martedì 29 gennaio 2013

Differenze di prospettiva

Pochi mesi fa veniva barbaramente trucidato a Bengasi l'ambasciatore Christopher Stevens. La sua colpa? essere americano, come americani erano il produttore e il regista di un filmetto semi-amatoriale ritenuto blasfemo secondo il giudizio dei suoi brutali carnefici. L'esecuzione oltraggiosa di Stevens ha raggiunto la Casa Bianca, accusata di negligenza quando non di complicità; e soltanto l'aura abbagliante di Obama ha evitato la clamorosa bocciatura alle urne.
Il punto però è un altro: "l'Occidente se l'é cercata", fu la sbrigativa conclusione di una significativa parte dell'opinione pubblica mondiale, sempre pronta ad autoflagellarsi per presunte colpe antiche e moderne. Raffigurare Maometto è dissacrante per europei e americani ancor prima dei musulmani, e il solo parlarne è sconsigliabile se si vogliono evitare grane; figurarsi a raffigurarlo in atteggiamenti umani.
Se c'è chi ha disposto a comprendere, tollerare e addirittura prevedere una comprensibile reazione violenta in seguito ad una certa rappresentazione offensiva del buon musulmano; quale dovrebbe essere la reazione del buon ebreo di fronte alla ripugnante vignetta pubblicata l'altro giorno dal Sunday Times (quotidiano del gruppo Murdoch, che ieri si è personalmente scusato)?

Ormai ne hanno parlato tutti: Netanyahu ha vinto ma non stravinto le elezioni in Israele, e ciò lo costringerà a promuovere una coalizione che veda la presenza al governo di uno dei due partiti centristi: probabilmente il Lapid, festeggiato in Occidente per l'azione di disturbo provocata; sorvolando sul fatto che risulti essere votato dai ceti più abbienti dello stato ebraico, malgrado il suo messaggio di protesta per la gestione dell'economia.
Ma tutto ciò non conta: frustrato dalla spostamento a sinistra dal baricentro politico di Gerusalemme - in molti si apprestavano a denunciare un governo in Israele troppo spostato a destra, mentre colpevolmente si tollerano le camicie brune e le liste di proscrizione in Ungheria - il vignettista britannico ha pensato bene di dare sfogo alla sua ira dipingendo un primo ministro israeliano intento ad issare un muro offensivo cementato con il sangue; il sangue di donne, uomini e bambini palestinesi, si intende. Questo, in concomitanza con la celebrazione della Giornata Mondiale della Memoria: il modo migliore per rinforzare un antisemitismo che si intende soffocare, ma che invece risulta sempre più attuale.

Il vignettista - non vale così tanto da citarne il nome - non ha però nulla da temere: non sarà sodomizzato per l'affronto vergognoso. Egli e la sua famiglia non hanno nulla da temere: non ci sono frotte di ebrei incazzati e pronti a mettere a ferro e fuoco edifici pubblici, confidando nell'appoggio dell'opinione pubblica globale. Non ci saranno israeliani che nottetempo si introdurranno nella sua abitazione per sgozzarne un intera famiglia, inclusi bambini di pochi mesi. E potrà recarsi al lavoro tranquillamente: nessuno attenterà alla sua incolumità lanciando sassi contro la sua auto. E lo stato di Israele non convocherà l'ambasciatore britannico, ritirando le sue credenziali.
Gente strana, questi israeliani: mentre il loro primo cittadino è vittima di un oltraggioso affronto che viene archiviato fra le risatine di qualche idiota e l'indifferenza della massa, essi rendono noto che nel 2012 il numero di palestinesi curati presso gli ospedali israeliani è cresciuto del 6.5% rispetto all'anno precedente, raggiungendo la ragguardevole cifra di oltre 210 mila persone. Speriamo che ci sia posto anche per il giovane israeliano di 17 anni, che questa mattina è stato ferito con un coltello da un palestinese, nei pressi di Nablus, mentre attendeva un ascensore.

1 commento:

  1. È un peccato che un tale bastardo rimanga impunito, in realtà.
    Senza gentaglia cosí, Der Stürmer non sarebbe esistito.

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