domenica 26 giugno 2011

Perché esiste il blocco navale di Gaza



Israele ha lasciato la Striscia di Gaza nel 2005. Gaza è in mano ai palestinesi da allora, e sotto il controllo di Hamas dal 2007. Da allora sono partiti quotidiani gli attacchi verso il sud di Israele. Questo video spiega bene perché esiste il blocco navale al largo della Striscia di Gaza, a cosa serve (ad impedire gli attacchi di Hamas, a permettere alla propria popolazione di vivere in pace) e cosa non impedisce (l'ingresso di generi alimentari, materiali da costruzione, medicinali, tutto all'infuori di armi e munizioni).
Gli attacchi verso la popolazione civile del sud di Israele si sono ridotti ma non sono terminati: i terroristi di Hamas si approvvigionano di missili, granate, razzi e munizioni mediante cunicoli clandestini che collegano l'Egitto alla Striscia di Gaza, e desidererebbero tanto lo sblocco della sorveglianza navale di Gaza onde perseguire con maggiore facilità i propri fini.

Il video in due minuti spiega bene perché è stato istituito a gennaio 2009 il blocco navale di Gaza; un blocco che il diritto internazionale ritiene perfettamente (e comprensibilmente) legittimo:

1) Hamas, che nel 2007 ha esautorato Al Fatah dall'amministrazione di Gaza, conquistando il potere solitario con un colpo di stato, ha sempre negato il diritto di Israele a vivere, e prevede nel suo statuto la distruzione violenta dello stato confinante, e la morte dei suoi abitanti;

2) la maggior parte delle armi perviene ad Hamas via mare; questo soprattutto prima che il valico meridionale di Rafah fosse riaperto dagli egiziani. E' notizia di qualche settimana fa il sequestro del contenuto - cinquanta mila armi! - della nave "Victoria", proveniente dall'Iran;

3) le navi che entrano nelle acque territoriali controllate dalla marina israeliana sono scortate fino al porto di Ashdod, dove attraccano affinché venga verificato il contenuto. Dopodiché, una volta accertata l'assenza di armi e munizioni, proseguono la navigazione verso Gaza;

4) in alternativa, Israele si impegna a sue spese a trasportare le merci destinate a Gaza, mediante propri mezzi, e fino a destinazione, passando per i propri valichi. Alimentari, farmaci, materiali da costruzioni, generi di ogni tipo attraversano ogni giorno il valico di Erez, diretti verso Gaza.

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