Hanno un bel coraggio a dire che il terrorismo islamista che sta insanguinando le strade delle città europee, sia diverso dal terrorismo palestinista che da anni tenta di colpire a morte Gerusalemme, Tel Aviv e le altre città israeliane.
I metodi adottati dai terroristi sono gli stessi, e non manca il contorno di mistificazioni della realtà, ad uso e consumo dell'ignaro osservatore occidentale.
In Medio Oriente è ormai consolidato il termine "Pallywood" per definire quel mondo fittizio, basato sull'operato di fotoreporter, cineoperatori, giornalisti complici o consenzienti, attori dilettanti, comparse e figuranti; finalizzato a simulare aggressioni subite dai palestinesi ad opera naturalmente dei perfidi israeliani. La realtà ridicolizza sempre queste grottesche messinscene.
Pallywood è anch'essa sbarcata in Europa. Guardate qua: la CNN è stata beccata in flagrante, mentre organizza una messinscena, nei pressi del London Bridge ove è avvenuto l'ultimo attentato terroristico nel Regno Unito. La giornalista e i producer dispongono un gruppetto di donne, dotate di cartelli e vestite in modo tale da chiarire immediatamente la loro origine. Alcune a quanto pare non sono alla loro prima esperienza simile. I poliziotti britannici bianchi sono allontanati, mentre agenti di pubblica sicurezza di origine asiatica - pakistana, o cingalese, si direbbe - sono introdotti al centro della scena per rafforzarne il messaggio.
Nelle intenzioni del reporter della CNN questo video artefatto doveva ingenerare nell'opinione pubblica il convincimento che c'è un Islam moderato che si oppone, si ribella all'estremismo islamico, e solidarizza con le vittime occidentali. Vorremmo crederlo tutti. Purtroppo il servizio è stato creato ad arte, è una patacca, è un set cinematografico al servizio di una retorica fragile e ripugnante. Una presa in giro che ci offende, e che ci fa realizzare quanto parziali siano stati i resoconti della CNN (e della BBC) dal Medio Oriente, quando è stato affrontato il conflitto arabo-israeliano. A poco sono servite le precisazioni della CNN delle ultime ore.
Possiamo soltanto augurare a questi "giornalisti" di andare a lavorare in Corea del Nord: là la propaganda di regime è apprezzata e ben remunerata.
I metodi adottati dai terroristi sono gli stessi, e non manca il contorno di mistificazioni della realtà, ad uso e consumo dell'ignaro osservatore occidentale.
In Medio Oriente è ormai consolidato il termine "Pallywood" per definire quel mondo fittizio, basato sull'operato di fotoreporter, cineoperatori, giornalisti complici o consenzienti, attori dilettanti, comparse e figuranti; finalizzato a simulare aggressioni subite dai palestinesi ad opera naturalmente dei perfidi israeliani. La realtà ridicolizza sempre queste grottesche messinscene.
Pallywood è anch'essa sbarcata in Europa. Guardate qua: la CNN è stata beccata in flagrante, mentre organizza una messinscena, nei pressi del London Bridge ove è avvenuto l'ultimo attentato terroristico nel Regno Unito. La giornalista e i producer dispongono un gruppetto di donne, dotate di cartelli e vestite in modo tale da chiarire immediatamente la loro origine. Alcune a quanto pare non sono alla loro prima esperienza simile. I poliziotti britannici bianchi sono allontanati, mentre agenti di pubblica sicurezza di origine asiatica - pakistana, o cingalese, si direbbe - sono introdotti al centro della scena per rafforzarne il messaggio.
Nelle intenzioni del reporter della CNN questo video artefatto doveva ingenerare nell'opinione pubblica il convincimento che c'è un Islam moderato che si oppone, si ribella all'estremismo islamico, e solidarizza con le vittime occidentali. Vorremmo crederlo tutti. Purtroppo il servizio è stato creato ad arte, è una patacca, è un set cinematografico al servizio di una retorica fragile e ripugnante. Una presa in giro che ci offende, e che ci fa realizzare quanto parziali siano stati i resoconti della CNN (e della BBC) dal Medio Oriente, quando è stato affrontato il conflitto arabo-israeliano. A poco sono servite le precisazioni della CNN delle ultime ore.
Possiamo soltanto augurare a questi "giornalisti" di andare a lavorare in Corea del Nord: là la propaganda di regime è apprezzata e ben remunerata.
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