martedì 21 aprile 2015

Come la mettiamo, ora che Bergoglio condanna l'antisemitismo?

In Italia ci sono notizie che per misteriose ragioni, sfuggono all'attenzione degli altrimenti sempre vigili giornalisti e mezzi di informazione. Come in occasione della prima uscita ufficiale del neopresidente della Repubblica Mattarella alle Fosse Ardeatine: «L’alleanza tra Nazioni e popolo seppe battere l’odio nazista, razzista, antisemita e totalitario di cui questo luogo è simbolo doloroso. La stessa unità in Europa e nel mondo saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore». Niente, la rumorosa denuncia del fondamentalismo islamico cadde nel silenzio.
Ci riprova Jorge Bergoglio. Papa Francesco ieri ha denunciato la crescente ondata di antisemitismo in Europa, invitando i cristiani a mostrare «solidarietà con il popolo ebraico, deplorando ogni forma di antisemitismo, e difendendo i loro valori condivisi; rafforzando il dialogo interreligioso». Una esortazione che avrà provocato più di qualche mal di pancia, da parte di non pochi cattolici di simpatie giudeofobe, immaginiamo. Chissà come reagiranno essi, una volta udito questo moderno "contrordine, fratelli".
Come ha ricordato lo stesso Bergoglio, la Chiesa cattolica ha scagionato oltre cinquant'anni fa gli ebrei dall'antica accusa di deicidio. Tuttavia oggi gli israeliani subiscono una malcelata ostilità, proprio alla luce di questa strampalata accusa. E dire che, secondo un recente sondaggio, pubblicato oggi dal quotidiano finanziario Globes, Israele è una delle nazioni più laiche al mondo: quasi i 2/3 della popolazione si dichiara non credente o atea. Un dato stridente rispetto ai vicini territori palestinesi, ove il 75% della popolazione dichiara la propria fede. Il secolarismo israeliano, che mette a tacere chi dipinge lo stato ebraico come oltranzista e amministrato da ultra-ortodossi, è più marcato rispetto alla laicità europea: in Germania, ad esempio, i non fedeli o atei costituiscono il 59% della popolazione.
Tornando all'esortazione del Pontefice, c'è da sperare che il richiamo venga accolto da chi colloca la giudeofobia in cima alla propria agenda. Non è il caso di Amnesty International che, si apprende, ha appena bocciato una mozione di condanna dell'antisemitismo nell'ambito della propria assemblea annuale. La risoluzione, proposta da un proprio membro, è risultata l'unica ad essere bocciata dall'assemblea. Delusione da parte dei delegati che hanno sostenuto la mozione, nella sincera convinzione che l'organizzazione - ribattezzata da più parti "Amnesy" per la sistematicità con cui trascura i crimini di guerra di cui si rendono responsabili i palestinesi e in generale gli arabi - potesse respingere l'accusa di militanza antisemita. Niente da fare: Amnesty International si vanta di battersi per i diritti umani di tutto il mondo, ma a quanto pare gli ebrei che subiscono attacchi pressoché quotidiani non sono abbastanza umani da beneficiare delle loro attenzioni.


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