionisti ovunque essi si trovino».<br />Chissà se beneficiare del patrocinio delle Nazioni Unite, comporti qualche forma di beneficio finanziario.<br /><br />H/t: <i>JNS.org</i>.<br />
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0