1) il reddito pro-capite, normalizzato mediante l'approccio della "parità dei poteri d'acquisto" (PPP);
2) l'accessibilità al sostegno sociale da parte di parenti, amici e conoscenti in caso di bisogno;
3) l'aspettativa di vita;
4) la possibilità di determinare il proprio destino, di scegliere la propria vita;
5) la disponibilità ad effettuare donazioni ad organizzazioni benefiche o caritatevoli;
6) la percezione di corruzione da parte del tessuto imprenditoriale o del mondo politico;
7) la capacità di provare emozioni positive che generano felicità, ilarità e divertimento;
8) la presenza di stati d'animo negativi derivanti da preoccupazione, tristezza o irritazione.
Balza immediatamente all'occhio un dato incontestabile: nelle prime quindici posizioni, le prime otto sono occupate da sette stati almeno parzialmente innevati per buona parte dell'anno. Svizzera, Islanda, Danimarca, Norvegia, Canada e Finlandia sono le nazioni dove maggiore è la felicità della popolazione.
Seguono Nuova Zelanda e poi Australia. Indi, Israele. Sì, malgrado l'ostilità delle nazioni circostanti, nonostante il perenne stato di guerra in cui il piccolo stato ebraico è costretto a vivere, a fronte dei tentativi di boicottaggio di organizzazioni nazionali e sovranazionali; Israele è uno degli stati al mondo ove maggiore è la sensazione di felicità e di benessere. Un bel risultato, per uno stato che nell'era moderna ha appena celebrato il suo 67esimo compleanno!
Per la cronaca, in questa speciale classifica gli Stati Uniti occupano la 15esima posizione, il Regno Unito il 21esimo posto, la Germania il 26esimo, la Francia il 29esimo, la Spagna il 36esimo. L'Italia si attesta al 50esimo posto: in Ecuador sono più felici, tanto per dire...
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