Ieri il quotidiano arabo in lingua ebraica Haaretz, pubblicato in Israele e disponibile anche in versione inglese, ha ospitato un articolo ripugnante in cui una specie di giornalista ha fornito patente di legittimità a coloro che bersagliano autoveicoli in transito per i territori palestinesi; meglio se condotti da israeliani. Questo, a poche ore dalla condanna di Waal al-Arja of Halhoul, che un anno e mezzo fa ha colpito con una pietra l'auto di Asher Palmer, nei pressi dell'insediamento di Kiryat Arba nel West Bank, cagionando la morte del conducente e di suo figlio di un anno; e a tre settimane dal tragico incidente in cui un veicolo pesante, colpito da un'altra pietra, ha travolto il mezzo su cui viaggiava Adva Bitton, la cui figlia, Adele, di tre anni, lotta tuttora con la morte in un letto di ospedale.
La mamma di Adele ha pubblicato una accorata lettera, invitando la pseudo-giornalista a visitare l'unità di terapia intensiva in cui la vittima di cotanto odio è ricoverata. C'é speranza che l'accorato appello venga raccolto?
Difficile da credersi, in un'area in cui l'odio si diffonde a macchia d'olio. Mehmet Tunç, militante turco, a bordo della Mavi Marmara quando fu approcciata dalla marina israeliana nel tentativo di prevenirne la forzatura del legittimo blocco navale delle coste di Gaza, ha dichiarato ieri che devolverà gli indennizzi generosamente concessi dal governo di Gerusalemme ai terroristi di Hamas e della Jihad Islamica: il che francamente sorprende ben poco, dal momento che terrorista era buona parte dell'equipaggio dell'imbarcazione, armata dall'IHH, organizzazione internazionale affiliata proprio ad Hamas. Questo denaro, che probabilmente il governo Netanyahu poteva risparmiare, non sarà speso per migliorare le condizioni di vita dei palestinesi; ma per comprare altre armi e munizioni.
In un altro esempio di odio cieco, apprendiamo che oggi terroristi palestinesi - l'età evidentemente qui conta ben poco: la capacità di offendere ed eventualmente di uccidere non richiede la maggiore età - hanno bersagliato addirittura una ambulanza. Questo, senza neanche conoscere i passeggeri a bordo di essa: non ha importanza che fossero trasportati pazienti israeliani oppure, come spesso capita, palestinesi.
La pace si allontana sempre più...
Ho visto ieri in una newsletter "di informazione" il "coraggioso" articolo di denuncia di Amira Hass: ne ho letto due righe, due di numero, poi mi sono dovuta fermare perché mi veniva da vomitare.
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