Alcuni anni fa un imprenditore, di nome Daniel Birnbaum, ebbe una folgorazione: volle creare opportunità e posti di lavoro per i palestinesi. Così acquisto uno stabilimento nel West Bank, dove la disoccupazione superava il 30%, e assunse ben 500 palestinesi; oltre a 350 arabi israeliani e 300 ebrei israeliani. Riconobbe loro una paga pari a quattro volte quella vigente nei territori palestinesi. E siccome i palestinesi non sono cittadini israeliani, e pertanto non godono della sanità pubblica, stipulò una copertura sanitaria privata, che consentì ai dipendenti palestinesi di garantire copertura e serenità a tutti i numerosi familiari. Nella sua fabbrica il culto delle diverse religioni sarebbe stato consentito dall'istituzione di cappelle, moschee e sinagoghe.
Diede a questa fabbrica il nome di SodaStream.
Birnbaum ha creato dal nulla una azienda che ha generato profitti per gli azionisti ed entrate fiscali. Ha creato posti di lavoro. Ha dimostrato che è possibile la convivenza fra arabi, palestinesi ed ebrei. Ha persuaso una celebrità mondiale come Scarlett Johansson a prestare il proprio volto per la campagna pubblicitaria di SodaStream.
Ciò che Birnbaum non ha considerato, è che la sua iniziativa non incontrava l'approvazione del BDS, un movimento che combatte lo stato israeliano e la sua popolazione, ignorando discriminazioni, abusi, soprusi e violenze e violazioni dei diritti umani, perpetrati in tutti gli altri stati del Medio Oriente. Un benefattore, per il BDS si è trasformato in un delinquente. Oxfam, la multinazionale della lotta alla povertà e all'emarginazione, che finanzia copiosamente il BDS, spinse l'attrice americana a rinunciare al ruolo di volto immagine di SodaStream. Ricevette un garbato invito ad andare a quel paese. Il presidente di SodaStream rivolse più volte un invito ad Oxfam a visitarne gli impianti nel West Bank, per ammirare l'opportunità che essi rappresentavano per migliaia di palestinesi, senza ottenerne risposta.
Il fatturato nel frattempo passava dai 213 milioni di dollari del 2010 ai 563 milioni del 2013, prima di consolidarsi nell'anno passato, e la fabbrica di Maalè Adumin andava ormai stretta. E ne' il governo di Abu Mazen, a cui era stato proposto di versare le imposte sul reddito, ne' quello di Gerusalemme si dimostravano intenzionati a supportare lo sforzo di espansione degli impianti. Così la SodaStream ha chiuso l'impianto nel West Bank, mandando a casa quasi mille dipendenti, riaprendo vicino Beer Sheba, nel deserto del Negev israeliano.
Il nuovo stabilimento ha dato lavoro a 300 beduini, in buona parte in precedenza disoccupati. Ma indovinate un po'? il BDS continua ad osteggiare SodaStream, anche se l'alibi dell'utilizzo di terreni palestinesi è caduto. Il sindaco beduino di Rahat ha battezzato il nuovo stabilimento «un simbolo di speranza e cooperazione». Avercela noi in Italia un'azienda straniera che si impiantasse sul nostro territorio offrendo centinaia di lucrosi posti di lavoro...
Su un punto il BDS può cantare vittoria: in Svezia, il cui governo ha bizzarramente riconosciuto uno "stato palestinese", non saranno più commercializzate macchine per la gasatura delle bevande Made in West Bank. Al loro posto arriveranno impianti Made in China, dove notoriamente la questione tibetana viene risolto in modo pragmatico: gli oppositori all'oppressione di Pechino scompaiono nel nulla.
Nel frattempo centinaia di famiglie di palestinesi sono rimaste senza occupazione e senza reddito. Ora sono potenziale manovalanza disperata e a basso prezzo per Hezbollah, ISIS e altre formazioni terroristiche in costante reclutamento. Peggio per loro: imparino la prossima volta a lavorare per gli odiati israeliani, avranno sentenziato i benpensanti filopalestinesi. I peggiori nemici dei palestinesi.
Fonte: Jobless and desperate Palestinians.
su Washington Times.
Ottimo. Che se ne sia dovuto andare, intendo. Nessuna normalizzazione con i terroristi sionisti.
RispondiEliminaCome volevasi dimostrare...
EliminaGiusto! E il migliaio di famiglie palestinesi buttate sul lastrico dalla chiusura dell'impianto, che si fottano! Noi filopalestinesi tutti d'un pezzo abbiamo ben altre priorità che la vita e il benessere dei palestinesi!
Eliminagià... come volevasi dimostrare... e ci sono ancora persone che accusano Israele di non volere il dialogo... ma per dialogare bisogna essere in due disposti a farlo. Israele avrà anche costruito muri per difendersi... ma chi ha costruito i veri muri sono i leader palestinesi: muri di bugie, odio, violenza...
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