Dunque l'articolo originale riportava:
«Sul tavolo sono ci sono i noti aspetti critici che hanno indotto il fallimento di precedenti tentativi di pervenire alla pace; segnatamente, i confini, gli insediamenti ebraici nei territori occupati, il destino di quasi cinque milioni di rifugiati arabi espulsi verso i paesi confinanti durante la Guerra d'Indipendenza israeliana del 1948; nonché lo stato di Gerusalemme, che entrambe le parti reclamano come propria capitale».
Cifwatch ha preso virtualmente carta e penna, e si è avvalsa del diritto riconosciuto dall'ordinamento britannico, sollecitando una rettifica: i rifugiati furono, stando all'ONU, 711 mila; dei quali solo 30 mila sono tuttora in vita. Mentre il dato di 5 milioni di rifugiati ha rilevanza soltanto ai fini dell'adesione ai benefici dell'UNRWA, un'agenzia creata appositamente per i palestinesi, e che adotta standard del tutto peculiari e diversi, rispetto a quelli impiegati per tutti gli altri rifugiati del mondo.
Pronta la rettifica del Telegraph, ancora una volta però equivoca:
«Sul tavolo sono ci sono i noti aspetti critici che hanno indotto il fallimento di precedenti tentativi di pervenire alla pace; segnatamente, i confini, gli insediamenti ebraici nei territori occupati, il destino di quasi cinque milioni di rifugiati arabi e dei loro discendenti espulsi verso i paesi confinanti durante la Guerra d'Indipendenza israeliana del 1948; nonché lo stato di Gerusalemme, che entrambe le parti reclamano come propria capitale».Sfortunatamente la rettifica risulta ancora equivoca, dal momento che farebbe presupporre che a 5 milioni di profughi si aggiungano ulteriori rifugiati. Ulteriore richiesta di perfezionamento del testo, prontamente pervenuta:
«Sul tavolo sono ci sono i noti aspetti critici che hanno indotto il fallimento di precedenti tentativi di pervenire alla pace; segnatamente, i confini, gli insediamenti ebraici nei territori occupati, il destino 700 mila arabi rifugiati e dei loro discendenti (un numero ora cresciuto a 5 milioni), espulsi verso i paesi confinanti durante la Guerra d'Indipendenza israeliana del 1948; nonché lo stato di Gerusalemme, che entrambe le parti reclamano come propria capitale».C'è voluto un po' di tempo, ma alla fine il Telegraph ha evitato una figuraccia.
Fonte originale.
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