In sordina, la BBC fa un mezzo passo indietro a proposito della copertura dell'incidente di due anni fa al largo delle coste di Gaza, quando la Mavi Marmara tentò di forzare il blocco navale imposto dal governo israeliano per prevenire la fornitura di armi e munizioni ai terroristi di Hamas che dal 2007 governano la Striscia.
Quel blocco è stato giudicato legittimo da una commissione delle Nazioni Unite appositamente istituita; ma nei giorni immediatamente successivi alla vicenda non mancarono aspre polemiche, alimentate da una stampa disorientata dai dispacci dei militanti dell'IHH, che armò la spedizione, in spregio al diritto internazionale, e che risulta non a caso affiliata all'ISM, organizzazione filoislamica collegata proprio ad Hamas.
La BBC non ha evitato i tranelli delle veline inviatele da parte palestinese, facendo buona compagnia al connazionale Guardian nella cronaca parziale e omissiva della vicenda. Oggi, a distanza di due anni, l'emittente britannica fa parziale marcia indietro, rivedendo la definizione degli scopi della missione e del suo equipaggio.
In una nota dello scorso 8 aprile, la BBC ha riveduto ancora una volta la copertura dell'evento, rimuovendo il termine "aiuti" (umanitari, NdR) dalla descrizione della missione della Mavi Marmara: non già aiuti umanitari, conteneva l'imbarcazione. Questo, lo sappiamo da tempo.
Inoltre, i membri dell'equipaggio non sono più classificati come "passeggeri", bensì come "attivisti". Due distinzioni sottili, eppure rilevanti. Soprattutto, però, tardive: non solo per la descrizione distorta ed erronea della vicenda, che in più lettori e telespettatori indusse il convincimento che effettivamente la Freedom Flottilla trasportasse viveri e medicinali alla popolazione palestinese di Gaza (viveri e medicinali in verità parzialmente presenti nelle stive; ma scaduti e inutilizzabili); ma anche per la reputazione e l'immagine di una istituzione una volta gloriosa, e oggi dalla dubbia autorevolezza.
H/t: BBCwatch.
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