Questa foto appare su uno dei tanti gruppi disseminati su quel produttore industriale di disinformazione che è Facebook. Uno dei tanti di ispirazione antiisraeliana, antisemita, o - bontà loro - antisionista. Un gruppo che giura l'esistenza dell'apartheid: in Israele (mica nei territori palestinesi, dove la recente maratona tenutasi a Betlemme ha visto il bando di atleti israeliani; fossero essi ebrei, arabi o financo drusi).
Per convincere il lettore di questa strampalata accusa, la pagina in questione mostra l'immagine di un ebreo ortodosso che solidarizzerebbe con i palestinesi, dopo un energico trattamento subito dalle forze di sicurezza israeliane: «se io, che sono ebreo, sono trattato così brutalmente, chissà quale deve essere il trattamento riservato ai palestinesi», argomenta il nostro malcapitato amico.
Giusto, no? Peccato che l'immagine risalga al 2005, e ritragga i disordini nei pressi del kibbutz di Regavim, nell'Israele settentrionale, dove un gruppo di ortodossi protestava contro la ventilata dissacrazione di presunte antiche tombe ebraiche, risalenti in realtà al II-III secolo dC. All'epoca, diecine di ortodossi si scontrarono con i servizi di sicurezza privata, istituiti per non impedire la costruzione di una linea ferroviaria che avrebbe sovrastato la zona.
Se lo stato ebraico dovesse essere accusato di apartheid ogni volta che un gruppo di interesse si opponesse alla costruzione di infrastrutture di ogni tipo, viaggeremmo ancora sul dorso di un mulo. Bizzarro che i filopalestinesi si impossessino di queste immagini, e le impieghino per sostenere questa tesi oltraggiosa. Hanno finito le immagini farlocche provenienti dalla guerra civile in Siria?
H/t: The Muqata.
Nessun commento:
Posta un commento