lunedì 3 dicembre 2012

Cartellino rosso per Drogba

Il grande Walter Chiari ci consegnò un'immagine beffarda dello sportivo, generoso ma in debito di formazione culturale, che davanti alle domande del cronista saccente reagiva con risposte standardizzate e preconfezionate, che rivelavano l'ignoranza del povero ciclista. Poverino, nella sua vita generosa ma modesta aveva soltanto conosciuto scalate, rapporti e sudore. Sono passati decenni da quel celebre sketch, e gli sportivi di oggi sono cambiati. O forse no.
I contratti sono diventati milionari - in euro, o se si preferisce in dollari - le risposte sembrano un pochino più curate, ma l'ignoranza rimane crassa. Non avendo un'opinione ben formata, le star dello sport preferiscono affidarsi a vecchi ma collaudati cliché; e pazienza se risultano del tutto fuori luogo.
A rimediare la figura del pecorone è stato addirittura Didier Drogba, la ex stella del Chelsea, che adesso si è offerta ai miliardi dei cinesi, e che ha trovato tempo e modo per illuminarci con la sua visione del recente conflitto fra Israele e i terroristi di Hamas. Ma facciamo un passo indietro.

E' strano il rapporto fra il calcio e i palestinesi che popolano la Striscia di Gaza. Un paio di mesi fa ha fatto clamore la decisione della Pepsi di sponsorizzare un nuovo campo sportivo nell'enclave palestinese, amministrata da sette anni da una organizzazione terroristica, tale riconosciuta dall'Unione Europea e dagli stessi Stati Uniti, fra gli altri stati. Il colosso delle bevande leggere abbozzò un'imbarazzata marcia indietro, rimuovendo le immagini che raffiguravano un improbabile Ismail Haniyeh su un campetto si presume finanziato dalla Pepsi, ma con scarsi risultati. Qualche settimana prima il mondo si indignava per le sorti di un terrorista, sempre palestinese, che risultava incarcerato in Israele per la sua attività certo poco edificante; ma soprattutto, malconciliante con il suo dopolavoro di calciatore addirittura della rappresentativa nazionale palestinese. Sdegno e disapprovazione, non tanto per il suo attivismo antisionista - e per il tenore dei festeggiamenti ricevuti al suo ritorno, dopo uno sciopero della fame controllato - quanto per il fatto che no, signora mia, non si può tollerare che un calciatore si prosciughi in uno sciopero della fame: si sa, quelli vanno avanti a pane e Nutella.
E che dire della riprovazione manifestata da Hamas alla notizia del povero Gilad Shalit, il caporale israeliano sequestrato dai terroristi e detenuto per cinque lunghi anni, ospite del Barcellona in occasione del clasico? i rivali del Real Madrid si affrettarono subito a sottolineare che no, loro no, proprio non potrebbero mai fare qualcosa contro i palestinesi, anzi, sono impegnati attivamente nella Striscia. E difatti qualche settimana dopo, durante la messinscena che vide protagonista la bionda figlia di un terrorista del posto, si scorse un ragazzino sballottato e strattonato verso gli odiati soldati israeliani, indossante la maglia blanca del madrileno Ozil.
E veniamo ai tempi nostri. I terroristi palestinesi, si sa, adorano lanciare i loro attacchi da postazioni civili: nei pressi di mercati, scuole, moschee, piazze e luoghi affollati da donne e bambini. Un'idea recente - geniale! - è stata quella di lanciare i loro recenti attacchi addirittura dallo "stadio nazionale" di Gaza, che in effetti per la sua metratura è ideale per operazioni belliche di questo tipo. Ora, non sappiamo se sia vero che le organizzazioni internazionali del calcio stessero progettando un qualche torneo quadrangolare; sta di fatto che quei cattivoni dell'esercito israeliano hanno rimosso ogni possibilità, distruggendo il campo sportivo usato durante la recente ondata di terrorismo per sferrare attacchi contro le città di Tel Aviv e Gerusalemme (la "terza città santa dell'Islam", dicevano una volta).
Ora, questo non è un grosso problema: la FIFA si è offerta di ricostruire lo stadio danneggiato dai bombardamenti. Che sia usato per gli scopi originari, o per altre finalità secondarie, è taciuto dietro il solito conformismo per cui "lo sport unisce e non divide" (vadano a raccontarlo ai deliquenti che affollano le tribune degli stadi di calcio italiani).
Ma il povero Drogba, che in Cina deve sertirsi un pochino solo e dimenticato da tutti, ci ha regalato conferma della sua intelligenza firmando assieme ad una sessantina di altri calciatori una petizione che esprime «solidarietà al popolo palestinese sotto assedio, privato di libertà e dei basilari diritti umani», afferma il comunicato, che più avanti denuncia il comportamento di Israele, dove oltretutto il prossimo anno sarà celebrata la fase finale dei Campionati Europei di Calcio Under 21.
Il "povero" Drogba evidentemente non legge i giornali, e dunque non sa che la Striscia di Gaza è stata lasciata dagli israeliani più di sette anni fa, che le condizioni di vita dei gazani sono diretta conseguenza delle politiche degli estremisti islamici, e che poco più a nord qualche centinaio di migliaio di ragazzini, israeliani, sono analogamente privati del basilare piacere di giocare a pallone, se non nei bunker in cemento armato che agiscono da rifugio, e che risultano da qualche tempo frequentati quotidianamente per trovare riparo dai missili che fra l'altro dal campo sportivo di Gaza venivano lanciati.
Sarà bene però non esprimere alcuna smorfia di compatimento. L'ignoranza è di casa anche dalle nostre parti. Lo testimonia il modo grottesco con cui il calciatore Antonio Cassano, genio incompreso da Bari Vecchia, ha commentato le operazioni Pillar of Defence, rilanciando dalla sua pagina Facebook la solita immancabile immagine taroccata di un bambino presunta vittima degli strike israeliani ("ebrei israeliani", precisa il fantasista fantasioso), godendo peraltro dell'approvazione dei suoi fan.
Il povero Walter Chiari ci aveva proprio visto giusto. E la storia si ripete. Ridiamoci sopra.

1 commento:

  1. Attenzione, Drogba ha smentito categoricamente di aver mai firmato quella petizione:

    http://soccernet.espn.go.com/news/story/_/id/1250810/didier-drogba-denies-signing-palestine-petition?cc=5739

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