Tralasciando di fatto la Striscia di Gaza, de facto stato palestinese, se non fosse per la natura violenta del potere assunto da Hamas con il colpo di Stato del 2007 (la Conferenza di Montevideo nega il riconoscimento statuale alle entità bellicose nei confronti degli stati confinanti); esiste già uno stato palestinese: Abu Mazen si dia pace.
Tutti sanno che l'80% dei sudditi di Giordania si professano "palestinesi". Facciamo però un passo indietro: Rania Al-Yassin è la moglie dell'attuale re di Giordania, Abdullah. È nata in Kuwait, ma i suoi genitori sono nati a Tulkarm, nell'odierno Israele. Questo la porta a definirsi palestinese. Facciamo finta che sia così.
Ciò vuol dire che suo figlio, il principe ereditario Hussein bin Abdullah, è per metà palestinese. A meno che si accetti la definizione originale fornita dall'UNRWA, secondo cui la discendenza si trasmette al 100%: nel qual caso il figlio di Abdullah sarebbe del tutto palestinese.
Quando Hussein salirà sul trono, ammesso e concesso che la Giordania esista ancora, e che non sia già stata sbranata e cancellata dallo Stato Islamico o dall'Iran - direttamente, o tramite la filiazione sciita libanese di Hezbollah - tenuto conto che l'80% dei giordani si definiscono "palestinese", e che lo stesso sovrano sarà almeno per metà palestinese; vuol dire che a quel punto avremo uno stato almeno al 50% palestinese: la Giordania.
Fine della retorica dei "due stati per due popoli": uno stato palestinese esiste già, ma non è possibile riconoscerlo perché è amministrato nel terrore da Hamas. Un'altro stato sta per sorgere, ad est del fiume Giordano. Ecco fatto.
H/t: Jewish Press.
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