Danny Ayalon, già viceministro degli Esteri di Gerusalemme, ha avviato un interessante progetto divulgativo, basato su aspetti quotidiani della vita economia e sociale di Israele. La prima puntata si sofferma sulla moneta dello stato ebraico: lo shekel; o, come più correttamente dovrebbe essere chiamato, il "nuovo shekel israeliano" (NIS).
Immaginate di ritrovarvi d'improvviso a passeggiare per la Mesopotamia, 5000 anni fa, e vi venisse voglia di comprare un cornetto, strada facendo. Il rivenditore vi chiederebbe un pagamento di "Shiklu kaspum". Non è difficile da comprendere, vero? Il significato originario era traducibile in "un ammontare di argento del peso di circa 11 grammi". Questa locuzione si evolse nella versione biblica "Shekel Hakesef", o "Shekel d'argento".
Il fiordaliso è a noi familiare, per essere presente sulla moneta da uno shekel; ma appare sulle monete ebraiche sin dalla dominazione persiana di Israele. I simboli in basso a sinistra non sono stelle: sono le lettere "Y", "H" e "D"; "Yehud" nell'ebraico antico. Come sulle monete rinvenute, e risalenti al IV Secolo a.C.
Herzl immaginò che lo shekel divenisse la moneta del futuro stato di Israele; ma durante il periodo del Mandato Britannico, Israele adottò il sistema monetario britannico, e così fu istituita la sterlina israeliana la quale, che ci crediate o no, era scambiata alla pari con la sterlina britannica, fino a quando la Gran Bretagna lasciò Israele nel 1948.
Il 24 febbraio 1980, a causa dell'iperinflazione, si decise di tornare allo shekel storico. Per ogni 10 sterline israeliane, si otteneva uno shekel. Dopo altri cinque anni, caratterizzati da inflazione persistentemente elevata, i prezzi furono divisi per mille, e nacque così il Nuovo Shekel Israeliano (NIS; noto come "ILS", sul mercato dei cambi, NdT). Questa è la moneta oggi circolante, e vale mille vecchi shekel, che a loro volta valevano dieci sterline israeliane.
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