giovedì 20 novembre 2014

La Giordania commemora i terroristi

La bandiera di Palestina, in un dizionario Larousse del 1939
I fatti si svolsero come tutti sanno. Alla fine del 1947 le Nazioni Unite danno finalmente seguito ad un impegno adottato nel 1920 con la Conferenza di Sanremo, votando la partizione del mandato britannico in Medio Oriente, ed istituendo due stati: uno arabo, e uno ebraico. Sebbene la decisione del Palazzo di Vetro comportasse una vistosa mutilazione - lo stato moderno di Israele sarebbe sorto su un'area di circa 1/6 del territorio assegnato alla Gran Bretagna 27 anni prima affinché ne facesse la patria nazionale degli ebrei - gli ebrei accettarono: e nacque lo stato di Israele. Gli arabi rifiutarono - allora non vi era alcuna menzione di una popolazione palestinese: palestinesi erano indicati gli ebrei, tant'é vero che la bandiera di Palestina del 1939 riportava la stella di David e i colori del moderno Israele - e di lì a breve scoppiò la guerra di indipendenza. Uno stato palestinese avrebbe potuto sorgere a novembre 1947. Ma le potenze arabe che contornavano i due proposti stati, si opposero, e indussero gli arabi indigeni a lasciare le loro case. Gli arabi che vivevano in Israele divennero cittadini israeliani a tutti gli effetti, con tutti i diritti e doveri. Gli arabi che risiedevano nello stato arabo che sarebbe sorto sulla porzione dell'ex mandato britannico in Palestina respinsero il piano di partizione dell'ONU; indotti dai governi arabi a ritenere che la guerra si sarebbe conclusa nel giro di pochi giorni, e che sarebbero tornati presto alle loro case. Perché accontentarsi del 50%, quando puoi ottenere tutta la posta?


Rivelatore questo video trasmesso dalla TV palestinese, in cui un anziano residente del campo profughi di Qalandiya, nel West Bank, ricostruisce i fatti dell'epoca: l'esercito giordano era sicuro di sconfiggere il neonato stato ebraico, e indusse egli, la sua famiglia, e tutti gli arabi a partire. «Nel giro di due ore occuperemo Israele e potrete tornare alle vostre case». Non andò come sperato: gli eserciti arabi furono sconfitti, e per gli arabi iniziò una penosa permanenza in squallidi campi rifugiati, senza diritti ne' dignità. La Giordania sarebbe stata sconfitta ancora nel 1967, dopo la Guerra dei Sei Giorni.
Il Trattato di Pace sarebbe seguito 27 anni dopo.
Quella stessa Giordania che oggi indice una sessione straordinaria del parlamento, per piangere le vittime del sanguinoso attentato di lunedì a Gerusalemme. Ma non tutti; e sicuramente non le vittime: ma gli aggressori. Lo speaker della Camera bassa, Atef Tarawneh, ha aperto la seduta intonando una preghiera in memoria di Uday e Rassan Abu-Jamal, assassini di cinque innocenti, prima di far osservare all'assemblea legislativa un minuto di silenzio. Nessuna commemorazione per gli israeliani macellati dalla furia omicida dei terroristi. Si fa così, fra partner di pace.

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