In alto, l'immagine diffusa dai media internazionali - sempre ben presenti sulla scena; chissà come mai: mica ci sarà qualcuno che li convochi anzitempo, giusto prima della messinscena - in cui si scorge un militare (presumibilmente israeliano) intento a percuotere un civile (ancora una volta presumibilmente palestinese) inerme. Ferma e inappellabile la condanna dell'opinione pubblica; se mai fosse stato necessario ribadirla o emendarla.
In basso, la scena
uncutted uncut, in cui si scorge un militare atterrato, sopraffatto - e apparentemente incapace di difendersi - da un civile non così pacifico, trattenuto a stento da un altro militare.
Scene di questo tipo sono comuni nei territori contesi fra israeliani e palestinesi. Ma la sapiente mano dei divulgatori di diffamazioni interviene prontamente. Dopotutto, un'immagine vale molto più di mille parole, no?
Sono 600 anni che israele e palestina si fanno la guerra e sinceramente,prendere parte ad uno scempio del genere mi fà anche schifo.Da una parte abbiamo quelli che con la scusa dell'antisemitismo sono riusciti a costruire un "muro" separatore,ma che non può separare l'odio.Bombardano.Si allenano sparando dalle mura,verso i contadini e tutto questo davanti a tutti i media e il mondo,senza che nessuno gli dica di fare qualcosa.Dall'altra abbiamo il solito atteggiamento "arabo" inneggiante alla guerra santa,con conseguenti attentati ed esplosioni.
RispondiEliminaSi risolverà mai questo problema?Io dico mai,grazie alle religioni.
Non mi pare che il muro l'abbiano costruito "con la scusa dell'antisemitismo"; il muro ha quasi azzerato gli attentati: come "scusa" per la sua costruzione non mi sembra tanto male!
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