C’è un’Agenzia ONU che non è mai in crisi, un’agenzia costantemente sommersa di dollari, che si occupa di un gruppo esclusivo di rifugiati, nati e cresciuti nei loro luoghi di residenza, in alloggi e non in tende. Rifugiati che spesso hanno un lavoro e un reddito, che hanno regolare accesso alla sanità pubblica e all’istruzione. Ma qual è questa Agenzia prospera dal miliardo di dollari l’anno? Ma è l’UNRWA è ovvio! E i profughi sono quelli che non sono più tali da cinquant’anni: i “profughi” palestinesi. La Siria è distrutta, i siriani non hanno da bere acqua fresca, ma l’Unrwa non se ne preoccupa, loro “servono” esclusivamente i Palestinesi.
L’Unrwa, come sappiamo, è quell’organismo incaricato, dal 1948, di assegnare lo status di rifugiato a tutti i discendenti di quei Palestinesi che lasciarono Israele durante la prima guerra di aggressione sferrata contro lo Stato ebraico. Bastava aver risieduto due mesi in Eretz Israel per aver diritto ad uno status da lasciare in eredità ai propri figli e ai figli dei figli. Cosi’, quelli che nel 1949 non arrivavano a 700.000 unità, ora sono diventati cinque milioni. Neanche uno dei rifugiati originari è stato mai reinsediato dall’Unrwa. Secondo la sua definizione, i profughi rifugiati rimangono tali anche dopo l’acquisizione della cittadinanza di un altro paese.
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