Sapete perché la faccenda del Walled Off Hotel di Betlemme è stata frettolosamente accantonata dai filopalestinesi?
perché è spuntata una targa, apposta nei pressi dell'ingresso dell'albergo, che chiarisce la filosofia della struttura ricettiva, di cui godranno nei mesi a venire i suoi facoltosi clienti.
Si chiarisce che «non è il momento opportuno per prendere posizione», che i palestinesi «vivono in condizioni disagiate» (un bel passo in avanti rispetto alla retorica pelosa della «prigione a cielo aperto», a cui evidentemente non crede più nessuno), non vi è cenno ad alcuna occupazione.
Si parla di West Bank, suscitando l'indifferenza dei giordani, che quella sponda del fiume l'hanno abbandonata nel 1967 e non intendono più rioccuparla; la perplessità degli ebrei, che da millenni sono abituati a leggere sulle mappe i nomi di Giudea e Samaria, in luogo di una definizione adottata per 19 anni; e l'ostilità degli israelofobi, che non leggono il magico ma vuoto nome di "Palestina".
Si riconosce il legittimo diritto di molti israeliani a temere per la propria vita, messa in sicuro proprio da quel muro a cui pur alcuni israeliani si oppongono (bello sarebbe un mondo in cui bande di belve assetate di sangue penetrano nottetempo nella tua dimora, sgozzando te, tua moglie, e i tuoi figli, e celebrando l'impresa sanguinaria senza manifestare alcun rimorso...). Tant'é vero che l'albergo accoglierà felicemente turisti provenienti da Israele: e perché no? mica tutti assecondano i deliri di uno stato judenrein auspicato dal corrotto Abu Mazen; che di certo non accoglierà con favore la tolleranza che in ogni altra parte del mondo sarebbe normale.
I palestinisti si consoleranno con Elton John, che invia un messaggio di pace «che unisca i popoli». Un auspicio che appare abbastanza beffardo da essere opportunamente rimosso.
Alla fine, è business as usual, come chiarisce l'insegna di un negozio di souvenir che si sta aprendo poco lontano dall'albergo firmato Bansky, che venderà paccottiglia varia ai turisti ansiosi di contribuire a finanziare copiosamente la "causa"...
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