mercoledì 16 luglio 2014

Quantità e qualità delle vittime a Gaza

Ogni conflitto porta con se' uno strascico di indignazione circa il numero, il genere e l'età delle vittime che esso comporta. Benché tutti concordino che le guerre siano brutte, sporche e biasimevoli; siamo abbastanza maturi da sapere che sovente sono inevitabili, talvolta sono dolorosamente preferibili, e in ogni caso altri conflitti si sperimenteranno. Ingenui e romantici che pensano il contrario sono invitati a interrompere qui la lettura.
Da quando è iniziata l'operazione Protective Edge, il conteggio delle vittime in campo palestinese è stato tenuto dal ministero della sanità, a Gaza. Un organo istituzionale; ma a tutti gli effetti gestito da Hamas. Non bisogna essere filosionisti per riconoscere che si tratti di una fonte quantomeno discutibile, posto che è noto a tutti che i terroristi stiano commettendo ripetute violazioni dei diritti umani, non esitando a colpire la popolazione civile israeliana, e a farsi scudo della popolazione civile palestinese.
Ad ogni modo, il conteggio ufficiale supera le 200 vittime. Non è possibile, qualora interessati, conoscere la versione alternativa dell'altro belligerante, che sarà resa nota ufficialmente diverse settimane dopo la fine delle ostilità; quando l'inchiostro dei giornali si sarà sufficientemente asciugato, e il carico di accuse e recriminazioni avrà fatto compiere all'antisemitismo un altro passettino in avanti. Il problema è che le statistiche diffuse dall'ufficio propaganda di Hamas a Gaza sono fatte proprie dalle Nazioni Unite, che pongono il loro imprimatur di ufficialità prima che le stesse siano consegnate alle agenzie di stampa e poi a giornali e TV.

Elder of Ziyon compie come sempre un eccellente lavoro di analisi minuziosa e di verifica delle informazioni fornite al mondo civilizzato da Hamas, e ha scoperto che delle circa 200 vittime dichiarate - e non accertate se non da fonti discutibili - 72 sono dichiaratamente terroristi (35 di Hamas, 27 della Jihad Islamica e 10 di altre formazioni terroristiche), 80 non sono riconosciute come militanti combattenti, e 41 sono di incerta classificazione. Facendo uno sforzo da medico legale, si rileva come la metà delle vittime dichiarate siano certamente terroristi: è una distinzione doverosa, no?
Un altro input oggi proviene dal quotidiano Times of Israel, il quale fa intelligentemente notare come la stragrande maggioranza delle vittime dichiarate sia di sesso maschile. Aspetto bizzarro: se l'aviazione israeliana colpisse indiscriminatamente la popolazione civile, ci si dovrebbe aspettare una equa suddivisione di genere. Invece le donne rappresentano soltanto il 12% delle vittime.
Inoltre, i palestinesi di età inferiore ai 15 anni, che rappresentano la metà della popolazione, sono stati vittima degli strike israeliani in misura pari ad 1 su 8. I conti non tornano: 83 morti dichiarati - quasi la metà del totale - sono di età compresa fra 16 e 39 anni: l'ideale per vestire i panni del miliziano; e talvolta, nemmeno quelli.
La guerra della disinformazione continua...

3 commenti:

  1. Hahahahahaha. Israele non si fa fregare dalla propaganda di Hamas

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    1. Israele no: è il resto del mondo che è pronto anche a pagare, per farsi fregare.

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  2. Fra i morti di Gaza, si tiene conto di quelli colpiti dai missili di Hamas caduti in territorio palestinese? non credo proprio, e' sempre colpa degli israeliani...

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