venerdì 21 marzo 2014
Poveri milionari
Da quale pulpito scende la predica. Ieri l'Autorità Nazionale Palestinese ha accusato il regime di Hamas, che dal 2007 governa nel terrore la Striscia di Gaza proprio dopo aver violentemente espulso Al Fatah dall'enclave palestinese; l'ANP dicevamo ha accusato Hamas di corruzione e di non rappresentare il popolo palestinese. È il bue che da' del cornuto all'asino: a Ramallah il mandato presidenziale e il parlamento sono scaduti da più di cinque anni, e in molti sussurranno di conti milionari cifrati dell'entourage di Abu Mazen in Giordania, salvo poi pentirsene amaramente.
Non solo: il portavoce del Fatah accusa l'organizzazione terrorista palestinese, rimasta orfana del patrocinio dei Fratelli Musulmani, di aver ammassato enormi fortune alle spalle dei palestinesi: addirittura si conterebbero 1.700 milionari fra dirigenti, gerarchi e gerarchetti di Hamas, arricchitisi con la lucrosa cresta che da sempre praticano sulle importazioni provenienti da Israele ed Egitto (queste ultime sempre meno per la detonazione dei tunnel clandestini che collegano il Sinai alla Striscia di Gaza).
La stessa Hamas attenterebbe alla vita di Abu Mazen, secondo un esperto interpellato da Israel National News, il quale rileva come il pretesto sarebbe offerto dal difetto di rappresentività di un mandato scaduto ormai nel 2009. Ancora una volta, si sorvola sul fatto che Hamas condivideva il potere con Al Fatah dopo le elezioni generali del 2006, succedute allo sgombero unilaterale israeliano dell'anno precedente; e tale coabitazione è stata interrotta nel sangue.
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