Non si può biasimare chi trova di difficile comprensione gli eventi che si sviluppano freneticamente nel Vicino Oriente. Si prenda Israele, ad esempio: il governo di Gerusalemme ha versato a due famiglie palestinesi un indennizzo per oltre un milione di Shekel; pari a circa 200.000 euro. Lo riferisce l'emittente televisiva commerciale Channel 10.
La colpa del governo israeliano? nessuna; "responsabilità oggettiva", si potrebbe dire. Sì, perché si fa riferimento ad una vecchia vicenda di due palestinesi che lavoravano in un terreno agricolo nell'ex insediamento ebraico di Gush Katif, nel sud della Striscia di Gaza. I due malcapitati nel 2005, dopo lo sgombero israeliano dalla Striscia, sono stati raggiunti da un missile Qassam sparato dai terroristi di Hamas contro la stessa popolazione palestinese, rimanendo entrambi uccisi.
Il tribunale del lavoro ha respinto il ricorso presentato dalle famiglie delle due vittime del "fuoco amico" palestinese, ritenendolo immotivato. Ma un successivo ricorso al ministero della Difesa ha dato loro ragione. Su può concordare sul fatto che un simile drammatico effetto collaterale della furia omicida di Hamas non si sarebbe concretizzato, se a Gaza non fossero state costruite a suo tempo serre e coltivazioni. Molto meglio le rampe di lancio e i tunnel per il contrabbando di armi e munizioni, che i terroristi hanno incoraggiato dal 2005 in avanti.
A proposito di tunnel. Mentre il governo del Cairo si vanta di far conoscere in tutti i modi l'opera incessante di distruzione dei collegamenti sotterranei clandestini fra Egitto e Striscia di Gaza (in tutti i modi vuol dire anche con bombardamenti dell'aviazione e allagamenti; e pazienza se qualche palestinese ci rimetterà la pelle: tanto non ne parlerà nessuno); i militanti di Hamas rispondono con entusiasmo procedendo nella scavatura di nuovi tunnel. Ma non al confine con l'Egitto: bensì, su tutto il territorio della Striscia di Gaza.
Lo rivela YNet News, che evidenzia gli scopi di questa fitta rete di canali e tunnel scavati sotto a terreni e campi agricoli: nascondiglio per i terroristi (e per eventuali sequestrati), deposito di armi e munizioni e rifugio in caso di necessità. All'occorrenza, debitamente mimetizzati, queste aree fungono egregiamente da piattaforme di lancio di attacchi missilistici.
Apparentemente, i contadini non hanno nulla da ridire su questo uso improprio dei loro terreni: ciò che si trova sopra, appartiene a loro; ciò che si trova sotto, appartiene ad Hamas.
Come suggerisce argutamente Honest Reporting, si sta già delineando il profilo di chi sarà da biasimare per i danni che i poveri contadini palestinesi subiranno per la prossima, fatalmente inevitabile, guerra di Gaza.
Nessun commento:
Posta un commento