venerdì 28 dicembre 2012

Il Guardian ci casca un'altra volta

Goebbels lo raccomandava: «dite una bugia. Palesatela tante volte, senza pudore e con convinzione. Finirà per divenire una verità». Il ministro della propaganda nazista, artefice della "arianizzazione" della società tedesca, era in errore: per eccesso. Basti vedere come scrive il britannico Guardian (ancora lui): è sufficiente affermare una sola volta una bugia, ed essa è presa per oro colato da un consistente numero di lettori. Specie se la rocambolesca affermazione riguarda gli ebrei, gli israeliani, o una combinazione di entrambi.
Si prenda il blocco di Gaza disposto dal governo di Gerusalemme dopo il sequestro del caporale Gilad Shalit e l'ascesa al potere dei terroristi di Hamas nella Striscia. Per carità, blocco legittimo: l'ha dichiarato persino l'ONU, che certo non è organizzazione tenera nei confronti dello stato ebraico. Ma certo qualche problema lo crea: non a caso per ottenere i rifornimenti di armi e munizioni, i terroristi palestinesi sono costretti ad attendere che i carichi giungano via mare dall'Iran circumnavigando tutta la penisola arabica e attraccando i porti del Sudan, da dove intraprendono una faticosa e polverosa traversata del deserto egiziano.

Da qui ad affermare che poco o punto entri nella Striscia, beh, è una affermazione che suonerebbe diffamatoria, se non fosse per la sua inverosimiglianza, e per la fonte che arriva a sostenere questa ipotesi. In particolare il quotidiano vincitore di numerosi premi per la disonestà reiterata, è giunto ad affermare, nell'ambito di un articolo che parlava di tutt'altro, e che rischiava di risuonare vagamente inquisitorio nei confronti di Hamas - che la prossima settimana il governo israeliano si accingerebbe a far entrare nella Striscia tramite i propri valichi, materiale da costruzione: per la prima volta dal 2007.
Questo è evidentemente una affermazione che fa disonore alla testata britannica: basterebbe un minimo di indagine per scoprire che tutti i giorni, attraverso il valico di Kerem Shalom, entrano mediamente 300 camion e autoarticolati, trasportanti cibo, materiale elettrico, medicine, abiti, e appunto materiali da costruzione. Soltanto dal 2010 sono entrati nella Striscia di Gaza complessivamente 23.252 camion, grazie alla collaborazione delle autorità di Gerusalemme e degli organismi internazionali che verificano che le forniture non siano impiegate per finalità belliche. Negli ultimi tre anni con questi materiali sono stati costruiti: 1900 unità immobiliari, 14 ospedali o centri medici, 42 scuole, 10 strade e 22 progetti idrici. Ah! e un albergo, il lussuosissimo al-Mashtal, cinque stelle, inaugurato pochi mesi fa e preso d'assalto dal turismo internazionale.
Basterebbe poco, per documentarsi e scoprire la lunga lista di costruzioni e progetti edilizi realizzati con i materiali entrati da Israele negli ultimi anni. Perché dunque infangare il nome di un giornale una volta autorevole e prestigioso, con affermazioni che non si sognano di pronunciare nemmeno i più accaniti sostenitori del terrorismo arabo?

H/t: CifWatch.

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