domenica 2 ottobre 2011

Adesso tocca ai palestinesi



Una bella notizia: Israele accetta la proposta del Quartetto (Nazioni Unite, Stati Uniti, Europa e Russia) per la ripresa dei negoziati con l'Autorità Palestinese. Il capo del governo di Gerusalemme ha sollecitato la leadership palestinese a sedersi al tavolo dei negoziati senza indugio.
Adesso speriamo che si facciano passi in avanti, e che si abbandoni la retorica a favore della pace.

In occasione della richiesta di Abu Mazen all'ONU, il Quartetto ha emesso un comunicato con cui si sollecitava le parti a superare gli ostacoli e tornare ai negoziati bilaterali senza ritardi ne' pre-condizioni. L'auspicio è che si giunga ad un accordo entro la fine del 2012.

Il sincero auspicio è che ci sia davvero la volontà da parte dei palestinesi di raggiungere la pace.
Ieri l'esercito israeliano ha sorpreso una cellula terroristica a Gaza che si apprestava a lanciare un attacco missilistico verso il sud di Israele. Il pronto intervento ha sventato la minaccia. Nello scontro, tre terroristi sono rimasti feriti. Si ritiene che il medesimo commando sia stato responsabile in passato di aggressioni simili; l'ultima, giovedì (curiosamente il Corriere della Sera riporta soltanto la notizia della reazione israeliana; non quella del progettato attacco palestinese. Il comportamento parziale e omissivo peraltro è già stato riscontrato in passato...)
Il lancio quasi quotidiano di attacchi va in direzione opposta al perseguimento della pace fra palestinesi e israeliani. E' vero che Hamas ha stigmatizzato l'iniziativa di Abu Mazen, da cui si dissocia. Ma è anche vero che la Striscia di Gaza dovrebbe entrare a far parte dello stato palestinese di cui si chiede il riconoscimento. Non si capisce più a chi credere: ad Abu Mazen, che ha formulato la richiesta; o ad Hamas, che controlla una frazione importante del futuro stato, incuneata fra Egitto e Israele, che continua a lanciare attacchi, che disconosce l'iniziativa di pace, e che ancora oggi minaccia la cancellazione di Israele.
Viene il sospetto che il reale obiettivo è la distruzione di Israele, non la pace per i palestinesi.

P.S.: Israele è quello stato unico al mondo, in cui un membro della Knesset (il parlamento), arabo, si può alzare oggi e affermare liberamente e senza timori di sorta che gli scontri fra arabi e israeliani del 2000 - la cosiddetta "seconda Intifada", che tante vittime cause fra i cittadini israeliani - dovrebbero essere materia scolastica.
Sorvolando sull'apprezzamento del terrorismo, che francamente fa inorridire chiunque; in quale altro stato al mondo una minoranza può godere di una simile libertà di espressione?
Ma dopotutto (o PRIMA di tutto): in quale stato arabo (e ce ne sono 22...) esiste un solo parlamentare ebreo? figurarsi se possa essere lontanamente tollerabile una simile affermazione...

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