mercoledì 4 maggio 2011

I palestinesi "moderati" non esistono (più?)



Brutto colpo per le anime belle occidentali, che credevano alla favola della primavera araba, e ancor prima hanno creduto che esistesse un fronte palestinese "moderato": Abu Mazen (sì, quello che ha scritto una tesi di laurea in cui - al pari di Ahmadineejd - nega l'Olocausto e lo sterminio di sei milioni di ebrei) ha completato il suo suicidio politico, allineandosi completamente alle posizioni dell'organizzazione terroristica Hamas, che da quattro anni controlla la Striscia di Gaza.

Giova ricordare che:

- Hamas ha vinto le elezioni nella Striscia di Gaza del 2006 (44% contro 41%, se non ricordo male), che l'anno dopo ha silurato tutti i rappresentanti legittimamente eletti di al Fatah, compiendo di fatto un colpo di stato, e allontanando con la violenza tutti gli uomini di Abu Mazen. Spesso con metodi diciamo così "poco democratici": lanciando dal tetto delle abitazioni i funzionari di al Fatah, fino alla loro decimazione.

- Hamas è un'organizzazione terroristica, tale riconosciuta da Unione Europea e Stati Uniti, oltre che da Israele, ovviamente.

- A differenza di Abu Mazen, Hamas ha deplorato l'uccisione di Bin Laden (c'è da aggiungere altro?);

- Hamas non intende rinunciare al terrorismo, non intende riconoscere Israele, uno stato democratico, non intende recedere dal proposito di annientare Israele e tutta la sua popolazione; principio sancito nel suo atto costitutivo. E non intende rispettare i trattati internazionali sottoscritto dall'OLP di Arafat, fra cui gli Accordi di Oslo del 1993.

- Hamas conserverà il potere a Gaza (il potere di intimidazione è ancora notevole), e vincerà facilmente le elezioni che si terrannno in Cisgiordania "entro un anno", esautorando completamente "i moderati" dal potere.

P.S.: Trovo esemplare del livello di democrazia vigente in Israele, la circostanza secondo cui ieri, in una sessione alla Knesset (il parlamento israeliano) Ibrahim Sarsoor, della lista araba pro Hamas, abbia preso la parola per tessere le lodi del fondatore di Al Queda. Nessuno può difendere Osama Bin Laden e i suoi sgherri; ma il punto è: ve lo immaginate un deputato ebreo che dovesse intervenire in un futuro parlamento palestinese per onorare la memoria di un "martire sionista"? Io no.

4 commenti:

  1. Comunque con la "primavera araba' nè Abu Mazen, nè Hamas c'entrano, come ben sai: gli sviluppi di questo patto sono oscuri. Secondo ma non reggerà, sono le solite pagliacciate levantine cui ci hanno abituati, continueranno a scannarsi. Sono... più incuriosito dalla possibilità( che , questa sì, avrebbe connotati interessanti) che si crei pian piano qualche lievito di ribellione tra i palestinesi: devo dire che il governo israeliano dovrebbe evitare di rinsaldare il fronte palestinese invece di dividerlo con una politica più intelligente e collaborativa con gli USA.

    RispondiElimina
  2. Penso che le reazioni israeliane vadano collocate nel contesto drammatico in cui essi vivono: difficile ragionare serenamente, quando si è minacciati concretamente da tutti i lati. Più facile farlo quando si è comodamente spaparanzati sulla... poltrona, come noi occidentali.
    Senza contare che al Cairo sono stati invitati per la firma la Jihad islamica e il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (a cui appartenevano i due omicidi della famiglia di Itamar), vale a dire la peggiore feccia del terrorismo palestinese. Come si fa ad essere sereni e pacati nelle valutazioni quando il livello della minaccia aumenta a vista d'occhio?

    RispondiElimina
  3. Purtroppo questo serrare le fila dei palestinesi è figlio sopratutto ( oltre che della intrinseca debolezza di Al Fatah ) di una politica sbagliata e scioccamente aggressiva dell'attuale governo israeliano, che sta infastidendo gli amici d'Israele e rafforzando i terroristi palestinesi. Che senso ha continuare in nuovi insediamenti, illegittimi ed invisi agli USA ed agli altri amici?
    L'obiettivo politico invece sarebbe di dividere i palestinesi, isolare Hamas, alimentare dubbi defezioni e malcontento tra le masse arabe, incoraggiare una primavera palestinese, se mai possibile. Mi pare che Istaele stia, ahimè, facendo il contrario, e cioè il gioco dei suoi peggiori nemici.

    RispondiElimina
  4. Cosa ti porta a giudicare "aggressiva" la politica di Israele verso Abu Mazen? (non commentiamo le reazioni agli attacchi provenienti da Gaza. Si commentano da se'...) Gli insediamenti nei territori contesi sono stati sospesi per tutti... i primi dieci mesi del 2010, in attesa che Abu Mazen si sedesse al tavolo per discutere di pace. Niente. Dall'altra parte è giunto soltanto silenzio e indisponibilità, mentre i vertici di al Fatah fomentavano la massa. Poi, una volta terminato il termine di dieci mesi, è ripresa l'attività edile, e Abu Mazen puerilmente ha gridato all'oltraggio e ha preteso la sospensione degli insediamenti come precondizioni per i negoziati. Ma non poteva pensarci prima? sembra quantomeno strumentale... Quanto agli "amici" di Israele, temo ne abbiano ben pochi. Se mai ne abbiano avuti.

    RispondiElimina