martedì 7 febbraio 2017

Gli "insegnanti" dell'UNRWA ricascano nella celebrazione dell'antisemitismo

In Occidente ancora oggi c'é chi crede che l'UNRWA, l'agenzia ONU creata appositamente per i "profughi" palestinesi (sarebbero 30.000 oggi i superstiti del 1948; ma per una norma ad personam il numero è stato inflazionato a diversi milioni), serva ad alleviare le sofferenze di un popolo che ha pagato prima la persuasione perfida e strumentale delle nazioni arabe; e oggi l'indifferenza e il disprezzo delle medesime. Nella migliore delle ipotesi, insomma, l'UNRWA -  United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East - è un carrozzone tanto inutile quanto faraonicamente costoso. Nella peggiore delle ipotesi, è l'organizzazione tristemente nota per aver offerto ospitalità nel 2014 agli sgherri di Hamas e al loro arsenale bellico; per ammissione ufficiale quanto tardiva delle stesse Nazioni Unite.
Nel mezzo, fra una guerra e l'altra, l'UNRWA si diletta nella propaganda antisemita. Eroga lauti compensi al personale assunto, sulla carta per prestare insegnamento ai bambini palestinesi; nella realtà non di rado per fornire odiosi precetti antisemiti. È la denuncia scaturita da UN Watch, un "cane da guardia" che monitora minuziosamente l'operato delle agenzie collegate al Palazzo di Vetro, e che domenica ha pubblicato un nuovo, desolante rapporto.

Un portavoce dell'UNRWA ha confermato i rilievi, minimizzando che i dipendenti dediti a questa attività costituiscano una porzione minoritaria del corpo insegnante, aggiungendo che provvedimenti sono stati adottati un anno fa, in seguito alla precedente denuncia; senza specificare però l'identità dei soggetti colpiti.
L'UNRWA dispone di un bilancio annuale di circa 670 milioni di dollari. Nel 2015 i principali finanziatori sono risultati gli Stati Uniti (159 milioni), l'Unione Europea (112 milioni), il Regno Unito (51 milioni), la Svezia (36 milioni) e il Giappone.
La ONG ha pubblicato domenica un rapporto dettagliato, che conferma e aggiorna le denunce formulate ad ottobre 2015: non meno di 40 insegnanti operanti a Gaza (ma anche in Siria, Libano e Giordania) incitano al terrorismo e all'antisemitismo, sui propri social network; arrivando persino a diffondere video negazionisti e immagini celebrative del nazismo.

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