sabato 8 febbraio 2014

Le discutibili frequentazioni di Obama

Malcelato imbarazzo alla Casa Bianca per le rivelazioni della stampa sulla condotta del fratello presidenziale. Malik Obama è stato immortalato qualche anno fa ad una conferenza, dove indossava una kefya con le insegne di Hamas, con su impressa evidenti slogan anti-israeliani, del tipo «Gerusalemme è nostra», «Stiamo arrivando», oppure «Dalla terra al mare», con i quali si negherebbe legittimità allo stato ebraico. Le foto apparvero sul sito della fondazione intitolata a Barack Hussein Obama, che il fratello dalle deplorevoli simpatie ha fondato e tuttora gestisce.
Il sito di Walid Shoebat oggi rivela che un giornale arabo a suo tempo promosse la conferenza, indicando fra i partecipanti tale Bülent Yildirim, comandante della Freedom Flotilla che nello stesso anno avrebbe tentato l'incursione a Gaza, prima di essere intercettata dalla marina israeliana al largo delle coste dell'enclave palestinese. Quello scontro avrebbe prodotto morti e feriti, un "incidente" diplomatico fra Israele e Turchia, e un lungo contenzioso risolto prima con una telefonata chiarificatrice del governo di Gerusalemme ad Erdogan, con tanto di scuse (sollecitate forzatamente dallo stesso Obama); ed, infine, a breve, un discutibile indenizzo si dice di 20 milioni di dollari.
Il comandate della Mavi Marmara, noto anche come "Captain Boland”, non perse l'occasione di farsi ritrarre in compagnia di Ismail Haniyeh, capo del governo di Gaza, mentre non lontano stazionava il fratello di Obama; all'epoca già inquilino ancora adorato dalla masse della Casa Bianca.

Uno degli eventi della conferenza fa il matrimonio di massa di oltre tremila orfani, a spese del regno di Arabia Saudita. Alla cerimonia di massa partecipò il comandante della Freedom Flotilla e appunto Malik Obama. Il quale non ha esitato un istante ad esprimere solidarietà all'IHH, l'organizzazione non governativa che sponsorizzò il tentativo di forzatura del blocco marittimo al largo delle coste di Gaza; e che buona parte del mondo civile iscrive alla lista nera delle organizzazioni terroristiche internazionali. Tutti gli stati; tranne gli Stati Uniti. Malgrado una sollecitazione fatta pervenire alla presidenza da parte di una schiacciante maggioranza di senatori (87, su 100), inorriditi dalla violenza con cui furono "accolti" i marinai israeliani che approcciarono l'imbarcazione nel tentativo di ispezionarne il contenuto e scoraggiare la penetrazione nelle acque territoriali gazawe.
Shoebat riporta che alla conferenza partecipò anche Mohammad Hassan Al-Bashir, fratello del sanguinario presidente del Sudan; nonché tale Ammar Al-Hamaiqani, che sostiene di aver beneficiato di generosi finanziamenti da parte della fondazione Obama. Non mancava all'affollato tavolo dei delegati la Lega Mondiale Musulmana, organizzazione saudita che finanzia gruppi terroristici che diffondono con la violenza l'Islam wahabita.

Il trattamento di riguardo subito dai marinai israeliani sulla Mavi Marmara

Si da il caso, tanto per non lasciare alcun dubbio sulla natura di Malik Obama - tuttora in ottimi rapporti e in continuo contatto con il più noto fratello, stando ad un'intervista rilasciata di recente a GQ - che il fratello del Presidente, in qualità di direttore esecutivo di un'organizzazione sudanese nota come Islamic Da’wa Organization, abbia stretti legami con la Union of Good, identificata dal Tesoro USA come organizzazione terroristica...
Ma si potrà obiettare che nessuno gode del privilegio di scegliere i propri parenti; il che è spesso dolorosamente vero, benché si possa mostrare una maggiore cautela nel sostenerne le ragioni e la condotta diciamo così disdicevole. Ma non ci si può sottrarre alle critiche, se le frequentazioni discutibili sono dirette e immediate.
Anas Altikriti è cittadino britannico. Il padre è segretario del partito irakeno legato ai Fratelli Musulmani. Lo stesso Altikriti fa attività di lobbying per l'organizzazione sunnita che lo scorso anno è stata defenestrata dalla leadership in Egitto. L'aspetto diciamo così riprovevole consiste nell'incontro che l'esponente dei Fratelli Musulmani ha avuto di recente addirittura con Barack Hussein Obama in persona, affiancato dal vice-presidente Biden, nelle sale della Casa Bianca. Ufficialmente, per discutere della situazione in Iraq. Probabilmente, per commentare le difficoltà in cui si imbatte Hamas, costola dei FM musulmani a Gaza, in crisi da quando è venuto meno il supporto del Cairo, il cui governo è stato convintamente sostenuto dalla Casa Bianca; che ha reagito con malcelata irritazione all'intervento risolutore dell'esercito di Al Sisi.
Come rivela il sito Freebeacon, Altikriti svolge attività di lobbying a favore dei FM nel Regno Unito tramite la sua Cordoba Foundation; raggiunta da strali più volte per aver sostenuto gruppi che puntano alla creazione di un califfato islamico in Europa. Altikriti è altresì il portavoce nel Regno Unito della British Muslim Initiative, sospettata di forti legami con Hamas, e ovviamente di ispirazione e simpatie antisemite.
Per loro fortuna, gli americani leggono e si informano. Non è un caso che la condotta "spensierata" di Obama in politica estera, sia indicata fra i principali elementi di disapprovazione dell'elettorato USA. Non a caso il tasso di apprezzamento del presidente in carica è scivolato nuovamente al 40%, secondo il sondaggio di Gallup: ai minimi dal 2009. Purtroppo, però, l'ex senatore junior dell'Illinois resterà a farci compagnia, e a monopolizzare i nostri pensieri, ancora per quasi tre anni.



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