Mentre scrivo queste righe, ci sono delle guardie del corpo davanti alla porta. Nessun visitatore è ammesso nel mio ufficio senza attraversare diversi controlli di sicurezza. Sono un condannato a morte. Sono costretto a vivere in un rifugio protetto. Ogni mattina mi dirigo presso il mio ufficio al parlamento olandese in un auto blindata con sirene e lampeggianti. Quando esco sono circondato, ormai da sette anni da agenti di pubblica sicurezza. Quando parlo in pubblico indosso un giacchetto antiproiettile.
E chi sarò mai? Non sono né un re né un presidente, e nemmeno un ministro di un governo. Sono soltanto un normale politico olandese. Ma dal momento in cui mi sono scagliato contro la crescente influenza islamica in Europa, ho subito una condanna a morte. E’ il rischio che si corre quando si critica l’Islam. Ecco perché molti politici si guardano bene dal dire la verità circa la più grave minaccia per le nostre libertà. La minaccia islamica all’Occidente è superiore di quanto lo sia mai stata la minaccia del comunismo, se consideriamo che i politici che hanno messo in guardia dalla minaccia dell’Unione Sovietica, non sono mai stati costretti a nascondersi.
Ho ricevuto le prime minacce di morte a settembre 2003 dopo aver chiesto al Parlamento olandese di effettuare indagini su di una moschea radicale. Quando le minacce di morte sono diventate più frequenti, le autorità mi hanno assegnato una scorta. A novembre 2004 dopo che un fanatico mussulmano ha assassinato il regista olandese Theo Van Gogh, reo di aver realizzato un film sugli abusi subiti dalle donne nell’islam, poliziotti armati di fucili automatici hanno fatto irruzione a casa mia, mi hanno spinto in un auto blindata e mi hanno portato via in piena notte. E’ stata quella l’ultima volta che ho visto casa mia. Da allora ho vissuto in rifugi dell’esercito, nella cella di una prigione e ora in una casa protetta di proprietà del Governo.
Mi sono abituato a questa situazione. Dopo più di sette anni, i dettagli sulla sicurezza fanno ormai parte della routine quotidiana, ma in una società libera nessun politico deve temere per la sua esistenza a causa del mandato ricevuto dagli elettori.
Né gruppi particolari dovrebbero essere legittimati a spazzare il nostro principio della libertà di parola come hanno cercato di fare le organizzazioni islamiche e progressiste, trascinandomi in giudizio con l’accusa di incitazione all’odio. Dopo quasi tre anni di processo sono stato prosciolto da ogni accusa.
Più Islam uguale meno libertà
Ero solito viaggiare molto nel mondo islamico, ma adesso esso non è per me più un posto sicuro. Ho letto il corano e studiato la vita di Maometto. Ciò mi ha portato a concludere che l’Islam è soprattutto una ideologia totalitaria piuttosto che una religione. Mi dispiace per gli arabi, i persiani, gli indiani e gli indonesiani che devono vivere sotto il giogo dell’Islam. E’ un sistema di principi che condanna gli apostati alla morte, induce i critici a nascondersi e nega il principio occidentale della libertà dell’individuo. Senza libertà non vi può essere prosperità né felicità. Più Islam vuol dire meno vita, meno libertà, meno felicità.
Ecco perché considero mio dovere suonare l’allarme circa l’espansione incontrastata dell’Islam. Sebbene molti musulmani siano moderati, l’Islam non lo è. Alcuni musulmani prendono l’Islam alla lettera e finanziano la jihad (guerra santa) contro l’Occidente, e lo fanno all’interno dei nostri confini.
Il 57% degli olandesi ritiene che l’immigrazione di massa è stato l’errore più grande nella storia dell’Olanda. Molti politici tuttavia minimizzano il cambiamento sociale più drastico di tutta la loro esistenza: ignorano le preoccupazioni della gente al di la della loro correttezza politica e relativismo culturale, che porta loro a ribadire che tutte le culture sono uguali; per cui, gli immigrati non avrebbero alcun bisogno di integrarsi: i valori dell’Islam sarebbero buoni come quelli olandesi, inglesi o americani.
A cosa stiamo rinunciando
Se non ci opporremo all’islamizzazione, perderemo tutto: la nostra libertà, la nostra identità, la democrazia, lo stato di diritto. Per proteggere la civiltà occidentale, dobbiamo fare quattro cose: difendere la libertà di parola, respingere il relativismo culturale, contrastare l’islamizzazione, e propugnare la nostra identità occidentale, che siamo noi olandesi, francesi, inglesi o americani.
Di tutte le libertà quella di parola è la più importante. La libertà di parola è la pietra miliare di una società libera. Fino a quando saremo liberi di manifestare il nostro pensiero, riusciremo a evidenziare alla gente quello che stiamo rischiando. In democrazia non regoliamo i nostri disaccordi con la violenza, ma mediante argomentazioni discusse e scritte. Allo scopo di perseguire la verità, consentiamo a tutti di esprimere i propri punti di vista. E’ così che abbiamo superato l’era barbarica, diventando una società libera e prosperosa. Ed è quello che dobbiamo insegnare ai nostri bambini.
Ho scritto un libro a difesa della libertà e del diritto di libera espressione, intitolato “Marked for Death” (Condannato a morte). Esso spiega i diversi modi con cui l’Islam ha condannato a morte non solo me ma tutta la civiltà occidentale. Il libro mette in guardia circa i pericoli del chiudere un occhio davanti alla vera natura dell’Islam.
Sebbene l’Islam minacci l’Europa e l’America, non tutto è perduto in Occidente. Esso sopravvivrà fino a quando la libertà di parola resterà garantita. Sebbene, l’Islam mi abbia condannato a morte, un crescente numero di elettori olandesi mi ha fornito il suo appoggio. In Olanda abbiamo iniziato ad invertire la tendenza all’islamizzazione. Ci possono riuscire anche altri Stati.
Non me ne resterò mai in silenzio perché non permetterò mai che fanatici violenti decidano quello che possiamo dire e quello che possiamo leggere. Dobbiamo opporci alle loro regole soffocanti. Dobbiamo per usare le parole di John Stark, “vivere liberi o morire”.
Fonte: Creeping Sharia
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