La polizia sta procedendo all'abbattimento di 50 case di altrettante famiglie di profughi palestinesi. Lo riferisce l'agenzia di stampa Palestine News Network, con sede a Betlemme, che denuncia il proposito di spazzare via le abitazioni regolarmente costruite, per far posto ad un'autostrada che collegherà i principali centri urbani. Le case sono lì addirittura dal 1948, e si trovano in un'area dove vivono circa 6.000 palestinesi, dediti perlopiù all'agricoltura.
Millantando misure di sicurezza, le autorità hanno iniziato già a novembre a costruire la prima frazione di un muro dell'apartheid, che isolerebbe la comunità locale, residente nei pressi di Ein Al-Hilweh. Noncuranti delle opposizioni locali, le autorità garantiscono che il muro sarà completato entro 15 mesi.
Secondo diverse organizzazioni per i diritti umani, l'iniziativa minaccia di sprofondare la comunità palestinese locale in una nuova crisi umanitaria. La Thabet Organization for the Right of Return invoca la mobilitazione internazionale.
Ci uniamo accoratamente all'appello, fornendo il nostro piccolo contributo geolocalizzando la comunità minacciata dalle odiose ruspe: le case di cui è imminente la demolizione sono situate nei pressi di Tiro, nel sud del Libano. Esattamente: il campo profughi palestinese si trova non lontano da Sidone, e ospita circa 80.000 rifugiati.
Naturalmente, il fatto che Israele non c'entri nulla non dissuaderà gli amanti dei diritti umani dall'abbracciare questa nobile causa, denunciando il proposito genocida del governo di Beirut nei confronti di questi palestinesi, giusto?
Eh no, in questo caso non sono più i "poveri palestinesi"!
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