mercoledì 8 ottobre 2014

ANP beccata a costruire illegalmente nel West Bank israeliano


Ha del clamoroso la violazione del diritto internazionale da parte dell'Autorità Palestinese (ANP) di Abu Mazen, altrimenti sempre pronto ad invocare l'intervento dell'ONU da parte di pretese e presunte violazioni da parte avversa. Si apprende oggi che l'ANP, con l'appoggio addirittura dell'Unione Europea - quella che si fece garante della correttezza e buona volontà palestinesi ad Oslo nel 1993 - stanno edificando in un'area situata nella regione di Binyamin, lungo la Statale 60.
L'attività edilizia non va contrastata: dopotutto, genera posti di lavoro e migliora le condizioni di vita di chi andrà ad abitare nelle nuove abitazioni. Il problema qui sta nel fatto che la zona dove di soppiatto l'ANP sta edificando, ricade nella zona C del West Bank: quella che ricade sotto il pieno controllo israeliano. Una giurisdizione che va dalla pubblica sicurezza alla facoltà per l'appunto di edificare, come ben sappiamo.
Secondo la ONG Regavim, questa palese violazione del diritto internazionale, di cui si è resa responsabile l'Autorità Palestinese con l'appoggio dell'Europa, sarebbe finalizzata a creare un precedente che poi potrebbe essere adottato per giustificare future violazioni degli Accordi di Pace sottoscritti 21 anni fa; nonché per testare la reale capacità di Gerusalemme di proteggere le terre ricadenti sotto la sua giurisdizione, da occupazioni illecite e violazioni dei trattati.
Testimoni avrebbero addirittura notato la bandiera blue-stellata dell'Unione Europea svettante sul cantiere illegale; di cui a questo punto si auspica l'immediato smantellamento per non creare imbarazzanti denunce da parte delle organizzazioni internazionali.

H/t: The Jewish Press.

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