di Khaled Abu Toameh*
Malgrado le crescenti denunce di casi di violazione dei diritti umani nel West Bank e nella Striscia di Gaza, l'Unione Europea si esime dal condannare l'Autorità Palestinese (AP) o Hamas. Si tratta della stessa Europa che condanna regolarmente Israele per l'attività edilizia negli insediamenti o per il congelamento di fondi destinati all'AP (Gerusalemme gestisce il servizio riscossione tributi per conto di Ramallah, in attesa che un futuro stato palestinese si doti delle necessarie istituzioni finanziarie, NdT). Di recente, Bruxelles ha condannato Israele per la demolizione di 22 immobili costruiti dai palestinesi nel West Bank e a Gerusalemme (di solito il governo israeliano, come qualsiasi altro governo, provvede alla demolizione di tutte le abitazioni abusive o che violano le normative vigenti; incluse quelle edilizie, NdT).
Ma quando si tratta di violazione dei diritti umani da parte di Hamas e dell'AP, l'Europa compie il massimo sforzo per evitare di infastidire i due governi. Quale è stata la reazione europea alla pubblicazione di questo rapporto da parte di un organismo palestinese come l'Independent Commission For Human Rights? una mera "preoccupazione" per il ripetersi di casi di torture e maltrattamenti di detenuti nelle carceri palestinesi. Anziché criticare se non proprio condannare il presidente dell'AP Mahmoud Abbas per violazione dei diritti umani da parte delle sue forze "di sicurezza", le missioni europee hanno optato per "salutare come benvenute" le sue prescrizioni di rispettare il divieto di Abbas di praticare la tortura nei centri di detenzione e nelle prigioni palestinesi. E' il caso di notare che l'Unione Europea e alcuni vicini ad Abbas, fra cui i propagandisti del Fatah e i grandi media internazionali, sono stati gli unici a salutare con favore la decisione di Abbas di censurare la tortura.
Per cui non solo Abbas non ha condannato la morte di due detenuti nelle sue prigioni e il giro di vite sulle libertà di pensiero e di stampa, ma alla fine è stato anche elogiato dall'UE per aver ordinate ai suoi poliziotti di interrompere le torture dei palestinesi. Ci si sarebbe aspettato che l'Europa usasse il pugno di ferro nei confronti dell'AP e di Hamas per le ripetute violazioni dei diritti umani, così come denunciate dal rapporto dell'ICHR. Ma la missione europea a Ramallah e a Gerusalemme è apparsa riluttante ad intraprendere questa strada, probabilmente in virtù del coinvolgimento diretto ed indiretto nel finanziamento e nel sostegno dell'AP e di diverse istituzioni palestinesi operanti nel West Bank e nella Striscia di Gaza.
L'Europa sembra intimorita dall'idea di criticare l'AP e Hamas, nel timore che possa essere lesa l'incolumità dei suoi funzionari, in special modo quelli operanti a Gaza e nel West Bank.
Come documenta il rapporto, si registra un incremento del 10% delle denunce di torture e maltrattamenti da parte di Hamas e AP nel corso del 2012 rispetto all'anno precedente. Più della metà delle 306 denunce di tortura proviene da detenuti imprigionati nelle carceri gestite dall'AP nel West Bank. Nel complesso, 11 detenuti sono morti in carcere in seguito alle violenze subite.
Ciononostante, l'UE non sembra avvertire il bisogno di denunciare questa tragedia. Ne' ritiene di dover commentare le accuse del documento della ONG palestinese circa il persistente impiego di pratiche di tortura da parte della polizia di Abbas nei confronti di giornalisti e docenti, ignorando le sentenze dei tribunali.
L'esprimere "preoccupazione" per drammatiche violazioni dei diritti umani non scoraggerà l'AP o Hamas dal perpetrare le loro pratiche antidemocratiche ai danni del loro stesso popolo. Congratularsi con Abbas per la sua decisione di far cessare le torture nei confronti dei detenuti palestinesi equivale ad applaudire la decisione di un rapinatore a mano armata di ritirarsi a vita privata.
* Fonte: Gatestone Institute.
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