Comprensibilmente queste iniziative ridicolizzano gli antisemiti e chi tenta di offuscare, denigrare, diffamare o minimizzare lo stato ebraico, unico esempio nell'area mediorientale di democrazia, attaccamento ai valori liberali, integrazione etnica e tolleranza religiosa e ideologica. Mentre partono i convogli verso il confine siriano oltre le Alture del Golan, a Gaza incomincia l'anno scolastico. Ma non catturano l'attenzione i grembiulini stirati e inamidati, e i bambini festanti per l'incontro con vecchi e nuovi compagni. Quest'anno il regime di Hamas ha introdotto una segregazione di sesso: maschietti da una parte, femminucce dall'altra; ognuno con insegnanti dello stesso sesso. La legge, introdotta di recente, colpisce particolarmente le poche scuole ancora gestite da religiosi cristiani. Può andare peggio a questi innocenti bambini? purtroppo sì: essere assegnati all'istituto Ahmad Al-Jabari, che insegna il suicidio-omicidio (jihad), il terrorismo e l'uccisione degli ebrei.
Il tentativo di demonizzazione dello stato ebraico non si ferma fra le mura delle aule scolastiche (difficile perseguire la pace, se i bambini sono indottrinati in modo così ripugnante). Divise da rivalità, dissapori, odio e sponsor, Hamas e Autorità Palestinese sono accomunati dallo sforzo di delegittimazione dei "sionisti". Così, Ramallah sta facendo circolare la calunnia secondo cui Israele distribuirebbe la droga fra la gioventù palestinese, per indebolirla, distruggendone il futuro. A ben vedere, una teoria cospirazionistica in voga negli anni Ottanta, quando i neri accusavano la polizia di Los Angeles di far circolare il crack per rendere le minoranze soggiogate al potere bianco. Poi è arrivato Obama e il complottismo ha fatto un passo indietro...
Lo stato ebraico ha due possibilità per difendersi da questa infamia: ribattere colpo su colpo, o continuare sulla strada del progresso che ha fatto dello stato ebraico l'undicesimo al mondo per felicità dei suoi abitanti (il 20% dei quali, è bene ricordarlo, è arabo). Le scoperte scientifiche e tecnologiche si susseguono giorno dopo giorno: la dottoressa Sarit Larisch, dall'Università di Haifa, ha dato una nuova speranza ai malati di cancro, annunciando la scoperta di una proteina che "incoraggia" le cellule danneggiate, mutate o disfunzionali a cessare di vivere e riprodursi; impedendo che le stesse diventino cancerose, favorendo l'insorgenza di neoplasie maligne. Sarà difficile, per il mondo occidentale, boicottare anche questa ricerca. A meno di essere autolesionisti: il che, quando si tratta di Israele, non è da escludersi a priori.
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