Che cosa induce Al Jazeera a definire questa donna una "supermamma", e adirittura le Nazioni Unite ad incoronarla come "difensore dei diritti umani"?
A quanto pare la signora, residente a Nabi Saleh (non lontana da Ramallah) e madre di quattro figli, è assurta agli onori della cronaca per aver giurato che gli ebrei «bevano il sangue dei palestinesi».
Da più di sette anni, ogni venerdì, la supermamma palestinese si dirige verso il vicino villaggio ebraico di Halamish, per invocarne la distruzione. È il villaggio tristemente noto per aver fatto da cornice alla barbara uccisione, lo scorso luglio, di tre membri della famiglia Salomon, mentre questa era riunita per celebrare la cena dello Shabbat. Un villaggio teatro di scontri ogni settimana fra i membri di questo clan, sempre ben attenti ad essere a favore di telecamera, e le forze di sicurezza che prontamente intervengono per proteggere i residenti.
La signora in questione si chiama Manal Tamimi e, come il nome suggerisce appartiene alla famiglia tribù dei Tamimi, messasi in evidenza negli anni passati per le rappresentazioni ad uso e beneficio dei media occidentali, in seguito rientrate nel mondo sceneggiato di Pallywood. La coccarda di strenua "difensora dei diritti umani" le è stata assegnata non da Abu Mazen ne' tantomeno da un altro terrorista. È merito di Michael Lynk, relatore alle Nazioni Unite, se un simile merito sia stato conferito a chi ha avuto modo di dichiarare: «i vampiri sionisti celebrano le loro festività bevendo sangue palestinese; ma il nostro sangue è puro e alla fine li ucciderà».
Oppure: «Io non odio gli ebrei; ho persino degli amici fra essi. Ma odio il sionismo e non ne faccio mistero. Per me il sionismo, il Ku Klux Klan e l'ISIS sono sempre la stessa cosa». E ancora: «Odio Israele, odio il sionismo, e auguro che presto venga una terza intifada che faccia sollevare il popolo e uccida i coloni sionisti ovunque essi si trovino».
Chissà se beneficiare del patrocinio delle Nazioni Unite, comporti qualche forma di beneficio finanziario.
H/t: JNS.org.
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