mercoledì 13 maggio 2015

Inciti all'antisemitismo su Internet? finisci diritto in galera!

Scrittore egiziano premiato per i suoi versi antisemiti dall'ANP.
Quando è loro concesso, uno dei passatempi preferiti dei palestinesi consiste nel tagliare nastri: quelli dell'inaugurazione di piazze, scuole, asili e altri edifici pubblici. Tutti rigorosamente intitolati a terroristi, suicidi, e gente la cui massima aspirazione è quella di macchiarsi le mani di sangue. Ebraico, naturalmente. D'altra parte, benché sia in bancarotta, l'Autorità Palestinese non ha mai lesinato riconoscimenti e premi in denaro - persino vitalizi - a chi ha dimostrato di prendere alla lettera la missione di eliminare tutti gli ebrei: «dal Giordano al Mediterraneo».
La scorsa settimana, il gerarca palestinese Issa Karake si è recato in visita presso le famiglie dei tre criminali che linciarono e assassinarono Vadim Nurzhitz and Yossi Avrahami, i due disgraziati riservisti israeliani, che si dispersero nei pressi di Ramallah nel 2000. Karake ha consegnato ai genitori la "targa d'onore", commemorando il gesto eroico dello smembramento dei due malcapitati, i cui resti furono sparpagliati dalla finestra del commissariato dove furono condotti. I carnefici furono in seguito arrestati e condannati all'ergastolo.
Non si possono biasimare gli israeliani se dovessero riuscire nell'intento di acciuffare queste belve, consegnandole alla giustizia. Si è appresa ieri la decisione del tribunale di Gerusalemme di condannare a nove mesi di reclusione il segretario della rappresentanza locale del Fatah, per "incitamento alla violenza e sostegno al terrorismo". L'aspetto rilevante della vicenda è che l'incoraggiamento da parte di  Omar Shalabi, 44 anni, si è manifestato tramite i social network: i fatti, contestati lo scorso dicembre, risalgono al periodo compreso fra luglio e ottobre 2014, quando Shalabi pubblicò non meno di dieci post, incitando alla violenza e esaltando le ostilità palestinesi. Il giudice ha tenuto conto del largo seguito in termini di "amici" e "follower", e delle conseguenze che il suo incitamento alla violenza possano aver generato, in un momento di particolare tensione nei rapporti fra israeliani e palestinesi. C'è da auspicare che questa sentenza rappresenti un precedente che origini una nuova tendenza nel diritto.


2 commenti:

  1. Un giudice israeliano può condannare e far arrestare un cittadino palestinese e vi stupite che vi combattano e cerchino di uccidere? Ma andatevi a nascondere, pagliacci.

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    1. In Israele un magistrato può giudicare e condannare un soggetto se commette un reato; che sia ebreo (persino i capi di Stato e di governo, nel caso) o arabo. Che scandalo, eh?
      Deve avere una concezione piuttosto bizzarra di Giustizia, mio caro...

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