Il sobborgo di Jabel Mukaber, a Gerusalemme Est |
Specie se le abitazioni in costruzione saranno abitate da ebrei. Nel 1938 si mandavano in frantumi le vetrine dei loro negozi, e ora si prevede per essi una comoda dimora? giammai! Se invece le case sono costruite, in territori contesi, a favore non degli ebrei ma degli arabi, il discorso cambia. Acrobazia morale? può essere. Sta di fatto che nel sobborgo di Jabel Mukaber, ad est di Gerusalemme, le autorità hanno approvato lunedì la costruzione di 2200 alloggi, destinati alla locale popolazione a prevalenza palestinese. Non solo: il ministero per l'Edilizia ha approvato il condono di 300 abitazioni palestinesi abusive.
Vibranti le proteste dei partiti di destra, comprensibile lo stupore delle ONG filo-arabe per l'iniziativa: «l'emergenza abitativa ad est di Gerusalemme è drammatica», si sostiene dalla filopalestinese Ir Amim (che qualcuno lo riporti a chi denuncia l'attività edilizia in questa zona...). Il Comune di Gerusalemme investirà 50 milioni di shekel per l'urbanizzazione di quest'area. Ma non chiamatela "occupazione", non questa volta...
Un altro clamoroso esempio di schizofrenia è sotto i nostri occhi in questi giorni. Sempre lunedì uno strike aereo ha fatto almeno 40 vittime in un campo profughi nel nord dello Yemen. Oltre 200 i feriti. Un portavoce della coalizione sunnita, che tenta di neutralizzare i rivoltosi filoiraniani che si stanno impossessando dello Yemen, ammette implicitamente quello che ad altra latitudine sarebbe pacificamente bollato come "crimini di guerra", precisando che il bombardamento indiscriminato si sarebbe reso necessario perché i ribelli avrebbero colpito l'aviazione saudita confondendosi fra i profughi.
Dunque si riscontra una situazione perfettamente sovrapponibile a quella vissuta a Gaza la scorsa estate, con gli sciiti Houthi che utilizzano la popolazione araba come scudo umano. Quando l'aviazione israeliana ha colpito le postazioni di Hamas nascoste negli ospedali, nelle scuole e nelle stesse strutture dell'ONU - tardiva e balbettante fu l'anno scorso l'ammissione del Palazzo di Vetro - la condanna di Gerusalemme fu universale: furono istituite commissioni di inchiesta, la denuncia dei media fu assordante, e l'opinione pubblica fu aizzata contro lo stato ebraico. Giornalisti spregiudicati piazzarono sul banco degli imputati Israele, salvo accorgersi, soltanto oggi, che le vittime palestinesi erano tali per mano di Hamas, i cui missili difettosi ricaddero sulla Striscia, provocando morti e feriti: «se avessimo saputo allora ciò che sappiamo oggi, non avremmo pubblicato quegli articoli», si giustificano imbarazzati i reporter di guerra, con una ammissione ipocrita e tardiva che ricorda da vicino quella pubblicata dal giudice Goldstone sul Washington Post dopo l'operazione Piombo Fuso del 2008.
La differenza rispetto allo strike saudita nello Yemen del nord è che nessuno ricorda una simile azione da parte di Israele: mai Gerusalemme ha colpito deliberatamente un campo profughi, mietendo 40 vittime e 200 feriti. Eppure, in questo caso, non si è riunito alcuna commissione ONU, i giornali sono rimasti silenziosi e nessuna "flottiglia per la pace" sta per salpare.
Anzi, no, una sì: verso la Striscia di Gaza, ovviamente...
Non è questo un doppiopesismo intollerabile?
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