Un articolo fuorviante su Newsweek afferma: «Israele condannata per la minaccia apportata al futuro della cristianità in Terra Santa». E aggiunge: «il leader della Chiesa (cattolica, NdT) a Gerusalemme accusano Israele di minare la cristianità in Terra Santa, indebolendo la fede sullo sfondo di vistose tensioni in Medio Oriente».
Di sicuro l'accusa fa effetto, ma in Israele è pacifico per tutti che l'affermazione è relativa ad una specifica obiezione ad una complessa operazione immobiliare. Tuttavia, astraendo dal contesto, un lettore della versione internazionale di Newsweek può essere indotto a pensare che Israele magari massacri i cristiani, distruggendo la storia della cristianità come d'altro canto accade in tutto il Medio Oriente, per mani dello Stato Islamico o di altri.
Al contrario del titolo sensazionalistico di Newsweek, invece, Israele è di fatto l'unico stato in Medio Oriente ove la popolazione cristiana è non solo sicur, ma anche fiorente e in crescita.
Padre Gabriele Naddaf di Nazareth (che da un paio di mesi ha chiuso la sua pagina di denuncia su Facebook, per le gravi minacce subite, NdR) lo ha ben spiegato alle Nazioni Unite: «Lo sapete che negli ultimi anni oltre 100.000 cristiani sono stati uccisi, in media, ogni anno? Se rivolgiamo il nostro sguardo al Medio Oriente, signor presidente, realizziamo che c'è un solo stato ove i cristiani non sono vittime di persecuzioni. Uno solo luogo ove solo protetti, dove godono di piena libertà di culto e di pensiero, dove vivono in pace. È Israele, la nazione in cui vivo. Lo stato ebraico è l'unico luogo in Medio Oriente dove i cristiani di Terra Santa vivono in sicurezza».
Nulla di tutto ciò traspare dall'articolo di Newsweek. Il periodico si sofferma in modo maldestro su una vicenda di compravendita di un terreno che vede coinvolti alcune chiese e gruppi ad esso collegati. Un gruppo di palestinesi che vive in un condominio situato su queste terre ha citato in giudizio il Patriarcato greco ortodosso, accusato di aver venduto l'immobilizzazione a degli israeliani; o, come si esprime il loro legale «al nemico» (nel diritto palestinese, la vendita di proprietà a cittadini israeliani è punibile con i lavori forzati o con una «esecuzione umiliante»). Nel frattempo, alcuni gruppi cristiani si sono opposti alla vendita, argomentando che ci possa essere di mezzo la corruzione.
Man mano che si entra nei dettagli la faccenda si ingarbuglia ulteriormente, ma il punto saliente è che la disputa non riguarda in alcun modo la distruzione di chiese o l'espropriazione forzata di alcunché. Nessun cristiano è stato danneggiato, ferito, ucciso o minacciato in alcun modo. E Israele resta l'unico posto in Medio Oriente ove i cristiani vivono in assoluta serenità e sicurezza.
Nel mondo delle notizie in tempo reale è comprensibile che giornalisti e addetti alla titolazione cerchino le tinte forti per attirare l'attenzione dei potenziali lettori. Ma questo non deve arrivare a inventare di sana pianta un assalto ad una comunità che vive nell'unica nazione dell'area per essi sicura e accogliente.
H/t: Honest Reporting.
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