di Moshe Dann*
Aspramente criticata da Israele e da più parti, la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (UNSC) 2334 è stata giudicata una pugnalata alla schiena. È una pugnalata; ma al petto. Oltretutto, vista l'ostilità dell'amministrazione Obama e dei membri del Consiglio di Sicurezza, era prevedibile e inevitabile. Ironia della sorte, però, la risoluzione getta le basi per una legittima annessione di Giudea e Samaria da parte di Gerusalemme.
La risoluzione infatti stravolge le regole del gioco: di fatto, abroga il Trattato di Oslo del 1993 e gli accordi interinali del 1995, che divisero Giudea e Samaria in area A e B, sotto il controllo dell'Autorità Palestinese; e area C, in cui sotto il controllo israeliano era prevista la possibilità di insediamento di comunità ebraiche. La questione degli insediamenti era demandata ad accordi fra le parti contendenti, assieme alla questione del "ritorno" dei discendenti dei profughi arabi che lasciarono Israele nel 1948, nonché allo status di Gerusalemme. Ma imponendo uno stato arabo palestinese senza precedenti negoziati bilaterali come fatto compiuto, e dichiarando unilateralmente gli insediamenti illegali, la Risoluzione 2334 ha spazzato via tutte le precedenti intese formali.
Il punto è adesso stabilire l'autorità responsabile nelle aree contese. Se si risale al 1967, non può essere certo l'Autorità Palestinese, che all'epoca non esisteva. Oltretutto, la nuova risoluzione sembra contraddire le risoluzioni 242 ed 338, che riconoscevano la legittimità delle rivendicazioni israeliane.
Ne' può essere considerata l'autorità della Giordania, dal momento che tempo addietro ha rinunciato a qualunque rivendicazione su Giudea e Samaria, occupate con la forza nel 1948, senza mai peraltro riconoscere una sovranità su queste aree. L'unico stato che può vantare una qualche legittima sovranità, sulla base di quanto previsto e disposto dalla Lega delle Nazioni è lo Stato di Israele: «patria nazionale ebraica».
La recente risoluzione ha reso la questione ancora più complessa, dichiarando che tutti gli insediamenti e le edificazioni israeliane oltre la linea armistiziale del 1948 ("Green Line") sono «illegali secondo il diritto internazionale». Ma di quale diritto stiamo parlando?
L'unico riferimento normativo è la Quarta Convezione di Ginevra (QCG), così come interpretata dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC). Agendo al contempo da giudice e giuria, l'ICRC ha deciso unilateralmente e in segreto che «gli insediamenti israeliani violano l'articolo 49 della QCG». Sebbene essa non menzioni gli insediamenti israeliani, l'ICRC ha deciso unilateralmente che Israele ha «occupato illegalmente territori palestinesi».
Secondo la recente risoluzione, non solo i singoli ebrei residenti nei "territori occupati" possono essere passibili di denuncia penale, ma sarebbero a rischio anche il personale civile e militare che ha coordinato l'attività edilizia negli insediamenti. Gli stessi operai arabi che hanno lavorato nei cantieri oltre la Linea Verde possono essere accusati di un crimine.
Inoltre, se Israele ha commesso il crimine di consentire ai suoi cittadini di vivere in "territori occupati", dovrebbero essere perseguibili tutti coloro che si sono trasferiti nelle aree disputate; tutti, non solo gli ebrei. Stiamo parlando di migliaia di beduini e arabi israeliani andati a vivere nei quartieri orientali di Gerusalemme come Jebel Mukaber, Bet Sahour, Bet Safafa, Beit Hanina, e Shuafat, costruendo diecine di migliaia di negozi e case ora giudicate illegali. La risoluzione 2334 si applica a tutti, non solo agli ebrei. Per logica, sarebbero criminali anche i palestinesi che si sono trasferiti da Ramallah ai territori contesi, e sotto il controllo (area C) degli israeliani.
Alla fine, lungi dal promuovere la nascita di uno stato palestinese, adottando le rivendicazioni arabe, la risoluzione 2334 lo ha affossato definitivamente, sottolineando l'irrilevanza dell'UNSC. La palla ora passa agli israeliani.
* How the UNSCR 2334 scuttles hope for a Palestinian state
su Times of Israel.
Non è che sotto sotto questa mossa voglia spingere verso uno stato binazionale. He sarebbe veramente la fine di Israele?
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