sabato 26 luglio 2014
Palestinesi: «Gli arabi ci hanno traditi. Ancora una volta»
di Khaled Abu Toameh*
Di tanto in tanto, i palestinesi si ricordano che molti arabi non si curano di essi e dei loro problemi. L'indifferenza araba e il silenzio nei confronti dell'attuale guerra fra Hamas e Israele ricorda ancora una volta ai palestinesi del disprezzo dei loro fratelli arabi.
Non che i palestinesi si aspettassero che gli stati arabi inviassero gli eserciti per combattere Israele, impedendo all'IDF l'invasione di terra della Striscia di Gaza. Ne' tantomeno i palestinesi si aspettavano che i governi arabi inviassero denaro e beni di prima necessità alle famiglie che abitano nella Striscia di Gaza.
I palestinesi in generale, e Hamas in particolare, semplicemente avvertono che il mondo arabo semplicemente non si preoccupa di essi, e non vuol nemmeno sentirne parlare.
Alcun palestinesi sostenevano che il mondo arabo era troppo preso dai Mondiali di calcio o dai festeggiamenti per il Ramadan, per prestare attenzione alla guerra. Ma i Mondiali sono finiti e molti arabi continuano a disinteressarsi di ciò che avviene fra Israele e palestinesi.
Sicuro, ci sono state alcune manifestazione in alcuni stati arabi, a supporto dei palestinesi, e di protesta nei confronti della guerra nella Striscia di Gaza. Tuttavia, i palestinesi si professano delusi dalla scarsa partecipazione della folla. E sono irritati dalla risolutezza dei governi locali nel disperdere rapidamente i manifestanti.
«Non c'è nulla di nuovo: i regimi arabi ci odiano», afferma l'analista politico palestinesi Ali Hableh; «sono occorsi sette giorni affinché il governo saudita emettesse un comunicato con cui si censura l'invasione israeliana della Striscia di Gaza. I palestinesi hanno sempre saputo di non poter contare sull'appoggio dei fratelli arabi, che ora si sono rivolti apertamente contro».
Per Hableh e molti palestinesi, il "disprezzo" risale al 1948, quando nacque il moderno stato di Israele. Sono ancora oggi convinti che la "collusione" e il "tradimento" degli arabi abbia contribuito alla sconfitta del 1948 e la successiva proclamazione dello stato di Israele (NdT: la guerra degli stati arabi fu immediatamente successiva alla proclamazione dello stato di Israele).
Da allora, i governi arabi si limiterebbero a passare una mancetta ai palestinesi. Ed è ciò che avviene ancora oggi, argomentano.
Quasi tutti i palestinesi oggi si lamentano del tradimento del mondo arabo. È una sensazione che ha accresciuto l'ostilità e la sfiducia dei palestinesi verso i fratelli arabi.
Il vignettista Umaya Juha ha rappresentato i sentimenti palestinesi nei confronti dell'indifferenza araba disegnando un braccio arabo o islamico che pugnala alle spalle una donna, colpita al petto da un israeliano.
L'influente editorialista Abdel Bari Atwan afferma che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU si sia riunito per discutere l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, prima che i ministri arabi si fossero riuniti al Cairo. I palestinesi, aggiunge, hanno smesso da tempo di confidare nei leader arabi. Accusandoli di affamare i palestinesi, contribuendo al blocco della Striscia di Gaza: «il problema del popolo palestinese con i fratelli arabi è oggi ben più rilevante del problema con gli israeliani», spiega. «I palestinesi possono resistere agli israeliani e colpirli con i missili, ma non possono fare altrettanto nei confronti degli arabi perché li vedono ancora come fratelli».
Un attivista palestinese nel West Bank ha parlato di "tradimento storico" degli arabi: «Non ci siamo mai aspettati nulla di buono dagli arabi. Sono interessati soltanto a denaro e petrolio, ma non si curano dei palestinesi, anche se siamo arabi e musulmani come loro. Quello che uno sceicco saudita o qatariota spende in una notte a Parigi, a Londra o a Las Vegas, potrebbe risolvere i problemi di decine di migliaia di palestinesi. Soltanto uno stupido si sarebbe aspettato che il mondo arabo si fosse sollevato per l'intervento di Israele a Gaza. Vediamo più manifestazioni in Europa che nei paesi arabi».
La sensazione di tradimento ha spinto alcuni palestinesi ad accusare apertamente i governi arabi di essere parte della "aggressione sionista" della Striscia di Gaza. Sheikh Ekremah Sabri, ex muftì di Gerusalemme, sostiene che le tre guerre combattute da Israele contro Hamas sono state «coordinate» con il mondo arabo. Sheikh Sabri aggiunge che alcuni stati arabi avrebbero addirittura coperto le spese delle operazioni militari israeliane. Dando voce al diffuso risentimento e delusione dei palestinesi, l'autorità religiosa afferma che «gli arabi lavorano per Israele». Resta da vedere se a Sheikh Sabri sarà ora consentito di mettere piede in uno degli stati arabi contro cui si è scagliato.
A proposito del "tradimento" arabo, il Consiglio Scolastico palestinese ha emesso un duro comunicato con cui si è scagliato contro il mondo arabo, per il rifiuto di schierarsi a favore dei palestinesi: «Quando si sveglieranno gli arabi? perché non forniscono alcuna assistenza?». Ashraf Salameh, residente a Gaza, aggiunge: «la mancanza di una presa di posizione è frustrante. L'operazione israeliana ha evidenziato come non pochi arabi sperino che Israele ci liberi da Hamas». Un altro residente, Mohammed Aref, ha dichiarato che i palestinesi sono molto delusi dalla posizione di arabi e musulmani nei confronti della guerra a Gaza: «Non ci aspettavamo questo silenzio», conclude.
Anche il dirigente di Hamas Yusef Rizka ha denunciato il mondo arabo per la riluttanza a fornire sostegno ai palestinesi: «Gaza sta affrontando da sola l'assalto», lamenta; «questa è l'amara verità. I leader arabi non idea di che fare a proposito di Gaza. E non sanno cosa fare nemmeno nei confronti di Israele».
L'editorialista giordana Tamara al-Darawsheh afferma che la guerra nella Striscia di Gaza ha seriamente messo in imbarazzo il mondo arabo: «si vedono alcune timide manifestazioni qua e là. Di solito, questi eventi sono soppressi. Ma stavolta non si sente niente del genere, all'infuori di qualche condanna di facciata. Gaza ci imbarazza». Un altro editorialista, Mohammed al-Musafer, afferma che Israele non ha nulla da temere: «Israele sa che il presidente d'Egitto Abdel Fattah Sisi non si oppone alla distruzione della resistenza nella Striscia di Gaza, e auspica che sia annullata per sempre».
Hamas nonché molti palestinesi sono più convinti che mai che non possono fare affidamento sui fratelli arabi per alcun tipo di resistenza. Non pochi palestinesi collocano alcuni governi arabi al fianco di Israele. Secondo il noto analista politico palestinese Mustafa al-Sawwaf, «alcuni regimi arabi sono interessati a sbarazzarsi della causa palestinese, perché può minacciare la stabilità degli stessi regimi». Un altro analista, Adnan Abu Amer, manifesta il sospetto che il "silenzio" arabo stia sconfinando in aperta collusione con Israele. Rileva l'incapacità dei capi di stato arabi di tenere un incontro per discutere la guerra a Gaza, mentre molte organizzazioni internazioni hanno tenuto diverse riunioni per manifestare solidarietà nei confronti dei palestinesi: «alcuni stati arabi non intendono esercitare pressioni su Israele perché vogliono che completi il lavoro e distrugga Hamas. Il popolo arabo è troppo preso dai propri problemi e non ha voglia per esercitare pressione sui rispettivi governi. E ciò incoraggia i regimi a rimanere in disparte».
* Palestinians: The Arabs Betrayed Us - Again
su Gatestone Institute.
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