In concomitanza con la morte di Yasser Arafat, venerdì una serie di esplosioni ha colpito a Gaza abitazioni e proprietà appartenenti ad Al Fatah, il partito di Abu Mazen. Dopo aver apparentemente accantonato una sanguinosa rivalità, che culminò nel 2007 con il colpo di Stato con cui Hamas si è insediata a Gaza, eliminando fisicamente diecine di appartenenti alla fazione rivale; il governo unitario palestinese traballa. Secondo testimonianze raccolte dalla stampa, le denotazioni sarebbero state innescate proprio da uomini di Hamas, che tiene tuttora in pugno l'enclave palestinese, e ha affermato a chiare lettere di non accettare la titolarità esclusiva dell'ANP nella gestione della massa di denaro (5,4 miliardi di dollari) che sta per piovere sulla Striscia.
L'Alto rappresentante per la politica estera, signora Mogherini, ha auspicato entusiasticamente di vedere la nascita di uno stato palestinese al termine del mandato conferitole. Ignorando la realtà locale, e trascurando tutti gli sforzi finalizzati al conseguimento di una pace duratura, profusi dal governo israeliano prima che lo stesso Abu Mazen rovesciasse clamorosamente il tavolo delle trattative, replicando un atteggiamento sprezzante non nuovo per il fondatore di Al Fatah di cui si "celebra" oggi il decimo anniversario della scomparsa.
La signora Mogherini finge di non sapere che lo stato di fatto palestinese costituitosi nella Striscia di Gaza, ha dichiarato sostanzialmente guerra a Gerusalemme dal giorno successivo allo sgombero unilaterale dello stato ebraico, avvenuto nell'estate 2005; e che un disimpegno definitivo da Giudea e Samaria (West Bank, o Cisgiordana, secondo l'accezione giordana), sarebbe verosimilmente preceduto da una assunzione di potere da parte di Hamas ad est del Giordano, con la concreta possibilità di schierare missili e razzi ad una manciata di chilometri da Tel Aviv. Facile fare diplomazia con il sangue degli altri.
Quanto più la diplomazia europea si sforza di evocare la mitica soluzione dei "due stati per due popoli" (antipasto di uno stato solo per un solo popolo; e pazienza per l'altro...), tanto più questa soluzione appare irrealizzabile. Sul tema si è espressa intelligentemente Mordechai Kedar, direttore del Center for the Study of the Middle East and Islam, in un'intervista concessa a Russia Today, di cui il Borghesino propone qui la libera traduzione.
«La Palestina dovrebbe esistere sotto forma di emirati su base tribale; altrimenti, diventerà un altro stato (creato a tavolino dall'Occidente, NdT) fallito, come la Siria, l'Iraq, la Libia o il Sudan», afferma Mordechai Kedar, direttore del Center for Middle East and Islam studies at Bar-Ilan University, in questa intervista a Russia Today. L'Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell'Unione Europea, appena nominato, ha affermato che perseguirà la creazione di uno stato palestinese: «Sarei lieto se, per la fine del mio mandato, esistesse uno stato palestinese», ha affermato Federica Mogherini.
Russia Times: la signora Mogherini ha commentato il riconoscimento della "Palestina" da parte della Svezia... come mai questo improvviso cambiamento di atteggiamento da parte dell'Europa?
Mordechai Kedar: Penso che non esista alcuno stato al mondo - che sia la Svezia, o l'Unione Europea, o tantomeno gli Stati Uniti o la Russia - che possono prevenire che il futuro stato palestinese si trasformi in un nuovo "Hamastan", come accadde subito dopo le elezioni del 2006, quando Hamas conquistò la maggioranza dei seggi del parlamento di Gaza, prima di conquistare in esclusiva con la forza il potere a giugno 2007. Chi impedirebbe che questo scenario si manifestasse nel West Bank, se con il volere di Dio diventasse la base di uno stato palestinese? si impegnerebbe la Svezia a fare qualcosa? o l'Europa? Finiremmo con il ritrovarci con un altro stato terrorista.
Questo perché gli europei ragionano senza tenere conto della specificità del Medio Oriente, dove gli insuccessi si sono sommati perché l'Europa ha creato stati fantoccio come la Siria, l'Iraq, la Libia, lo Yemen e il Sudan. Qui l'unica soluzione praticabile è quello degli Emirati Palestinesi: emirati nelle città, con Israele che presidia le aree rurali allo scopo di impedire che nel West Bank si manifesti una replica di quanto sperimentato a Gaza.
RT: La soluzione dei "due stati per due popoli" è il paradigma su cui si basa buona parte della comunità internazionale per risolvere la questione israelo-palestinese. Qual è la Sua opinione?
MK: Un altro stato arabo-palestinese sarebbe non dissimile dalla Siria, dall'Iraq, dalla Libia o dal Libano: è nella natura di quest'area. Non ci possiamo fare nulla. L'unico modello di stato che qui funzione, porta il nome di Kuwait, di Qatar, di Dubai, di Abu Dhabi: è la strada da seguire, quando si prende una tribù e le si crea attorno uno stato, anche se di piccole dimensioni. Non c'è altro che funzioni in Medio Oriente.
RT: Per cui Lei ritiene che in un modo o nell'altro uno stato palestinese sorgerà presto o tardi...
MK: Dovremmo pervenire ad otto emirati palestinesi; non ad uno stato. Perché uno stato sarebbe un ammasso di tribù, e faremmo la fine vista in Siria, o in Iraq, o in Libia, o nel Sudan. Il problema è che il mondo affronta la questione con la mentalità europea, o con quella americana.
RT: Israele approverebbe una simile soluzione?
MK: È l'unica strada percorribile, sulla base dell'esame della società della regione. Esiste anche un sito,
palestinianemirates.com, dove ci si può documentare sul progetto, spiegato in grande chiarezza e dettaglio.
RT: Ha accennato ad Hamas, che vinse le elezioni nel 2006 con il 40% dei voti. Crede che la "Palestina" sarebbe uno stato terrorista perché Hamas conquisterebbe la maggioranza dei voti? non tutti i palestinesi votano per Hamas, e di certo non tutti essi sono terroristi.
MK: Sta di fatto che Hamas detiene il 70 percento dei seggi del Consiglio legislativo palestinese, e non vedo perché non possano replicarsi nel West Bank. Sono governati da una organizzazione terroristica come Hamas, di cui si vedono tristemente gli effetti a Gaza. Che farebbe la Russia se ad un certo punto Hamas dovesse assumere il potere nel West Bank?
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