Comunità scientifica internazionale ancora senza fiato, per gli straordinari contributi che ci giungono dal mondo islamico. Si dibatte tuttora della straordinaria scoperta e rivelazione di Sheikh Bandar al-Khaibari, l'imam saudita che un paio di mesi fa ha rivelato ai suoi studenti e al mondo intero che il pianeta Terra è fermo ed è il Sole a giragli intorno. Una dimostrazione inoppugnabile ha condito le affermazioni, alimentando nuove ricerche nel traffico aereo, civile e incivile.
Ma a proposito di civiltà, un'altra straordinaria lezione ci giunge dal clerico saudita Abdul Aziz bin Abdullah: il quale ha precisato che, in casi di estrema indigenza tali da impedire l'approvvigionamento di cibo, il marito è autorizzato a cibarsi della moglie (stranamente non attecchisce ancora l'occidentalissima e consolidata consuetudine di definire i due impalmati "Coniuge 1" e "Coniuge 2"). Proprio così: a conferma del fatto che non si tratta di un semplice orientamento personale, ma di un precetto vincolante, l'imam ha codificato questa prescrizione in una fatwa, avente praticamente il valore di legge.
I media locali si sono affrettati a precisare che, in caso di grave inedia, non è necessario cibarsi dell'intero corpo della fortunata moglie: sarà sufficiente alimentarsi soltanto con parti - possibilmente nobili - del medesimo: in questo modo, si aggiunge, è soddisfatto il di lei desiderio di essere un tutt'uno col marito.
Facile immaginare come nell'Occidente corrotto e blasfemo, ci sia già chi storce il naso. Evidentemente, l'odore della propria moglie non deve essere così gradevole...
Allora è per quello che loro, prudentemente, se ne prendono quattro.
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