Il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, in carica per il decimo anno di un mandato di quattro anni, di recente ha diffamato il governo israeliano, bollandolo come «di apartheid». Parlando al Cairo nell'ambito di una riunione di emergenza della Lega Araba, ha sentenziato: «non riconosceremo mai l'ebraicità dello stato di Israele». Abbas appare vistosamente disturbato dal disegno di legge "stato ebraico", proposto dal Primo Ministro Netanyahu, che identificherebbe Israele come «lo stato-nazione del popolo ebraico». Nessuna nazione araba del Medio Oriente immaginerebbe mai, ne' tantomeno proporrebbe, una normativa che prevede un così ampio spettro di diritti e tutele per le minoranze religiose, culturali ed etniche, come si appresterebbe a fare Israele. Gli ebrei, tanto per dire, da decenni sono stati sbattuti fuori dalle loro abitazioni e privati di ogni bene da regimi palesemente antisemiti.
Abbas è l'ultimo a poter formulare accuse di apartheid. Come è noto, la sua tesi di laurea sosteneva che i sionisti fossero collusi con il regime criminale nazista. Più volte si è cimentato in oltraggiosi giri di parole a proposito dell'Olocausto: pur avendolo etichettato come «odioso crimine», ha ripetutamente additato i "sionisti" come corresponsabili per la morte di un milione (sic! non sei milioni!) di ebrei. In più occasioni il boss palestinese ha promesso che non un solo ebreo metterà piede in quello che si avvia a diventare un razzista stato di Palestina, se e quando sarà costituito. E tuttora supporto la famigerata risoluzione ONU del 1975, secondo cui il sionismo sarebbe una forma di razzismo; benché quella risoluzione sia stata ritirata 16 anni dopo.
Forse è giunto il momento di porre fine a questa melensa retorica filopalestinese. Mahmoud Abbas è ispirato dagli stessi "ideali" che hanno ispirato il Gran Muftì di Gerusalemme - che vantava eccellenti rapporti con Adolf Hitler - e Yasser Arafat, specializzato in orrendi attentati terroristici ai danni della popolazione civile innocente. Abbas è il loro degno successore. Ma a differenza dei predecessori, esendo politicamente e umanamente inferiore ad essi, Abbas sa come vendere all'Occidente il lato presentabile del terrorismo. Ma non esiti a cavalcare l'onda crescente dell'antisemitismo, nascondendosi dietro un meno problematico antisionismo. Politici, giornalisti e accademici, per non parlare dei loro fedeli seguaci, fanno tesoro di queste indicazioni per delegittimare l'unico stato ebraico al mondo.
Se i politici israeliani non fossero così ondivaghi nel ribadire fermamente le legittime aspirazioni del popolo ebraico a vivere sulla terra dove abitano, queste frottole di Abbas sarebbero quantomeno rispedite al mittente, se non smontate. Sotto il mandato internazionale per la palestina, la Patria Nazionale ebraica fu ricostruita comprendendo l'attuale Israele, la Giordania e quello che oggi è noto come West Bank. Ma allo scopo di fornire un regno al principe hashemita Abdullah, il segretario di stato inglese e responsabile per le colone Winston Churchill unilateralmente sottrasse le terre ad est del fiume Giordano e le regalò all'alleato bellico britannico. Tuttavia agli ebrei era stato garantito il diritto al reinsediamento fra il Giordano e il Mediterraneo: quel diritto non è mai venuto meno, dal punto di vista del diritto internazionale.
Profughi ebrei del 1948: nessuna menzione per essi. |
Troppo bello, per essere vero. Mahmoud Abbas sa perfettamente come incantare un mondo che non desidera altro che demonizzare l'unica nazione democratica del Medio Oriente.
* ‘Palestine’: The Real Apartheid State
su Algemeiner.com.
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