giovedì 25 gennaio 2018
Abu Mazen si compra l'aereo privato e ringrazia l'Europa
Le suppliche di Abu Mazen hanno sortito gli effetti sperati. Dopo il clamoroso gesto degli Stati Uniti, che hanno dimezzato gli stanziamenti annuali al bilancio dell'UNRWA, l'agenzia ONU appositamente creata dall'ONU per perpetuare la questione dei profughi palestinesi; Svezia, Olanda e Belgio hanno generosamente messo mano al portafoglio, coprendo il disavanzo venutosi a creare in un ente fondamentale per il benessere dei palestinesi.
Be', per l'esattezza del capo dei palestinesi: Abu Mazen. È notizia di ieri che il corteggiatore seriale della signora Mogherini, a suo agio nelle stanze di Bruxelles come nella repressione dell'opposizione palestinese, ha ordinato uno sfavillante jet privato del valore di 50 milioni di dollari. Il velivolo non è stato ancora consegnato, ma è questione di settimane. L'anziano leader dell'OLP sarà però costretto a recarsi ad Amman, in Giordania, per mettere a tacere le malelingue che lo accusano di corruzione e di sfruttamento delle sofferenze dei palestinesi per il proprio tornaconto personale.
Secondo gli oppositori, la famiglia Abu Mazen è titolare proprio nella capitale giordana di svariati conti correnti cifrati, del valore di diversi diecine di milioni di dollari; ma appare certo come i fondi faticosamente accumulati in diversi anni di mungitura dei facoltosi finanziatori occidentali, non siano stati impiegati per l'acquisto del lussuoso sfizio volante. Secondo fonti di stampa, l'Abu Mazen One sarà spesato in parte (20 milioni) con fondi dell'Autorità Palestinese, in parte (30 milioni) con disponibilità del Fondo Nazionale Palestinese. Appresa la notizia, i palestinesi più indigenti hanno tirato un sospiro di sollievo: una volta dotato di tutti i lussi, e preparato per gli innumerevoli voli a cui è destinato l'aereo, residueranno fondi per l'acquisto di minime razioni alimentari. Forse.
Dopo essere stato curato in un ospedale israeliano, Saeb Erekat ha accusato Trump di provocare la fame dei bambini palestinesi ospiti dei campi profughi (palestinesi. Che poi non si capisce perché siano segregati lì, potendo essere liberi di circolare nel resto dei territori palestinesi...). Abu Mazen, prima di firmare l'ordine per l'acquisto del costoso giocattolo volante, ha annuito. Pensando forse al fatto che nemmeno Netanyahu, che guida una nazione in pieno boom economico, e un'economia ora dalle dimensioni di quella di Hong Kong, può contare su un aereo personale. D'altro canto, il privilegio palestinese consiste nel poter esercitare liberamente la corruzione, contando sulla tacita benevolenza della stampa; libera casomai di poter accusare il rivale israeliano di pari nefandezze.
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