domenica 22 giugno 2014

Evviva, è incominciata l'estate

La bella stagione è appena incominciata, i ragazzi salutano i compagni ed escono dalle scuole gioiosi e spensierati: avviene in tutto il mondo; incluso quel ridotto lembo di terra che si affaccia sul Mediterraneo orientale. Uno stato grande quanto la Puglia, eppur perennemente aggredito, odiato e minacciato da stati vicini grandi 640 volte Israele.
Poco lontano dello stato ebraico, per gli adolescenti si chiudono le scuole e si aprono i campi estivi organizzati e gestiti da Hamas. L'organizzazione terroristica islamica è orgogliosa dell'incitamento all'odio impartito sin da piccoli, al punto da aver invitato la scorsa settimana giornalisti da tutto il mondo, i quali hanno potuto constatare di persona l'indottrinamento subito da oltre 100.000 bambini e ragazzi. Niente libri di scuola, niente attività all'aperto, niente classi di nuoto e partite di calcio. Le materie vertono su: tecniche di guerriglia, metodologie di sequestro, fondamenti di odio razziale, principi di storia riscritta in chiave antisemita, ed esercitazione di battaglia in campo aperto. Non mancano alla fine dei summer camp esami di verifica e consegne di attestati di partecipazione. Le famiglie che più o meno volontariamente mandano i loro figli a questi campi dell'odio devono esserne orgogliose.


Secondo Al-Monitor, i ragazzi - di età compresa fra 12 e 16 anni - sono costretti a frequentare l'addestramento in mimetica per non meno di tre ore al giorno, sette giorni alla settimana, sotto l'occhio vigile di militanti delle Brigate Ezzedin Al Qassam.
Brutali abusi su minori? quando mai! secondo Hamas le generazioni palestinesi più giovani hanno la responsabilità di portare avanti la campagna di denigrazione e di aggressione ai danni di Israele; e di prestarsi all'occorrenza come scudi umani, sebbene ciò sia palesemente vietato dalla Convenzione di Ginevra.


Davanti a tutto questo l'ONU può restare a guardare? certamente no: le Nazioni Unite hanno tentato di inviare generosi mezzi finanziari. Denaro, insomma: 20 milioni di dollari, per l'esattezza. L'ha fatto un inviato, tale Robert Serry, dal Qatar, verso la Striscia di Gaza. Mimetiche, carburante - quello della cui scarsità nella Striscia viene accusato indovina chi?... - e attrezzature varie costano, e il Palazzo di Vetro nella sua generosità ha cercato di finanziare i terroristi di Hamas per il loro nobile scopo. Lo riporta una fonte autorevole come Maurizio Molinari, corrispondente da Gerusalemme per La Stampa. Conferma questa mattina il Jerusalem Post. Ma l'inviato ONU è stato beccato con le mani nel sacco, e denunciato a Ban Ki Moon. Quello che si sta prodigando in ogni modo affinché altri tre adolescenti, questa volta israeliani, siano liberati dalla prigionia in cui sono caduti dopo il sequestro subito, ormai dieci giorni fa, proprio da Hamas.

Nessun commento:

Posta un commento