lunedì 5 dicembre 2011

L'antisemitismo non è mai duro a morire



E' bufera sul presidente Obama e sul responsabile della diplomazia americana in Belgio.
La scorsa settimana l'ambasciatore degli USA a Bruxelles, ad una conferenza di fronte a parlamentari ebrei, ha sostenuto che occorre effettuare una distinzione fra l'antisemitismo, da condannare sempre e comunque, e l'odio dei musulmani nei confronti degli ebrei, che a suo dire sarebbe alimentato dallo storico conflitto israelo-palestinese; e che, sottintende, verrebbe meno qualora gli israeliani acconsentissero a tutte le richieste del mondo arabo, inclusa quella di gettare a mare tutti gli abitanti non musulmani situati fra il Giordano e il Mediterraneo.
Howard Gutman, attuale ambasciatore degli Stati Uniti in Belgio, ha raccolto mezzo milione di dollari per la campagna elettorale che ha portato all'elezione di Barack Obama a fine 2008. La Casa Bianca si è affrettata a smentire le dichiarazioni di Gutman, precisando che l'antisemitismo va stigmatizzato in tutte le sue forme, compresa quella apparentemente più accettabili dell'antisionismo: "non c'è alcuna giustificazione per il pregiudizio nei confronti degli ebrei o degli abitanti dello stato di Israele".
Ma ciò non ha impedito alle proteste di montare vibrantemente, con diversi esponenti politici di primo piano che hanno chiesto l'immediata rimozione dall'incarico dell'ambasciatore in Belgio.

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