martedì 6 maggio 2014

I palestinesi celebrano i terroristi con sobrio distacco


Qualche giorno fa il governo di Gerusalemme ha consegnato a Ramallah i resti di Ezzedin Al-Masri, il terrorista palestinese che nel 2001 si fece saltare in aria nella pizzeria Sbarro a Gerusalemme, provocando la morte immediata di 15 persone, fra cui ben 7 bambini. In passato l'ANP ha celebrato Ahlam Tamimi, che segnalò il luogo dell'attentato perché solitamente ben affollato, e condusse personalmente l'attentatore sul luogo.
Ci si sarebbe aspettato una celebrazione sobria, lontana dalle provocazioni farneticanti e dalle celebrazioni di criminali dalle mani sporche di sangue, tipiche di un passato che non tramonta mai. Speranza vana: come rileva Palestinian Media Watch, che ha seguito il funerale sulla TV di stato palestinese, il terrorista suicida è stato celebrato come Shahid, martire; il massimo riconoscimento morale previsto per chi rinuncia alla propria vita per attentare a quelli altrui, purché "infedeli". In tal modo perpetrando la consuetudine palestinese, che incoraggia - e finanzia generosamente - gli aspiranti omicidi-suicidi: una tendenza che la dice lunga sulla reale volontà di Ramallah e dintorni di rinunciare al terrorismo a favore di una pace definitiva. La consolazione, come sempre, è quella di barattare la vita terrena con l'Eternità in ottima compagnia di 72 vergini che attendono l'attentatore in paradiso...


Se questi sono i moderati con cui lo stato ebraico avrebbe dovuto discutere di pace, se esiste una differenza sostanziale fra gli estremisti di Hamas - che ora attingeranno alla finanze dell'ANP copiosamente sostenute dalle donazioni occidentali - e la fazione ufficialmente riconosciuta dall'Occidente dopo i (fallimentari) Accordi di Oslo del 1993; che qualcuno ci avvisi...


Cinismo e ambiguità fanno parte del curriculum vitae del buon dirigente palestinese. Arafat era maestro nel compiacere la satolla opinione pubblica occidentale con paroline dolci; salvo infiammare le piazze arabe con messaggi deliranti che inneggiavano al jihad.
Qualche giorno fa, nel tentativo di persuadere i generosi finanziatori occidentali a non interrompere il copioso flusso di denaro che finisce in buona misura nei conti personali della famiglia di Mahmoud Abbas - e nelle tasche delle famiglie dei volenterosi attentatori palestinesi - il presidente dell'ANP, dell'OLP e del Fatah ha speso parole di commiserazione nei confronti delle vittime della Shoah; definito «il crimine più atroce». Immediate le parole di apprezzamento delle cancellerie occidentali; ma la realtà come sempre è un'altra.
Come rileva oggi ADL.org, ben 18 libri scritti personalmente da Abu Mazen sono disponibili sul sito ufficiale del boss palestinese; tutti proponenti la tesi secondo cui fra nazismo e sionismo ci sarebbe stata addirittura un'alleanza segreta. Hitler «ebbe un ruolo non secondario nel creare una "entità sionista" in Palestina», farnetica nei suoi scritti Abu Mazen. In un'altra opera imperdibile, la colomba palestinese rileva come «sionismo e antisemitismo sono due facce della stessa medaglia».
Forse è tempo di rivedere la bibliografia raccomandata dal sito ufficiale, signor presidente...


Nessun commento:

Posta un commento