domenica 20 luglio 2014

La guerra immorale di Hamas

La guerra porta sempre con se' il suo carico di dolore, devastazioni e lutti; per cui sarebbe ingenuo o ipocrita credere che l'ultimo conflitto scatenato e perpetrato da Hamas , fosse diverso rispetto a quelli deflagrati in passato nell'area. Ciò non toglie che in tutte le guerre sia sempre stato rispettato un codice etico; una moralità che escludeva condotte palesemente ripugnanti, ancor prima che le stesse fossero censurate dal codice di guerra. Più volte Hamas in questi giorni sta violando senza scrupoli un codice non scritto ma rispettato da anni.
Così, mentre l'aviazione israeliana si è preoccupata di avvisare i civili sciaguratamente residenti negli obiettivi terroristici di evacuare prima dello strike, al punto da abortire il bombardamento in presenza di uomini, donne e bambini privi di divisa; Hamas non ha esitato a macchiarsi di condotte esecrabili:
- ha conservato interi arsenali negli scantinati delle scuole gestite a Gaza dall'UNRWA; l'agenzia ONU che si occupa esclusivamente dei rifugiati palestinesi. Non che questo atteggiamento - se non di manifesta complicità, quantomeno di fiancheggiamento - fosse in precedenza ignoto; ma l'opinione pubblica mondiale nel complesso l'apprende soltanto ora. A riprova della malafede dell'UNRWA, che pochi giorni fa ha "fortemente condannato" la scoperta (come se fosse facile occultare in una scuola 20 missili); apprendiamo oggi che ha riconsegnato i missili ad Hamas.

- pochi giorni fa un commando di terroristi palestinesi è penetrato in Israele, servendosi di uno dei tanti tunnel scavati nel sottosuolo della Striscia di Gaza. Tunnel lunghi diversi chilometri, e costruiti con il cemento che Israele ha fatto entrare nell'ultimo anno nell'enclave palestinese, assecondando le richieste internazionali di allentare l'embargo, deciso nel 2007 proprio con l'avvento al potere degli integralisti islamici con il loro carico di minacce. Ebbene, è nato uno scontro a fuoco in cui hanno perso la vita anche soldati israeliani. Ma grande è stato lo sgomento e l'indignazione quando i terroristi intercettati, sono stati colti nell'indossare le uniformi in dotazione all'IDF. Se fossero entrati in territorio israeliano, avrebbero potuto penetrare indisturbati nelle città, prima di compiere una strage.
Hamas non ha esitato a servirsi di asini, imbottiti di esplosivo, per colpire e tentare di uccidere i soldati israeliani. In passato l'organizzazione terroristica ha attaccato le postazioni di confine con cani dotati di cinture esplosive, e persino con vecchi apparentemente malati e malconci, provvisti però di finalità omicide-suicide. L'utilizzo spudorato di animali per finalità offensive è apparso talmente ripugnante che persino RaiNews, solitamente sbilanciata da un lato, ha dovuto rendicontare questa deplorevole manovra. Siamo in attesa di denunce infiammate da parte delle organizzazioni per la tutela degli animali, solitamente tempestive in passato per questioni ben meno rilevanti.
- E spregiudicato appare tuttora l'utilizzo di ambulanze per il trasporto di terroristi e miliziani di Hamas; contando sul fatto che l'esercito israeliano rispetta il codice di guerra, ed evita di colpire i mezzi di soccorso. Le stesse ambulanze - quelle recanti le insegne della Croce Rossa Israeliana - che non sono state fatte entrare a Gaza, pur se si proponevano di portare ai feriti sacche di sangue e plasma per trasfusioni. Hamas ha tutto l'interesse di accrescere il numero delle vittime, e malvede il proposito di Gerusalemme di fornire sollievo ai sofferenti.
- In più di un'occasione i missili da Gaza hanno tentato di centrare il reattore nucleare di Dimona. Un tentativo macabro, che provocherebbe vittime in modo devastante non soltanto in Israele, ma in tutta l'area e l'intero Medio Oriente. Si consideri che le vittime di Chernobyl hanno pagato la "semplice" fusione del nocciolo del reattore, e non l'esplosione della centrale, grazie al provvidenziale intervento di volontari che nelle ore successive al disastro spensero il reattore con colate di cemento dagli elicotteri, prima di perire pochi giorni dopo per le radiazioni subite.
- E non parliamo dell'uso disinvolto di foto ed immagini provenienti da altri conflitti - Siria, perlopiù; ma anche Iraq - per addossare ad Israele colpe non sue. La "Pallywood" è talmente dilagante che spesso, nella fretta di distribuire viralmente testimonianze farlocche, si conseguono risultati grotteschi: come quando ieri è stata diffusa la foto di "forze di polizia" che sarebbero entrate a Gaza per maltrattare degli innocenti palestinesi. Peccato che le pettorine in dotazione riportassero la scritta "Carabineri del Cile"...


- A proposito di disinvoltura, bisogna accertarsi che i giornalisti che lavorano a Gaza e dintorni, stiano seguendo scrupolosamente le direttive ricevute da Hamas. Che ha esortato attivisti, simpatizzanti e collaboratori, a precisare che le vittime riportate fra i palestinesi, siano sempre e comunque civili: "civili innocenti", per l'esattezza. I quotidiani italiani stanno docilmente seguendo le prescrizioni.
- E sorvoliamo infine sull'uso deliberato e spregiudicato di civili come "scudi umani". Una condotta deplorevole, e condannata risolutamente dalla Convenzione di Ginevra, che assegna a chi se ne serve l'intera responsabilità delle sorti delle vittime; ma su cui ancora oggi diversi strati dell'opinione pubblica tace, nel timore di apparire benevola nei confronti di Israele. Diversi uomini, donne e bambini non sarebbero periti, a Gaza, se fossero stati collocati per sicurezza nei bunker anziché sui tetti. Ma i primi servono per stipare le munizioni che utilizza Hamas...

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