domenica 12 ottobre 2014

Il "genocidio" ignorato dei palestinesi

Il genocidio comincia sempre con il silenzio, è stato scritto da qualche parte, ad opera di gente che evidentemente ha a cuore le sorti di chi soffre inascoltato. Secondo un'organizzazione internazionale, sono oltre 2500 i palestinesi uccisi finora: 2512, per l'esattezza, decimati dall'aviazione e dall'artiglieria di Assad, che prende di mira deliberatamente i campi profughi di Yarmouk, in Siria.
Per essi non ci saranno paginoni a pagamento sul New York Times, non ci saranno denunce alle Nazioni Unite, nessun parlamentare presenterà interpellanze al governo, nessun consigliere regionale o comunale o circoscrizionale si prenderà la briga di prenotare un albergo nel Vicino Oriente per attestare la sua pelosa solidarietà, nessuna ONG di quelle che fanno notizia denuncerà la repressione brutale, nessuno strampalato comico o vignettista raffigurerà il sangue sparso e la tragedia ignorata dei palestinesi di questa terra funestata da una guerra civile che ha prodotto oltre 190.000 morti.
Duemilacinquecento morti. Uomini, donne e bambini. Nella "Guerra dei 50 giorni" combattuta a Gaza la scorsa estate sono caduti 1170 civili, secondo le stime di Gerusalemme. Ma è assordante la sproporzione fra l'attenzione ricevuta dai palestinesi della Striscia, e quella degli "ospiti" loro malgrado di Damasco. E nessun giornale azzarda definizioni improbabili: di genocidio non si parla, da quelle parti. Strano.
Possiamo ignorare questa realtà, troppo lacerante per la nostra coscienza per non essere annegata nel disinteresse e nell'indifferenza. Eppure dovremmo occuparcene, a tempo perso: secondo la stessa organizzazione citata, 4.223 palestinesi sono entrati clandestinamente in Italia negli ultimi mesi: in buona misura da Egitto e Siria, ma alcuni giunti proprio dalla Striscia di Gaza.


H/t: Elder of Ziyon.

Nessun commento:

Posta un commento