lunedì 3 marzo 2014

Una buona notizia; e una cattiva

Le notizie che vorremmo leggere sempre. Lo scorso fine settimana una famiglia palestinese, che viaggiava a bordo della sua auto nella Valle del Giordano, è precipitata in una scarpata. Ma dopo dieci minuti sono intervenuti i soccorsi: merito di un'unità dell'IDF, l'esercito israeliano, specializzata in soccorsi stradali; tutt'altro che infrequenti da queste parti. Tre membri dell'equipaggio, incluso un bambino di due anni, gravemente feriti, sono stati trasportati in elicottero all'ospedale di Hadassah, a Gerusalemme; mentre il quarto passeggero, ferito soltanto lievemente, è stato condotto in ambulanza presso il vicino ospedale di Nablus. L'alta velocità poteva provocare vittime, ma un intervento tempestivo che va al di là degli steccati ideologici o religiosi ha evitato il peggio.
Non sempre le notizie che giungono dai territori palestinesi sono confortanti. A Petah Tikva un palestinese ha accoltellato un ebreo ortodosso, di 31 anni, mosso dall'unica finalità di "vendicare" il torto subito: essere stato trattenuto dalle forze dell'ordine dopo i recenti disordini che hanno visto contrapposti teppisti palestinesi armati di pietre e altri oggetti contundenti, alle forze di sicurezza israeliane. Il giovane è fuori pericolo di vita, ma sarà trattenuto per ulteriori accertamenti.
Si dubita che un simile tentativo di omicidio possa fruttare all'attentatore la lauta paga promessa dall'Autorità Palestinese a chi attenta alle vite di israeliani innocenti; ma fa riflettere circa il clima di cieco odio che alberga nei cuori di non pochi palestinesi. Difficile pensare che queste condizioni possano lontanamente partorire una seppur remota ipotesi di pace.

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