venerdì 18 marzo 2016

Breaking the Silence nella bufera


Sta facendo scalpore in queste ore il documentario, andato in onda ieri sera sull'emittente televisiva israeliana Channel 2, con cui si denuncia l'attività illecita compiuta dall'ONG di estrema sinistra "Breaking the Silence" ai danni dall'esercito e in generale della sicurezza israeliani.
Il video, ripreso di nascosto, mostra l'attività condotta da esponenti di una associazione, infiltratisi sotto copertura negli ultimi tre anni nella ONG da tempo al centro delle polemiche per la presunta attività di spionaggio condotta, e celata dalla pretesa di rivelare gli "abusi" delle forze di sicurezza dello stato ebraico.
Si nota come gli attivisti di BdS interroghino ripetutamente presunti ex militari (in realtà agenti dell'associazione che ha denunciato la condotta della ONG in questione), chiedendo loro le modalità con cui i tunnel di Hamas vengono rinvenuti, quali forze si occupino di questa attività, e che tipo di strumenti viene impiegato: domande che poco o punto hanno a che fare con la missione ufficiale di Breaking the Silence. Forte è il sospetto di attività di spionaggio a favore del terrorismo palestinese e di tradimento dello stato ebraico.
Ad un certo punto del video, una attivista di BdS rivela ad un agente sotto copertura la sua decisione di collaborare con gli uffici governativi di Gerusalemme in Giudea e Samaria allo scopo di raccogliere informazioni sensibili, da rivelare presumibilmente ai vertici del terrorismo palestinese.
Questa attività di intelligence è un grave crimine, che sta suscitando aspre polemiche nei confronti di una organizzazione da tempo nella bufera, e che si serve del pretesto di documentare la violazioni di diritti umani per condurre operazioni ostili nei confronti dello stato ebraico. Denunce ed arresti dei membri di BdS dovrebbero sopraggiungere nelle prossime ore.

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