mercoledì 30 marzo 2016

Ban Ki-Moon (ONU) si scusa per aver parlato di "occupazione"

La notizia ha del clamoroso: il segretario generale delle Nazioni Unite ha espresso il suo rincrescimento per aver parlato, a suo dire, impropriamente di "occupazione". Ma non con riferimento alla millenaria presenza ebraica in Giudea e Samaria, che il politicamente corretto ha da alcuni decenni ribattezzato in "West Bank" o - in Italia - Cisgiordania. Ne' tantomeno con riferimento al Papua Occidentale, occupato da più di cinquant'anni dall'Indonesia. Bensì con riferimento al Sahara Occidentale, occupato - questo sì, illegalmente - dal Marocco, con cui l'Unione Europea arriva persino a stringere accordi commerciali per lo sfruttamento delle risorse ittiche dei territori occupati. Niente etichette e nessuna tutela per i consumatori, in questo caso...
I fatti. All'inizio del mese una delegazione del Palazzo di Vetro si è recata in visita presso i campi profughi di saharawi in Algeria. Le condizioni di questi rifugiati beninteso interessando poco o punto a nessuno. Ma all'incauto Ban scappano alcune dichiarazioni di sostegno per la causa di questo popolo; e ciò scatena le proteste di piazza in Marocco, il cui governo arriva ad espellere il minuscolo contingente di Caschi Blu di stanza nel Sahara Occidentale in qualità di forza di interposizione. Una misura drammatica, che secondo il governo saharawa, in esilio ad Algeri, minaccia di far deflagrare un nuovo conflitto regionale.
Quanto basta per indurre il pavido Ban ad una frettolosa marcia indietro: «l'impiego di quel termine ("occupazione", NdR) non era ne' voluto ne' deliberato. È stata una reazione emotiva e personale. Ci scusiamo per il malinteso e le conseguenze prodotte da questa affermazione», si è affannata a precisare il suo portavoce, il quale ha aggiunto, onde chiarire l'assenza di qualsiasi volontà di creare sul campo un precedente, come invece ripetutamente fatto dall'Unione Europea nei territori contesi del West Bank: «Nulla di ciò che è stato detto o fatto in questi giorni nel Sahara Occidentale, era inteso a costituire ostilità nei confronti del Regno del Marocco, da tempo apprezzatissimo membro delle Nazioni Unite. La nostra posizione non è mutata: l'ONU non prende posizione ne' lo farà nei confronti dei contendenti del Sahara Occidentale».
Stridente il contrasto con l'atteggiamento adottato dall'organismo sovranazionale nei confronti dei territori di Giudea e Samaria, la cui occupazione peraltro è stata giudicata legale e legittima nel 2012 dalla Commissione Levy.

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