Sta di fatto che Chris Gunness, il portavoce dell'UNRWA - l'agenzia ONU specializzata nel (non) risolvere la questione dei rifugiati palestinesi - che sul sul profilo Twitter riporta subdolamente la gigantografia della desolazione del campo profughi di Yarmouk, in Siria, spacciandolo implicitamente per oggetto di responsabilità israeliane; è all'opera per produrre una nuova spettacolare bufala made in Hollywood.
L'attivista infatti è alla ricerca di famiglie palestinesi che possano mostrare testimonianza della morte di propri figli per ipertermia. Sono passate 24 ore dalla pubblicazione del tweet, e il Nostro non si è ancora accorto che casomai dovrebbe ricercare soggetti periti di ipotermia, che si manifesta quando la temperatura corporea scende sotto i 35°; ma soprassediamo. Elder of Ziyon riporta la triste circostanza di un paio di decessi quest'inverno, aggravati dal freddo. Per la verità, in queste condizioni non periscono soltanto i bambini di Gaza: il Dipartimento della Salute americano per esempio riporta che nel quinquennio 2006-2010 circa duemila cittadini sono morti ogni anno per il freddo, o per sindromi aggravate dalla basse temperature. Nel solo Regno Unito nel 2013 67 persone sono morte per ipotermia, e 288 sono periti per l'aggravamento di patologie, indotto dalle rigide condizioni climatiche. Insomma, malgrado il riscaldamento globale, di freddo si muore, a tutte le latitudini.
Ma ciò non importa all'irreprensibile Chris Gunness, che null'altro vuole, all'infuori di un corpicino privo di vita e di genitori, possibilmente visibilmente straziati, da offrire in pasto all'opinione pubblica occidentale. Nel tentativo di addossare le responsabilità ai soliti israeliani? o per promuovere la raccolta di fondi? staremo a vedere. Certo, è bizarro che l'UNRWA, che a Gaza dispone di uffici tanto spaziosi da ospitare interi arsenali bellici di Hamas, non disponga di personale informato su decessi da ipotermia; al punto da lanciare un appello pubblico per la ricerca di nuove comparse per questa spettacolare, imperdibile produzione. Forse, i palestinesi patiranno il freddo, ma disporranno del calore di un account Twitter.
Speriamo che questa volta il cortometraggio riesca meglio. La precedente produzione dell'UNRWA risultava tanto improbabile da apparire grottesca.
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